Con West Bromwich Albion ormai già retrocesso, ci sono ancora due posti e sei giornate, per alcune squadre sette, per decidere chi dovrà abbandonare la Premier League. E, anche se la zona salvezza è lì a due soli punti, una di queste formazioni potrebbe essere il Southampton.
I numeri delle ultime partite parlano da soli. Un gol segnato nelle ultime cinque, sei gol subiti nelle ultime due, tra l'altro contro due dirette concorrenti per la salvezza e un finale di stagione tutt'altro che semplice. Anche se mancano ancora sette partite, c'è ancora il match con lo Swensea da recuperare, e la diciassettesima posizione che permette di rimanere in Premier League sia a soli due punti, e con una partita in meno rispetto al Crystal Palace, per il Southampton ora è davvero dura. I Saints in campionato non vincono da quasi due mesi, 3-2 sul campo del West Bromwich fanalino di coda, e la spirale negativa non sembra aver fine.

Il mese di febbraio sembrava potesse essere quello buono, con la doppia vittoria sul Wba, dopo i tre punti in campionato era arrivata l'affermazione anche in FA Cup due settimane dopo, precedute da altri tre risultati utili consecutivi in Premier, pareggi con Watford, Tottenham e Brighton, e la vittoria sempre in FA Cup sul Watford.
Ma qualcosa poi si è spento. Il 24 febbraio i Saints si fermano sull'1-1 con il sorprendente Burnley. Una partita ripresa all'ultimo grazie alla quarta rete in campionato del nostro Manolo Gabbiadini al 90'.
Poi il buio. Il Southampton non segna più. E se non fai gol per non uscire a bocca asciutta dal campo devi almeno non subire reti. E così succede la settimana successiva, quando in un delicato scontro salvezza al St. Mary's i padroni di casa impattano sullo 0-0 contro la penultima Stoke City. E se già questo pareggio ha deluso i tifosi dei Saints, le due settimane successive sembrano calare una pietra tombale.
Perché oltre al non segnare il Southamton si sgretola in fase difensiva subendo sei gol in 180'. E non contro i Manchester City e United di turno ma contro Newcastle e West Ham, due formazioni anch'esse in lotta per rimanere in Premier League, che sicuramente non hanno attacchi scintillanti nonostante gli ottimi nomi in rosa e che stavano vivendo un momento tutt'altro che semplice in campionato. Ora quindi che fare per il Southampton? Perché se già i gol e il gioco latitano, il calendario non consente ai tifosi di pensare positivo. Domenica infatti i Saints verranno ricevuti da un Arsenal che sembra aver trovato finalmente una quadratura e nelle ultime due partite ha avuto un rendimento completamente opposto a quello del Southampton con due vittorie entrambe per 3-0. Nel giro di cinque giorni poi Chelsea, che incontrerà anche il 22 aprile in semifinale di FA Cup, e Leicester.

Le ultime tre giornate, con l'incognita della partita con lo Swensea ancora da recuperare, vedranno la formazione allenata da Mark Huges affrontare Bournemouth, altro scontro delicato con una squadra che ormai però sembra essere uscita dalla zona calda, Everton e Manchester City.
Sette partite per capire il destino di un Southampton che da quando è tornato in Premier League, nel 2012-2013 dopo la promozione della settimana precedente, non ha mai rischiato di retrocedere classificandosi sempre nei primi otto (con il sesto posto nel 2015-2016), tranne proprio nel 2012-2013 quando i Sanits terminarono la stagione al quattordicesimo posto. Che il binomio Southampton-Premier League sia giunto, per ora, al capolinea?
Il 13 maggio, o forse anche prima, lo sapremo. Certo che al St.Mary's il sole della primavera tarda ad arrivare.