Può una partita vinta meritatamente far parlare di sé, non per la prestazione, ma bensì per le decisioni prese al Var che hanno modificato il giudizio iniziale dell’arbitro? A quanto pare sì, e queste discussioni che innescano polemiche non aiutano certamente ad un’analisi razionale del “Fenomeno Milan”.

Intanto sarebbe cosa buona e giusta dare merito ai rossoneri guardando solo quello che è stato fatto in campo. Si ritrovano sempre più primi in classifica, aumentando a tre la distanza con i cugini, aspettando il prossimo turno di campionato che potrebbe regalare ancora sorprese piacevoli. I meriti però non vanno solo per l’attuale posizione in classifica, quella va valutata a parte, figlia di un impianto di gioco che sopperisce alle assenze, che viene interpretato indistintamente da coloro che sono chiamati in causa.

Nella partita dove doveva rilanciarsi, la sconfitta con la Juventus non ha ridimensionato, ma ha sicuramente messo fame agli inseguitori, c’è stata una pronta risposta da chi è sceso in campo. Le assenze iniziali (non ultima quella di Calhanoglu, entrato comunque nella ripresa) non hanno pesato. Un primo tempo solo di Milan, con un Torino non pervenuto eccezion fatta per la traversa su punizione di Rodriguez, fa sì che i rossoneri si ritrovano a gestire nella ripresa un importante doppio vantaggio. In undici minuti, prima con Leao e successivamente con Kessié, hanno il pieno controllo della partita e possono disputare la ripresa con una certa tranquillità. Anche perché non ci sono tracce di Toro ed il Milan ha più di un’occasione per arrotondare maggiormente il proprio vantaggio, ma Sirigu e la poca precisione evitano un passivo più netto.

È nella ripresa che il Milan ragiona da grande squadre! Finalmente i giocatori allenati da Giampaolo danno segnali di risveglio e provano a riaprire la gara ma il diavolo, in totale tranquillità, controlla agevolmente le velleità granata.
L’occasione capita grazie ad un calcio di rigore assegnato dall’arbitro e conseguentemente annullato dallo stesso dopo un richiamo al Var. Un contrasto di gioco tra il calciatore del Toro e Tonali viene prima battezzato come fallo ma l’arbitro, richiamato al monitor per rivedere meglio l’azione, decide di ritornare sui suoi passi e valuta regolare l’azione del giocatore milanista, reputando fallo quello di Verdi ai danni di Tonali. Il quale è costretto ad abbandonare il terreno di gioco a causa di un trauma contusivo al polpaccio sinistro.
Anche nel primo tempo un contatto tra Belotti e Diaz, considerato all’inizio non punibile dall’arbitro, viene valutato diversamente dal Var, che corregge l’inziale decisione di Maresca. Da lì il raddoppio milanista del già citato Kessié.

Parlare oggi di Milan-Torino come partita condizionata dal Var, o fermarsi ai soli episodi, risulta un esercizio ridicolo e probabilmente non veritiero di quello che il campo ha mostrato. Da anni ho deciso di non entrare nel merito di decisioni arbitrali, e anche stavolta mi fermo ai fatti, facendo parlare il campo. Trovo sbagliato valutare una partita, dando maggior risalto alle decisioni postume prese dall’arbitro, che giustamente consulta le immagini a sua disposizione, rispetto a quelli che sono stati i valori delle due squadre. E lo dice uno che certamente non è un sostenitore del Var, visto che dalla sua introduzione le polemiche non sono mai mancate.

In Italia, ma forse tutto il mondo è paese, abbiamo la poca propensione a non fermarci sulla prestazione, cercando discussioni su fatti che non condizionano la partita. Ieri il Milan ha vinto non certamente per il Var, ma bensì per la sua organizzazione di squadra, la quale gli ha permesso di avere la meglio sui granata. E, a supporto di questo, bisogna riconoscere che nel nostro campionato ci sono tre squadre che stanno giocando meglio di qualunque altro: Il Milan, La Roma e l’Atalanta. Una menzione di merito si potrebbe fare anche per Sassuolo e Verona, che stanno nella parte alta della classifica, meritevoli del campionato e della posizione che occupano.

Il Milan con Pioli ha trovato la quadra giusta, indipendentemente da chi entra in campo, grazie all’unità e alla compattezza della squadra, si vede la mano dell’allenatore. Fonseca a Roma può essere soddisfatto di quello che sta facendo ed il terzo posto in classifica è ampiamente meritato. L’Atalanta che ha avuto un momento di riflessione, nonostante il quasi addio dal Papu Gomez, è ripartita alla grande, macinando gioco e gol come fa da qualche anno a questa parte.
Ed è proprio l’avere un gioco o meno, mostrando la propria identità contro qualunque avversario, che deve avere risalto maggiore e non certamente un arbitro che usa il Var, o chi polemizza come se ci sia stato un vantaggio da tale decisione.

In questa stagione nulla è stato regalato al Milan e tutto quello che ha conquistato parte da due considerazioni: sacrificio e coraggio. Sacrificio da parte di tutti nell’aiutarsi nei momenti in cui la partita richiede il massimo sforzo. Coraggio quello di chi sa che sta facendo bene e non ha paura di confrontarsi con avversari più forti.
Rispetto per tutti, paura di nessuno, è un must che ha cambiato radicalmente il mondo Milan. E la fiducia man mano è aumentata e con essa la prestazione. Nella partita dell’epifania contro la Juventus, nonostante la sconfitta, di quella gara è rimasta la performance che giustifica anche il non aver portato a casa i tre punti. E quanto esci a testa alta, contro un avversario che sulla carta è più forte di te, lo devi proprio a quello che hai dato in campo e a come ti sei comportato durante la gara.
Figuriamoci ieri, dove il risultato non è mai stato in discussione se c’era il bisogno di scomodare il Var per dare un giudizio sulla gara. Oggi, mentre leggevo le eventuali reazioni alla vittoria rossonera ho dovuto constatare come l’ausilio tecnologico sia stato usato in modo negativo per portare avanti una discussione basata sul nulla. Ripeto il Milan ha vinto perché meritevole dei tre punti e anche le discussioni sui rigori assegnati al Milan, in questo campionato, sono un mero tentativo di chi forse inizia ad aver paura della squadra di Pioli.

Scopri che vengono tirati in ballo i tanti tiri dagli undici metri concessi ai rossoneri, tutto buono per la gioia dei tifosi avversari che non vedono l’ora, senza dare uno sguardo alla quantità di occasione che il Milan crea dentro l’area di rigore. Per fortuna ci ha pensato Tuttosport e non “Forza Milan” a mettere le cose in chiaro. Il quotidiano torinese ha sottolineato giustamente che, eccetto il penalty ottenuto contro la Roma, (in quella partita l’arbitro sbagliò anche nel rigore assegnato ai giallorossi) tutte le altre volte sono state decisioni indiscutibili. Ripeto, decisioni indiscutibili. E lo ha detto un quotidiano non di parte, ma che ha voluto dare un dato oggettivo alla discussione.

Molto spesso si continua a pensare che tanti rigori a favore siano sinonimo di favoritismo, cosa che non sta in cielo ed in terra. Se il Milan va spesso in area di rigore, portando spesso tanti giocatori, non è una colpa. Nella fase di transizione la squadra rossonera riparte in velocità ed arriva facilmente nei pressi della porta avversaria, e quando il Milan riparte diventa difficile da fermare.
Ecco perché ogni discussione sul Var o sui rigori dati non rende giustizia a quello che il Milan ha fatto fino a questo momento. Contro il Torino ha ripreso la sua corsa come se la sconfitta di mercoledì non avesse intaccato le convinzioni e la sfrontatezza di questo gruppo, che non è stata scalfitta neanche dai tanti infortuni che anche ieri non l’hanno risparmiata.

Sperando di essere assistiti maggiormente dalla dea bendata ma, come dice Pioli, occorre stringere i denti e andare avanti. Gli infortuni fanno parte del gioco ed il Milan non ha mai usato questo tema come scusante prima di un match. Così il Var ed i rigori non devono essere “usati” per raccontare le partite ed il campionato dei rossoneri.
Perché la squadra vale più di una polemica o di una decisione arbitrale.
Siamo il Milan, oltre il Var c’è di più!