In quest'anno strano e senza vacanze estive degne di questo nome c'è ancor meno riposo per i bloggers, i polemisti e i polemisti-bloggers che, in un breve lasso di tempo devono ricucire tutte le certezze accumulate nell'era pre-pandemica agli eventi misteriosi e difficilmente interpretabili del secondo campionato. C'è stato un rimescolamento dei fatti e quegli stessi Giudizi che sembravano inappellabili appaiono adesso inadeguati e antiquati. Dovrebbe accadere lo stesso con i Luoghi Comuni ma, per fortuna, i nostri bloggers e polemisti e polemisti-bloggers sanno come aggrapparsi al già detto, al già fatto, al già scritto. Cuori di Leone che, senza alcuna paura o ritegno, percorrono più e più volte le lande desolate della Noia Mortale e al ritorno, puntualmente, ne riportano un pezzetto da mostrare a tutti come prova di Verità.

Eppure nell'ultimo mese e mezzo, la corazzata Juventus è diventata un transatlantico che naviga in acque molto pericolose ma che, pur di continuare le lussuose feste in sala, decide di risparmiare sul controllo radar e incarica un ragazzino di stare all'erta a poppa. E c'era una volta la Lazio che vinceva sempre e che, nella sacra matematica romana, diffusa via radio anche dalla santa romana RAI, doveva contare una sola scivolata da parte degli sbiaditi striati (sì, mi riferisco alla nuova maglia) per raccogliere il premio massimo.

Ma io sono un milanista che vuol parlare di Milan e ciò che mi ha davvero sorpreso è che quello stesso Diavolo oramai derelitto e deriso ha cominciato a giocare a calcio e pure a vincere. Contro chiunque! Senza eccezioni! Dominio e risultato!

Come si spiega?

Cosa trarne per il futuro?

E la Rivoluzione?

Un vero pasticcio!

Provo a mettere nell'angolo le frettolose esaltazioni del tifoso e azzardo una considerazione: è accaduto ciò che può accadere soltanto in un campionato dal livello generale non eccelso. A Pioli va il merito di aver trovato un gioco aderente alla logica, a Maldini quello di aver sfidato la proprietà pur di portare un catalizzatore di gioco e di voglia di giocare. Bravi entrambi, ma non sarebbe bastato in un campionato di squadre ben costruite e rodate per i rispettivi obbiettivi. Lo dico solo per render chiaro che non mi faccio illusioni. Non sarà sempre così!

Oppure sarà ancora così ma non importa!

Il futuro prossimo va preparato rafforzando la squadra con elementi collaudati e dando un solo obbiettivo: vincere il campionato! Non è per esaltazione o mancanza di senso della realtà che affermo una cosa del genere. Penso che la mediocrità della Serie A si nutra degli obbiettivi intermedi e che in questa stagione abbia impedito a Inter e Lazio di sopravanzare la Juve (per l'Atalanta è diverso: doveva vincere a Torino e non l'ha fatto ma ci ha provato sul serio). Molti hanno ritenuto una frase di Ibrahimovic come la sua solita spacconata: "fossi arrivato dall'inizio avremmo vinto lo scudetto". Tutti l'hanno considerata in relazione al Milan e all'apporto di forza e personalità che presumeva di poter dare. Ma, presunzione o meno, potrebbe riferirsi alla qualità che ha riscontrato nei vari campi di calcio , alla forza delle altre squadre e, volendo, si potrebbe tradurre così: "se gli avversari sono questi possiamo batterli tutti e potrò giocare fino a 50 anni". E dire che viene dalla MSL e non dalla Premier o dalla Liga!

Ibra ha portato questo: per dare il massimo devi puntare al massimo. Ciò che vuoi te lo devi andare a prendere se ne sei capace; se non sei capace fatti da parte senza perdere tempo elencando scuse. Ha portato questo in una squadra che quando non veniva fischiata dai propri tifosi credeva di aver fatto bene. Ma aveva fatto bene solo in relazione a un simile e infimo obbiettivo. E negli stadi vuoti, dove la voce dello svedese si sente come nelle partite di allenamento, non giochi per evitare i fischi: ci sei tu, la tua squadra e gli avversari da battere.

Dunque, niente scudetti post-covid e niente illusioni da parte mia! Soltanto voglio ricordare che qualcosa di importante è pure accaduto: i giocatori della mia squadra giocano per vincere e si vede che pensano di riuscirci sempre.

Sembrano tutti, anche i meno forti, giocatori da Milan.

A qualcuno sembrerà poco ma io, al contrario, considero ciò come una ricchezza che non va sprecata. Pensateci: dopo tanti anni ci si può dedicare a rinforzare la squadra e non a ricostruirla.

Farei solo una raccomandazione alla Società: quello spirito di forza e di vittoria trasmesso da Ibra non si riferisce solo a chi va in campo ma a tutti Voi che avete il potere di decidere.

E' soprattutto a voi che Ibra chiede: "Siete da Milan"?