Sono ormai passati quasi tre giorni dal fantastico derby di domenica e ancora tutti noi milanisti ci stiamo pensando e fortemente stiamo continuando a rosicare!

Potevamo effettivamente fare di più? Quante colpe ha Pioli? Quante i giocatori? La dirigenza al gran completo che non proferisce verbo, cosa ci fa pensare? Tutte le mille e una notizie uscite in questi giorni su nuovi allenatori, su possibili avvicendamenti societari, su sponsorizzazioni da rinnovare, al ribasso, e altre, si spera, nuove da ufficializzare, su Ibra che a Milanello prova a rincuorare la squadra e guardandosi attorno un pò pensa: ma che ce sò venuto a fà? ebbene tutto ciò che significato ha?
Come sta vivendo la squadra? Come vive un allenatore che da domenica sera è sempre più un dead man walking? Si salva solo con la qualificazione in Champions, una cosa facile insomma.

Diciamo che mia figlia nata nel giugno 2013 ha visto l'ultima annata del Milan in Champions. Di anni ne fa sette a giugno, facciamo i conti e mettiamoci l'animo in pace, oppure mettiamoci a piangere.
E' tornato di moda Spalletti, ma attenzione ad Allegri e poi è pure spuntato Rangnick, per non dimenticare Marcelino e come direbbe De Sica: ma che è sta cafonata?! Che fatica.
E' giusto cercare un nuovo allenatore? Sì. E' giusto, o meglio è utile far uscire tutte queste voci alla vigilia della partita, ormai, più importante della stagione?

E qui torno a parlare alla società: Società... DOVE SEI? Come possiamo pensare di impostare un discorso sul futuro se abbiamo solo silenzio da Singer o da Mr. Gazidis che più di una dichiarazione all'anno non rilascia? Singer con questo nome, poi, tutto ci aspettavamo, ma non il silenzio. L'esperienza non serve solo nei giocatori che scendono in campo, ma anche nei dirigenti e nella proprietà. E serve mettere la faccia. Avevo scritto in maniera positiva di Boban, ma, ora, anche lui, è sparito. Brancoliamo nel buio noi tifosi e da fuori si tocca con mano che la squadra stessa ha problemi in questo senso. Maldini, Boban, Gazidis, qualcuno domenica sera doveva parlare, siamo il Milan.
Un silenzio assordante ci accompagna fino a domani sera, Milan - Juve, andata semifinale di Coppa Italia. Leggiamola così: 3 partite per entrare in Europa. Non raccontiamoci, e giornalisti tutti non raccontateci, la favola del 4° posto per piacere, nessuno è stupido. In Europa ci andiamo se per caso arriviamo sesti o se vinciamo la Coppa Italia.
Europa League? Sì. Ricominciamo piano piano e con obbiettivi realistici. Un paio di innesti di peso (ma quanto manca Bakayoko? Lui insieme a Bennacer, meglio dell'attualità no?), un'altra bella sfoltita a giocatori che hanno dimostrato di non essere funzionali (Kessie, il numero 10, Calabria, Krunic, Musacchio), una vendita forzata, Donnarumma e prendersi qualche scommessa stile Theo.

Però, prima di fare questi bei discorsi di costruzione e ripartenza, abbiamo bisogno di compattezza, di una società presente, che focalizzi l'attenzione su quello che conta davvero, tipo la partita di domani, di una voce che ci sia quando vinci (vedi la scenetta di Boban e Maldini che ringraziano Ibra dopo Milan - Udinese...patetica) e quando perdi (vedi Derby).
Nel frattempo, godiamoci il silenzio.