Era il 2 maggio 2016 quando si concretizzò il sogno del Leicester campione d'Inghilterra.
Ebbene sì, una squadra partita per salvarsi e arrivata sul tetto d'Inghilterra con grinta, determinazione ma soprattutto tanta pazienza. Una pazienza trasmessa ai giocatori dal suo condottiero, una persona pacata ma allo stesso tempo pungente quando serve: Claudio Ranieri.

Sir Claudio arriva da Testaccio, una famosa borgata romana, vivace e passionale, proprio come lui. Dopo numerose esperienze e imprese sfiorate (vedi la sua amata Roma del 2010), il mister torna in Inghilterra dopo l'ultima esperienza nei primi anni 2000 alla guida degli altri Blues, il Chelsea, per affrontare stavolta una nuova sfida che presentava obiettivi ben diversi rispetto a quelli che aveva nella sua prima esperienza inglese: il Leicester doveva rimanere in Premier, questo era l'obiettivo iniziale. 
Ranieri comincia la stagione con molte perplessità da parte della tifoseria a causa dell'esperienza deludente appena terminata alla guida della nazionale greca, ma nonostante ciò la sua squadra inizia il campionato nel migliore dei modi, collezionando vittorie e grandi prestazioni, ma subito ci pensa l'Arsenal a fine settembre con un netto 2-5 a smorzare questa iniziale euforia. Il mister nonostante tutto resta concentrato sui suoi giocatori, trasmettendo loro partita dopo partita la sua idea di calcio, l'importanza di non subire gol e la maniacale attenzione a coprire tutti gli spazi (tipico modello italiano) per poi ripartire e fare male all'avversario. Ranieri continua a mantenere la concentrazione altissima e con lui i suoi giocatori, fino al punto da ritrovarsi primo in classifica il 21 novembre, battendo con un sonoro 3-0 il Newcastle.
Nulla però porta Sir Claudio a sbottonarsi e perdere la calma, tant'è che durante le conferenze stampa egli continuava a ripetere che l'obiettivo era non retrocedere. Nonostante ciò, iniziavano ad intravedersi più di semplici giocatori all'interno dell' 11 titolare: Vardy, Mahrez, Kantè erano tanta roba. A loro si aggiungevano i colossi Morgan e Huth a proteggere il figlio d'arte Kasper Schmeichel. Insomma, questo Leicester era più di una semplice squadra. A conferma di ciò arriva la cosiddetta "notte della consacrazione" dove lo stesso Ranieri si espone più del solito nel postpartita dicendo ai microfoni: "Non voglio svegliarmi, voglio continuare a sognare!". Quella notte è il 14 dicembre del 2015, al King Power Stadium arriva il Chelsea di Josè Mourinho, suo rivale da tempo. Il Leicester vince e convince imponendosi per 2-1 con gol del bomber Jamie Vardy e del funambolo algerino Riyad Mahrez. Il Leicester raggiunge i 40 punti utili per la salvezza e si ritrova tra dicembre e febbraio ad affrontare Liverpool, City e Tottenham: Ranieri e i suoi ragazzi ne escono ancora da primi in classifica e il primo dei due gol di Vardy nella sfida casalinga a inizio febbraio contro i Reds è l'instantanea di questa squadra: quando la voglia di vincere, la fame, la determinazione vanno oltre le proprie potenzialità, anche i gesti impossibili diventano semplici.

La corsa al titolo diventa sempre più agguerrita e il Leicester continua a rimanere sempre in vetta. Nel frattempo, Tottenham e Arsenal non perdono la scia e restano avvinghiati alle Foxes, mentre il City di Pellegrini, complice anche la sconfitta proprio contro il Leicester, perde terreno rispetto alle rivali. Il giorno di San Valentino, l'Arsenal di Wenger ospita proprio la corazzata di Mr Claudio Ranieri e lì ci fu un'inversione di marcia: Welbeck al 95 esimo regala la vittoria ai Gunners, che accorciano in classifica e rimangono appaiati al vertice. Nelle giornate successive però, lo stesso Arsenal perde punti pareggiando due volte di fila e a quel punto inizia a profilarsi una vera e propria lotta a due tra Leicester e Spurs. Proprio come nelle favole, i supereroi vestiti di blu continuano a dominare il campionato proprio nel momento in cui era vietato sbagliare: vittorie su vittorie, gol su gol portano Ranieri allo scontro decisivo al teatro dei sogni, l'Old Trafford. Ed è proprio lì, in quello stadio intrinseco di storia, che a farla la storia ci pensa il Capitano Wes Morgan che regala un pareggio preziosissimo. Tutto ciò permette alle Foxes di concentrarsi al 100% sulla partita del giorno successivo tra Chelsea e Tottenham: basta anche solo un pareggio per permettere di scrivere la storia. E così fu. Hazard pareggia i conti e porta il risultato sul 2-2. La squadra può gioire, la città può scendere in piazza, Ranieri può finalmente gridare: SIAMO CAMPIONI!

L'impresa è compiuta, Sor Claudio è diventato Sir Claudio e la sua squadra ha incantato l'intero panorama calcistico con la sua voglia di vincere, la sua incisività, il suo spirito di squadra, ma anche la sua pazienza e la sua attenzione ai minimi dettagli. Ha vinto una grande squadra condotta fino alla vittoria finale da un grande uomo. 
Ha vinto l'umanità, ha vinto la semplicità, ha vinto il gruppo,
ha vinto chi non era neanche lontanamente candidato per il titolo a inizio anno, ha vinto chi nella vita aveva le tasche piene di rivincite e se l'è prese tutte, con coraggio e determinazione, ma anche pacatezza e rispetto dell'avversario.
Ha vinto il Leicester, ha vinto un grande allenatore: Claudio Ranieri.
Chapeau

 

Jacopo Pagano