È ormai chiaro a tutti: nell’economia dell’intrattenimento il calcio è protagonista indiscusso.
È più di uno sport, è creatore di personaggi e racconti, è teatro e terreno di spettacolarizzazione, è atto di comunicazione che unisce ingredienti simbolici ed emozionali all’agonismo. Dalla carta stampata il racconto calcistico passa all’emissione radiofonica e televisiva, un’evoluzione tecnologica e mediale cha reso il pubblico protagonista, ma a distanza.
Nonostante “la rivoluzione dell’evento in diretta”, i cronisti e i telecronisti hanno continuato a godere di uno status privilegiato, essendo mediatori e testimoni incaricati di restituire la realtà con la loro lente, tecnologia permettendo. All’inizio degli anni ’80 lo spettatore e l’ascoltatore fruivano di contenuti filtrati dalla mediazione della telecamera e da una didascalica telecronaca, i cui toni erano istituzionali e quasi telegrafici; infatti, il commento televisivo era fatto solo di denominazioni di giocatori. 
I canoni di strutturazione del format oggi sono assolutamente cambiati: il calcio non è un servizio pubblico, ma un bene sociale e commerciale, e, in quanto tale, deve essere colorato e valorizzato con tutti gli espedienti che servono. La parola è macchina che riacquista il suo potere spettacolarizzante, è medium potente, caldo (Marshall McLuhan). Gli stessi cronisti e telecronisti diventano, allora, attori a tutto tondo e personaggi riconoscibili, che mettono in essere una performance parallela a quella della partita. Ascoltatore, scrittore e speaker sono un unicum. 

Tali osservazioni, riguardo il collante creatosi tra pubblico e mediatori, aiutano a far luce sulla dimensione di un «medium caldo» che, nell’epoca dell’iperconnessione, riveste un ruolo ormai di primo piano: il podcast. Lo dice la parola stessa, composta da (i)Pod e (broad)cast: si tratta di una tecnologia che permette l’ascolto di file audio su internet, attraverso la distribuzione di aggiornamenti chiamati “feed RSS”, un database dove è possibile inserire informazioni legati a quei file audio. 
Ma cosa c’è di particolare in un podcast calcistico? E’un tipo di produzione originale, da ascoltare quando più ce la sentiamo, sperimentando forme e contenuti differenti dalla radiofonia tradizionale. È utilizzato sia come formato informativo diverso da parte di quotidiani, riviste e community, sia come strumento di approfondimento e aggiornamento su calcio europeo, inglese, mondiale, su partnership o leadership. Si sa, ormai bisogna andare oltre la cronaca della partita, oltre il risultato del match, cercando di catturare l’attenzione del tifoso con uno storytelling familiare, divertente, coinvolgente, conviviale. Quante volte ci capita di guardare su YouTube la registrazione video del podcast in cui gli speaker sono sempre davanti a un buon bicchiere di vino? Questo accade: il racconto attorno a un tavolo con gli amici viene trasposto su un file audio e messo online e noi siamo proprio lì, insieme a loro. Questa formula, altamente identificatrice, funziona molto tra i giovani. 

E allora passiamo in rassegna alcuni dei più seguiti podcast calcistici:
La Riserva: condotto da Daniele Manusia, Emanuele Atturo e Simone Conte con un timbro così romano che fa quasi “casa”, vengono analizzati in un ora i principali eventi sportivi del calcio Italia
- Pendolino: un podcast che parla di calciomercato senza prendersi sul serio.
- Cronache dei '90: condotto da Stefano Borghi, telecronista di Dazn, contiene analisi lucide sul calcio degli anni ’90 e non solo. 
- Il Calcio Inglese: condotto da Andrea Pettinello che, in maniera molto leggera e con un lessico colloquiale, parla di Premier League.