"La Roma destinata alla normalità";  "Altro esame fallito"; "Grande con le piccole, piccola con le grandi" etc. etc.

Titoli saturi di equilibrio e positività. Fonseca un idiota senza fantasia e incapace di dare un gioco vincente alla squadra. Giocatori normali, non certo campioni. Per farla breve: un vero disastro su tutti i fronti. Chi non ha avuto modo di vedere la partita e legge i commenti dei cosi detti esperti, s'immagina una partita a senso unico, dove la Roma ha subito il gioco dell'avversario, incapace di opporre la minima resistenza.

Allora, la Roma meritava di vincere? No. Forse, certamente, ha dimostrato di essere superiore dell'avversaria? No. Dunque, Fonseca ha vinto il duello tattico con Pirlo? No.

Certo, nessuno può nascondere le debolezze evidenziate dalla Roma nella partita di ieri. Non dico questo, ma perchè, nel contempo, non viene sottolineato quanto di buono dimostrato dalla squadra? Perchè dimenticare, che la Roma, ieri, ha affrontato una compagine costruita per vincere e le ha tenuto testa, senza mai indietreggiare? Questo non dimostra che la società, nella sua totalità, nonostante le difficoltà del momento storico che tutti viviamo, ha dimostrato di aver fatto un buon lavoro? Dobbiamo tener presente, per valutare onestamente la partita, che la squadra, che si è presentata sul campo della Juve, era composta in buona parte da giovani che saranno nei prossimi anni, protagonisti nelle varie nazionali d'appartenenza. Nonostante questo o forse, proprio per questo, il gruppo si è compattato e riconosciuto nel proprio gioco, cercando d'imporlo, anche se di fronte aveva un avversario che poteva contrapporgli giocatori, il cui valore di mercato è pari al bilancio comunale di una media città Italiana. Questo ci deve far essere fiduciosi e orgogliosi, anche se ci troviamo a commentare una sconfitta dolorosa. Quindi tutto bene? Certo che no! Personalmente sono deluso. Indispettito, soprattutto, con me stesso, per aver sottovalutato Pirlo, che si è dimostrato smaliziato e umile, pronto a fare tesoro dei suoi precedenti errori o, per meglio dire, delle sue precedenti esperienze. Sapeva che la Roma nelle ripartenze poteva punire la sua squadra e, nonostante giocasse in casa e incontrasse una squadra senza alcuni giocatori chiave a disposizione, ha preferito trincerarsi e sfruttare i suoi diabolici cecchini per colpire di rimessa. E' stata una scelta vincente, che ha spiazzato Fonseca, incapace di trovare contromisure e alla quale si è arreso, senza capire, fino alla fine e anche oltre, viste le sue dichiarazioni nel post partita, che Pirlo lo aveva sorpreso utilizzando quel gene silente nel DNA di ogni allenatore Italiano: difesa a oltranza e contropiede. Contropiede e non ripartenza. Ecco, credo che dovremmo interrogarci su questo. Per decenni il nostro calcio ha raccolto vittorie senza proporre gioco, preoccupandosi di segnare pochi gol, ma sufficienti a vincere le partite. E' un'attitudine, un processo mentale, una reazione atavica, chiamatela come volete, ma che si è sempre dimostrata vincente. Non so se augurarmi di vedere, nel prossimo futuro, un allenatore sulla panchina della Roma con questa mentalità. Quando è successo, mi ricordo che la maggior parte dei tifosi si lamentava e chiedeva a gran voce qualcuno che li facesse divertire e li rendesse orgogliosi del gioco della loro squadra. Certo, non è scritto da nessuna parte che non ci possa essere una via di mezzo e che non si possa avere un piano B in caso di necessità, ma questo è un percorso che ha necessità di tempo per essere assimilato. Magari Fonseca non ne è capace, può darsi, ma sarà lui a portare la squadra in fondo a questo campionato, perciò lasciamolo lavorare, senza metterlo sulla graticola a ogni sconfitta. La società a fine anno, farà le sue valutazioni e prenderà le decisioni che riterrà giuste per migliorare il gruppo, ma la cosa importante, di cui è giusto rallegrasi, è che la base da cui si partirà, per effettuare queste scelte, è più che buona, per non dire ottima.

Sono troppo fiducioso? Non credo. Ho negli occhi l'immagine di Mancini, che, nel secondo tempo, ringhia su Ronaldo strappandogli la palla dai piedi, più volte, e lanciarsi verso l'area avversaria, come un guerriero ferito, incapace di accettare la sconfitta. Osservo Villar lasciare sul posto Rabiot e scartare Chiesa, con la palla incollata al piede e lo sguardo alto a studiare il campo, con sicurezza e sfrontatezza. Ciò mi basta per credere che questa squadra sarà protagonista in questo torneo e nei prossimi. Vinceremo? Chi può dirlo, ma sicuramente ce la giocheremo.