Il capitano della Nazionale, Bonucci, una cosa giusta l'ha detta. Basta, basta parlare di Balottelli. Non c'è solo lui.

Ma da qualche mese, da quando è partita l'operazione Italia, con una certa gradualità si è ritornato a parlare di Balottelli, a riscoprire una città anonima come Nizza, trasformata quasi nella regina del calcio, a santificare un giocatore, poco tollerato da gran parte degli italiani, non per il colore della sua pelle, ma per i suoi comportamenti. Qualche imbecille razzista c'è stato, ciò è innegabile, ma non era per il colore della sua pelle che veniva generalmente contestato.

Ritorna Mancini, e ritorna Balotelli. In Nazionale vi è una disperata ricerca di campioni. Balotelli non lo è. E' un giocatore forte ma non è un campione, non sarà mai come Totti, come Del Piero, come Vieri, o come altri che hanno fatto la differenza nella Nazionale di calcio. Eppure di giocatori validi ve ne sono, vedi Chiesa, vedi Belotti, per citarne qualcuno.

Ma Balotelli fa figo, fa notizia anche quando non è notizia. Ed ora è diventato anche politico. Il razzismo è una piaga tristissima e odiosa nel calcio come nel mondo, che in Italia non è stata mai contrastata a dovere. Ed ora vien fuori che dare la fascia di capitano a Balottelli è un segnale per contrastare il razzismo. Ciò è una buffonata enorme.  Non è con questi giochetti miserabili e da gossip che si contrasta il razzismo. Servirebbero gesti ben più forti. Come denunciare penalmente chi si rende artefice di ciò, costituirsi come società parte civile e chiedere i danni, ad esempio. Ma ciò non è mai avvenuto nel calcio. Così come servirebbe il DASPO a vita dagli stadi per tali criminali, perchè i razzisti sono criminali dal momento in cui ledono i diritti umani.

Insomma, basta. Non se ne può più di Balotelli. Lui è un buon giocatore, siamo felici umanamente per lui che abbia ritrovato la sua serenità, ciò è un valore aggiunto per il nostro calcio. Se dovrà essere lui il capitano è perchè se la dovrà conquistare nel campo e negli spogliatoi la fascia e non per ragioni di "pelle".

Cerchiamo di essere seri, almeno una benedetta vota nella nostra vita calcistica.