La notizia è arrivata due giorni fa come un fulmine a ciel sereno: Icardi chiede il reintegro immediato e un indennizzo di circa 1,5 milioni di euro. Una decisione, quella adottata dall'argentino, condivisa con la moglie Wanda e con l'avvocato Giuseppe Di Carlo, che aveva già difeso la showgirl facendola assolvere dall'accusa di aver diffuso sui social numero di telefono e mail dell'ex marito Maxi Lopez; resta il fatto che nella famiglia Icardi i problemi ruotano come se non ci fosse un domani, e queste ultime azioni rappresentano la vera goccia che fa traboccare il vaso.

Immediatamente, non appena la notizia viene diffusa, sul web inizia una vera e propria battaglia di messaggi tra i sostenitori di Maurito, i cosiddetti "Icardiani", e coloro i quali sono ormai stufi di risentire i soliti lamenti di Wanda Nara e i casi incessanti che si respirano ad Appiano da febbraio a questa parte. L'invito da rivolgere a tutti gli sportivi in generale coincide con l'apertura degli occhi, perchè ormai non si può più accettare chi prende le parti della coppia Wandardi; dopo mesi turbolenti, infatti, grazie a Marotta l'Inter era riuscita a mettere un po' di ordine, avvisando l'ex capitano nerazzurro a mettersi da parte e a trovare una nuova squadra, visti i problemi che si erano venuti a creare all'interno dello spogliatoio. Una capacità di chiarezza che non fa una piega, ma che può essere ostacolata solo da chi finge di amare l'Inter, come Mauro Icardi.

Ricorderete tutti la lettera d'amore che l'argentino scrisse durante il corso della passata stagione; un insieme di parole che miravano a far riflettere il tifoso sul trattamento riservato al giocatore da Marotta e compagnia. Peccato però che dopo tutto il caos e il rispetto che la società Inter ha portato verso la famiglia Icardi dando loro la notizia di essere stati messi al di fuori del progetto, colui che tanto aveva a cuore la squadra decide da un giorno all'altro di passare alle vie legali. Il tutto viene reso ancora più forte dai rifiuti presentati ai vari club che desideravano ottenere le prestazioni dell'argentino durante il mercato estivo; no secco al Monaco, al Napoli di Ancelotti e all'Arsenal, che avrebbe garantito al giocatore la possibilità di giocare nel campionato più affascinante al mondo.

Dopo tutti questi rifiuti, Icardi decide di chiedere il reintegro immediato e mira pure ad ottenere circa 1,5 milioni di euro. Per quanto mi riguarda, non mi sarei mai permesso di chiedere un indennizzo alla società per la quale lavoro e che mi ha offerto da mangiare per anni; e pensare che ci sono persone che fanno fatica ad arrivare a fine mese, ma che affrontano il lavoro con orgoglio e professionalità, preferendo la fatica piuttosto che le ville con la piscina. Dovrebbero riflettere su quest'ultimo aspetto anche i "romanticoni" che appoggiano la tesi secondo la quale le richieste del giocatore abbiano come colonna portante l'amore per il gruppo e la voglia di tornare in campo per indossare la prestigiosa casacca nerazzurra. Sarà anche un fatto del destino, ma stiamo parlando di quella maglia che Icardi si rifiutò di indossare per la sfida tra Inter e Rapid Vienna complice un infortunio puramente inventato.

Capì tutto Luciano Spalletti nell'intervista rilasciata al termine di Inter Lazio, persa per 1-0 dai nerazzurri. Riportiamo le parole del tecnico: "La mediazione è una cosa umiliante per gli sportivi interisti e mediare con un calciatore per fargli mettere la maglia del club che gli interisti amano è una cosa ancora più umiliante". Poche parole, ma sicuramente dense di significato per un allenatore che non è stato compreso fino in fondo, ma si sa, quando qualcuno dice la verità viene sempre allontanato e talvolta pure disprezzato. Di tempo ne è passato, ma il caos totale non si è ammutolito e se adesso entrano in mezzo anche gli avvocati, la battaglia legale è imminente. 

Dispiace un po' a tutti, soprattutto per le scuole calcio. Se avessi accanto a me un bambino cercherei di fargli capire come le vere bandiere delle squadre siano altre. Personaggi illustri che hanno onorato la storia del club con il rispetto e la credibilità, armi essenziali per disputare una carriera onorevole; poi figurano i pagliacci, che trasformano il rapporto con lo spogliatoio nel loro circo, dando vita a quella penuria di valori che oggi ci tormenta. Icardi appartiene alla seconda categoria, come del resto sosteneva a suo tempo anche Spalletti, che adesso dalla sua Certaldo avrà la coscienza pulita per aver protetto gli interisti in un periodo difficile per tutti, dove la verità poteva essere spiegata solo a suon di metafore. 

Amare l'Inter significa ben altro. Lo possono capire giornalisti affermati come Christian Recalcati e Roberto Scarpini, che hanno lavorato e lavorano con l'Inter nel cuore, sia durante le vittorie che durante le sconfitte. Così come i tifosi che spendono soldi per riempire San Siro e fanno del tifo l'arma perfetta per sprigionare la passione calcistica, oppure i grandi campioni che continuano a ricordare i momenti passati al Meazza, come Samuel Eto'o, Diego Milito, Julio Cesar e molti altri. Un conto è amare l'Inter, un altro è umiliare l'Inter. E nell'umiliazione il tanto ammirato Icardi si è dimostrato infallibile, come del resto lo era sottoporta.