Qualche anno fa, dissi e scrissi (perchè verba volant, scripta manent) che il vero acquisto della Juventus di allora sarebbe stato Mario Mandzukic, ipotizzando per lui anche un cambio di ruolo. Caso vuole che Allegri ebbe la geniale intuizione di spostare Sua Cattiveria sulla fascia sinistra, inventandosi quel 4-2-3-1 che a lungo ha fatto le fortune della Juventus e di cui Mandzukic era il perfetto interprete. 

Ancora ricordo la conferenza stampa di presentazione di Marione che, alla domanda di un incauto giornalista che gli chiedeva il perchè dei suoi tatuaggi e se stesse pianificando di farne di nuovi (giuro che gliel'hanno chiesto davvero!), abbozza quel sorriso maligno e risponde che di certo vi erano domande più pertinenti e interessanti da porgli. Quello fu il primo assaggio dell'Uomo che la Juventus aveva portato a Torino. Del giocatore ce ne siamo innamorati poco dopo, quando mostrò quella grinta e quella cattiveria che gli sono valsi il suo soprannome. 

La scorsa stagione il croato è sembrato un po' sottotono, frenato da qualche leggero infortunio che ne hanno limitato il rendimento, ma questo non gli ha impedito di conquistarsi la convocazione in nazionale, dove, tra l'altro, ricopre un ruolo per cui i più lo consideravano ormai inadeguato. Come se si potesse dimenticare come si gioca in un determinato ruolo... 

Ebbene, Mandzukic ieri sera si è preso la massima delle rivincite morali sui suoi detrattori: chi lo vuole vecchio, chi lo vuole non adatto alla Juventus, chi lo vuole bollito è probabilmente lo stesso che ieri ha esultato quando, al 109' di gioco, ha siglato la rete che ha lanciato i croati in una finale Mondiale per la prima volta nella storia della nazionale croata.

Con il gol siglato ieri, Mandzukic (secondo marcatore di sempre in nazionale) consegna la sua nazionale alla storia, ad un passo da un'impresa che avrebbe un sapore quanto mai epico.

Gli anni passano, ma la grinta, la cattiveria (agonistica), lo spirito di adattamento e di sacrificio fanno di Mandzukic un idolo indiscusso per tutti i tifosi bianconeri. Siamo sicuri che nella finale contro la Francia, oltre a gufare per i transalpini, il popolo bianconero sarà lì a tifare per Sua Cattiveria, sperando di poterlo riabbracciare tra qualche settimana con i gradi di campione del mondo appuntati al petto.