Il sottoscritto da sempre è un estimatore di Massimiliano Allegri, ho sempre apprezzato in primis la sua persona, il suo modo di porsi e di vivere il calcio, con serenità e il sorriso. Una persona positiva che niente ha a che fare con altri tipi di personaggi che vivono di arroganza e egocentrismo.

Dal punto di vista, invece, tecnico tattico credo che qualche piccolo appunto glielo si possa muovere, nel senso che ormai all'inizio della sua quarta stagione in bianconero, abbiamo visto e capito tutto di lui nel bene e nel male. Credo che non ci sia più nulla da scoprire e quindi sto giungendo alla conclusione che visto i pochi progressi fatti dal punto di vista del gioco, della freschezza e delle novità tattiche, questa Juve abbia bisogno di altro.
Ho cercato in tutti i modi di difenderlo sempre e comunque, ho puntato sulla sua bravura di gestire un gruppo di campioni e di riuscire per anni a mantenere alta la pressione e la concentrazione, però questo non può più bastare. 

La società gli ha messo in mano una squadra che può e deve poter fare di più sotto il profilo del gioco. Non può più essere che non si riesca a chiudere manco una partita con tranquillità, non si può sempre accontentarsi dell'uno a zero, perché poi le situazioni sporche ti arrivano, e paghi a caro prezzo. Non si possono più sentire discorsi del tipo....questa sconfitta ci deve servire da lezione. È dalla finale di Berlino che sentiamo questi discorsi, ma quante lezioni dobbiamo avere per capire la regola più semplice di questo sport e cioè che le partite si devono chiudere quando se ne ha la possibilità. Non ci vuole uno scienziato aerospaziale. Ci vuole un'altra mentalità, un'altro stile di approccio alle gare, un qualcosa di diverso che Allegri non è in grado di dare.

Magari quest'anno ci arriva ancora in finale, a Madrid, ma indipendentemente dal risultato credo che la sua corsa sia giunta al capolinea. 

La Juve è una Ferrari, che è guidata dal buon calmo Vettel, ma serve a tutti i costi Hamilton.