C’era una volta una splendida donna dal nome affascinante e particolare. Si chiamava Italia. Era nata con grande fatica e il parto non era stato certo semplice, ma l’amore dei suoi genitori aveva finalmente dato la luce a questa magnifica creatura. Pensate che ci vollero ben mille ostetriche per consentirle di uscire dal guscio. Tale dama ha grande stile e gusto per la moda, ma è anche molto attenta al significato che essa vanta. Proprio per quella ragione decise di vestirsi con 3 colori che vicini fanno a schiaffi, ma rappresentano qualcosa di unico. Il verde sarebbe l’emblema dei prati, il bianco quello della neve e il rosso è un omaggio al sangue dei caduti. O no? Mah, forse non è così. Probabilmente la derivazione ha a che fare con la Rivoluzione Francese e altre situazioni meno romantiche, ma a noi piace pensare diverso... Da bambina pianse tanto. Eccome se soffrì. Quando iniziava ad essere già più grandicella patì 2 pene che mai nessuno, forse, si sarebbe potuto immaginare. Tipicamente poco avvezza agli indirizzi di mamma e papà finì per scontrarsi con la dura realtà. La prima volta fu nel 1915 e per 3 anni restò alle prese con qualcosa di orribile che nemmeno voglio raccontare. Perse tanto, troppo sangue. Non apprese, però, la lezione e circa dieci anni più tardi, in piena adolescenza, cadde nel medesimo errore. Si sa, però, quella è un’età difficile in cui alcuni moti di ribellione che discostano dalla retta via sono possibili o persino probabili. Italia, così, tornò nel caos. Ci volle molto tempo per risolvere la situazione, ma da tale esperienza imparò tanto. La lezione fu appresa. I genitori decisore di darle delle regole ferree che chiamarono Costituzione. Fu una scelta molto saggia perché ne emerse un’opera favolosa che Italia contiene ancora un po’ impolverata e rinchiusa in un cassetto, ma sempre guida principale di ogni sua azione.
Ah, quasi dimenticavo. Tra le 2 brutte esperienze ne visse un’altra molto triste. Si ammalò gravemente. Si temeva persino che non ce l’avrebbe fatta. Fu colpita da una orribile malattia chiamata “spagnola”. Italia, però, è forte e tenace e riuscì ad avere la meglio anche del morbo. Le stagioni passavano e la dolce fanciulla era ormai donna. Visse varie fasi. Giovane affascinante e aitante si costruì un’ottima carriere che definì “boom economico”. In lei, però, si nascondeva un aspetto buio e oscuro così la grande bellezza si scontrò con gli anni di piombo o le stragi di mafia. Lentamente invecchiò ma, come le signore magnifiche, non perse mai il suo splendore.
Nel 2008 risentì di una grave crisi che imperversava nel suo mondo e le finanze iniziarono a piangere lacrime amare. Aveva chiuso i rubinetti. Qualche parte di essa ne soffriva parecchio ed esprimeva lamentele che venivano udite determinando alcuni cambiamenti nel carattere di Lei. Tutto sommato, però, la salute generale era piuttosto serena.
Ormai è noto: quando quella è a posto, non esistono grandi dilemmi. Nel 2020, all’improvviso, si ammalò gravemente. Fu un’escalation tanto improvvisa quanto drammatica. Italia era ancora giovane quando visse la medesima esperienza e i ricordi erano offuscati dal tempo, ma piuttosto vivi nei meandri della sua mente. La reazione fu dura, molto rigida come a un trauma. Si chiuse in se stessa e fece di tutto per sconfiggere il morbo che questa volta portava il nome di covid-19 ma, nel compiere tale azione, andò incontro ad ardue sofferenze…

Volete sapere come finisce questa storia? Non la conosco neanche io… Le premesse non sono delle migliori. Lungi dal volere creare terrore. Non è proprio nel mio stile. Solo la morte non ha soluzione e, anche in questa orribile vicenda, Italia troverà una via d’uscita. Ora, però, vi voglio parlare dello sport preferito da tale magnifica donna. Si tratta del calcio. Lo amava come in pochi altri e, anche se ultimamente è un po’ invecchiata riducendo le sue prestazioni, se la cavava egregiamente. Il coronavirus, però, è riuscito pure nell’impresa tremenda di creare odio in un rapporto che pareva destinato a essere d’infinito amore. Per la Signora, il pallone non è solo un gioco. Rappresenta una delle principali fonti del suo reddito ma, a volte, pare che non se ne accorga o, più probabilmente, finge di non farlo.

Ho provato a raccontare in una nuova chiave quella che è la Nostra Nazione e la sua liaison con il calcio. Ho cercato di darle un volto più umano tentando di considerare la collettività come un unicum che funziona soltanto se unito. Il rompersi un’unghia, infatti, crea dolore a tutto il corpo. Se una parte del Paese è in sofferenza ne risente l’intero sistema. Ciò che sta accadendo nel legame tra Stato e pallone è forse qualcosa di mai visto e davvero pericoloso per ambo le “contendenti”. Quanto successo tra Juventus e Napoli è deprimente e, tra l’altro, è andato in onda in mondovisione. E’ inutile raccontare nuovamente la faccenda tanto ormai è arcinota anche a chi non è interessato al tema. Immaginatevi cosa avranno pensato in Francia, Inghilterra, Spagna e Germania, per citare gli Stati più “calciofili” d’Europa, quando hanno assistito a una compagine che si presenta allo stadio e l’altra non arriva. Dopo 45 minuti di attesa il direttore di gara decreta la fine delle ostilità e il Giudice Sportivo valuterà. Vi giuro che una cosa simile l’ho potuta ammirare estasiato solo a livello amatoriale. Parlo di calcio a 7. Ricordo che, osservando i miei compagni, gli sguardi erano piuttosto allibiti e scherzando ci dicevamo: “Pensa se succedesse alla Vecchia Signora! Ahahahah”. E’ accaduto davvero. Pazzesco. Ancora non ci credo. E’ stato magnifico, invece, vedere le persone che comunque si sono recate allo stadio per onorare un match pur sapendo che non sarebbe mai andato in scena. Qualcuno andrebbe a teatro o al cinema per uno spettacolo che non c’è? Al calcio è successo pure questo e qualche Autorità, prima di sostenere che la scuola è più importante o simili discorsi demagogici, potrebbe magari porsi alcuni quesiti analizzando attentamente tutto ciò che la circonda. Capirebbe, così, l’importanza non solo economica, ma sociale del tema che sfiora. D’altronde ultimamente siamo piuttosto avvezzi a lezioni che ci sono impartite dall’alto spiegandoci quale sia il corretto modo di vivere o il comportamento da seguire. Non voglio essere presuntuoso ma, dal momento che rispetto la Legge e che questa mi viene spiegata, non necessito di ulteriore educazione. Quella che mi hanno impartito i miei genitori, parenti e insegnanti è già più che sufficiente. Credetemi, non si finisce mai d’imparare e il mio discorso non vuole essere una rigida chiusura all’altro o al nuovo. No, assolutamente. I proclami all’etica e al giusto modo di comportarsi, però, mi paiono un tantino eccessivi e deprimono pure il ruolo dell’istituzione stessa chiamata a dirigere la nazione senza filosofeggiare sugli stili di vita. Credo che la libertà d’opinione sia fondamentale e nessuno deve convincere qualcun altro della bontà di una norma che merita obbedienza esclusivamente come tale. L’ostinato tentativo di persuadere della sua moralità finisce per avere l’effetto contrario risultando inopportuno e ridondante. Chiuso il tema. Torno al teatrino dello Stadium. Dopo questa figura in mondovisione, mi viene da domandarmi se Cristiano Ronaldo possa sopportare una simile recita quando in altre nazioni non ho mai visto nulla del genere. Giovanni Terenziani come CR7: io ero al campo di Borzano, una piccola frazione del reggiano, un martedì sera aspettando invano i rivali dispersi per la Provincia. Lui era a Venaria Reale nella medesima situazione con la differenza che il sottoscritto, più fortunato, poteva rientrare al domicilio. Lui, invece, deve accettare l’isolamento stabilito da quel protocollo che, poi, sarà oggetto di questo pezzo. Tre mesi fa si sognava Messi e siamo giunti a questa scena… Di fronte a certe scene, concedetemi di pensare che sia piuttosto difficile ammirare certi campioni in Italia. Di Suarez non tratto nemmeno perché mi si accappona la pelle…

Ma cosa è successo realmente? Dove sono le colpe?
Chiarisco subito un punto. Sono d’accordo con il rinvio della partita tra Juventus e Napoli perché il cluster del Genoa è troppo importante e il possibile collegamento con i giocatori azzurri spaventa. Esistono le regole, ma vi sono pure occasioni eccezionali che le superano. Il caso citato rientra in quelle difficili rarità. L’errore è nelle modalità con cui si è giunti alla decisione. Vi riporto una teoria sentita da Sky Sport, interpretata personalmente e condita dal mio pensiero. Credo sia un errore pensare che il pomo della discordia debba ricercarsi tra bianconeri e partenopei. Penso che il reale nocciolo del problema sia da scovare, purtroppo, nel rapporto Istituzioni-Pallone o persino all’interno delle prime. Mi spiego. E’ sicuramente vero, e ciò trova conferma pure nelle parole di Andrea Agnelli rilasciate alla citata emittente che De Laurentiis avrebbe voluto rinviare l’incontro. Sono assolutamente convinto, però, che non abbia posto in atto la benché minima pressione sull’Asl competente del Capoluogo Campano. Non l’ha fatto. Repetita iuvant. Per il sottoscritto, non l’ha fatto. Mi piacerebbe, però, immaginare che la situazione avesse preso proprio quella piega. Sì, signori. Puniti corrotti e corruttori, il dilemma sarebbe risolto. Ma, per la terza volta, non è così. Non avrebbe senso porre alla luce un vulnus del protocollo che rischia di incastrare in modo grave il sistema, del quale il magnate fa parte, per soli 3 punti. Pensate, però, al paradosso. E’ davvero triste dover sostenere che il grattacapo minore sarebbe l’accertamento di un grave reato. Ma a che punto siamo arrivati? Mamma mia. Sto male mentre lo scrivo. Ritengo, invece, che il mondo del pallone patron degli azzurri compreso, abbia sputato sangue e dolore per raggiungere e sottoscrivere una normativa vidimata da Governo e CTS. E’ sufficiente, però, il parere contrario di un’Azienda Sanitaria Locale per renderlo in buona parte carta straccia. Capite che la situazione è davvero pericolosa come uno spillo rimasto nella calzino appena rattoppato. Chiaramente, e ci mancherebbe altro, il Ministro della Salute e quello dello Sport sono intervenuti a favore dell’Asl. Mi sarei stupito del contrario. Si tratta della “stessa famiglia”. E’ meno comprensibile, invece, il chiarimento del Comitato Tecnico Scientifico. Accetto anche che quest’organo possa consigliare le Autorità durante uno Stato di Emergenza ma, invadere il campo politico trattando di competenze, mi pare alquanto eccessivo. Insomma, suvvia, il suo è solo un ruolo consultivo che riguarda altre tematiche. Al di là dell’ultimo appunto, è pure possibile vedere una sorta di inghippo tra la Politica Nazionale e quella Locale che sicuramente non può essere agevole. Perchè un’Asl avrebbe, e voglio sottolineare che ne ha piena facoltà, dovuto scavalcare in maniera pure abbastanza spudorata i suoi sovrapposti? E’ come se l’amministratore delegato di una società non rispettasse le direttive del suo Presidente. Capisco il tema della salute, dei possibili collegamenti tra il dilemma del Grifone e le positività emerse al Napoli, dell’aumento attuale di contagi, ma si parla di regolamenti scritti a approvati da Autorità ed Esperti. Non voglio chiaramente entrare nel merito di una situazione che, per di più, nulla ha a che vedere con il calcio. Serve, però, chiarezza ed è necessario trovare quei giusti correttivi che impediscano di nuovo il verificarsi di una simile situazione. Mia nonna dice sempre: “chi si loda s’imbroda”. L’espressione, un tantino dialettale, penso sia piuttosto chiara. Vorrei proporvi, però, un pezzo che ho scritto giovedì e che contemplava proprio una vicenda simile a quella verificatasi 72 ore più tardi: “Si deve ricorrere all’ASL di competenza. Da quella, non si scappa. Se ordina la sospensione della gara, non si può fare altrimenti. E quindi? Si deve fare riferimento alla Figc. Perchè non alla Lega Serie A? Beh, quest’ultima è composta dai vari presidenti delle squadre di calcio che potrebbero avere un conflitto d’interessi. La Federazione è superpartes. Tale organo valuta. Esiste la possibilità di un rinvio ad altra data? Sì. Bene, così sia. No. Ahimè la compagine che ha presentato il problema, subirà una sconfitta 3-0 a tavolino”. Era solo un’idea.

Il calcio, in un certo senso, ha fornito pure un aiuto facendo emergere qualche problematica legata a tamponi e contact tracing. La sovraesposizione mediatica di questo settore potrebbe agevolare miglioramenti. Il riferimento è alla mancata perfezione dei test che possono risultare falsi. Accade che non percepiscano ancora il virus in incubazione o lo denotino pur essendo in una fase terminale senza alcuna gravità. Per quanto concerne il secondo punto, invece, trattasi di meccanismo efficace, ma con falla inevitabile e immensa. Se Tizio è entrato in contatto con Caio e questo non sa di avere contratto il virus perché asintomatico, il primo non sarà sottoposto a isolamento. Poi, all’improvviso, il secondo presenta i primi sintomi ed effettua l’esame. Soltanto dopo lascerà il nominativo all’Asl che contatterà l’amico. Intanto, però, questo può avere infettato centinaia di persone. Nel pericoloso mondo del pallone, ciò accade davvero raramente perché sia Tizio che Caio sono sottoposti a continue verifiche. Trattasi solo di esempio utile a specificare che il calcio è uno degli ambienti più sicuri e se si chiude quello non resta che un lockdown totale. Vorrei chiosare con un piccolo appunto verso chi considera questo sport un inutile vezzo e non mi rivolgo ad Autorità che pare abbiano ormai ben compreso la sua importanza. Il pallone è una parte fondamentale dell’economia italiana che consente di sfamare famiglie e miriadi di persone. I ricchi milionari che camperebbero anche senza sono solo la punta di un iceberg. La Cassa Integrazione, signori, non può essere la panacea di ogni male. Se il movimento si fermasse in tutta Europa sarebbe un dramma. Se il triste destino fosse, invece, soltanto nostro, ciò rappresenterebbe un’ecatombe definitiva che non può accadere. Non lo dimentichiamo mai!

Dai Italia, coraggio! Puoi ancora difendere la tua grande passione. Fai questo sforzo. L’ho già scritto troppe volte, però, e sto iniziando a non crederci più...