Il campionato, a poche giornate dalla fine, ha ben poco da dire.
La prima e l’ultima in classifica sono state protagoniste di un bel duello su chi avrebbe centrato l’obiettivo stagionale con più giornate d’anticipo: in gioco lo scudetto o la retrocessione. Hanno vinto i clivensi, complice anche la gita fuori porta della Juve a Ferrara. Trattasi pur sempre di record. E se i tifosi gialloblù proprio non se la sentono di organizzare caroselli per le strade, bisogna comunque apprezzare che si è riusciti a scongiurare il rischio di una stagione a “zeru tituli”, che poi non è da tutti.
Intanto, il presidente Campedelli gongola per il premio paracadute, con atterraggio morbido e dorato lontano dall’occhio del ciclone che puntava dritto sul Chievo per la triste questione legata al doping amministrativo. Non è che fosse l’unica società a farne ricorso, ma nell’aria si respirava tanto l’odore acre di capro espiatorio.

La Juve, dal canto suo, si allena nei weekend per essere pronta in coppa. L’ottavo scudetto è solo questione di giorni e sarà omaggiato come un bisogno incombente e liberatorio al mattino. In fondo, vincere il campionato per i bianconeri è diventato fisiologico, quasi come perdere una finale. Per ora siamo (quasi) 8 a 7, in caso di pareggio ci saranno fuochi d’artificio e manifestazioni di giubilo per milioni e milioni di rosiconi in tutt’Italia.
Il Napoli si conferma, ancora una volta, al secondo posto. Se è pacifico che la Juve fa un campionato a parte, allora si può festeggiare lo scudetto delle squadre terrestri di serie A.  De Laurentiis, che si atteggia a grande innovatore, pare ci stia pensando: tra lo scudetto degli “onesti” e quello del “fatturato”, potrebbe spuntarla quello dei “comuni mortali”, magari qualcuno ci casca... Tuttavia gli azzurri si confermano incompiuti in Champions, e il percorso in Europa League si è complicato dopo la sconfitta a Londra contro l’Arsenal per 2 a 0. Nulla è compromesso, speriamo nella remuntada al ritorno.
L’Inter, pur claudicante, mantiene il terzo posto, nonostante un clima litigioso all’interno. A metà campionato Marotta silura Spalletti e amoreggia con Conte, Spalletti silura Icardi e amoreggia con gli slavi, Icardi silura la società e amoreggia con i tifosi (almeno quei pochi che gli rimangono), i tifosi silurano tutti e amoreggiano con l’Ajax, Conte silurerà Wanda e amoreggerà con Icardi da giugno in poi. Ah no, questo non si può ancora dire..  Nel frattempo Milan, Roma e Atalanta si giocano il quarto e ultimo posto per l’accesso in Champions. Ovvero il prestigio del Milan, la passione di Roma e il gioco dell’Atalanta. E siccome prestigio e passione non portano sempre ai risultati, io voto Gasp. Intanto Lazio e Torino sperano nei passi falsi di chi le precede, pur con un andamento - tragicamente - lento. Diciamo che, per sperare nell’Europa, o le vincono tutte da qui alla fine o, di questo passo, devono perderle tutte quelle che ora si trovano avanti. Una lotta che, considerati i risultati e il rendimento tutt’altro che costante, potrebbe definirsi fra poveri, di lusso. Eppure vale la stagione. In coda, invece, mancano ancora due posizioni da assegnare per la B, anzi una. Infatti, per il Frosinone è solo questione di (poco) tempo. Poi dall’Empoli al Parma nessuna è al sicuro, ma la beneficienza bianconera con Genoa e – soprattutto – Spal fa incazzare chi ancora è invischiato nella lotta salvezza. Cose che si ripetono tutti gli anni, ma è piuttosto singolare che si registri con tante partite ancora da giocare. Il fatto è che la Juve ha praticamente già vinto e, di questi tempi, affrontarla è un vantaggio: chi l’avrebbe mai detto. Infine un paio di curiosità del weekend di serie A. Icardi, dopo la fascia, perde anche il privilegio di battere i rigori per l’Inter. Mentre Wanda non perde mai occasione di aprire bocca, a sproposito. Se tanto mi dà tanto, Icardi si troverà presto a tagliare l’erba di S.Siro.
Infine, la partita più interessante di questo fine settimana è senz’altro quella tra Torino e Cagliari. Il risultato non c’entra, ma vuoi mettere la poesia di un contrasto tra Rincon e Ionita? O un N’Koulou che ti minaccia con lo sguardo? In fondo, con una calcio sempre più brutto e poco spettacolare, bisogna pur sempre trovare qualcosa per cui valga la pena assistere a 90 minuti di nulla. Nella speranza che, anche quest'anno, ci si diverta il prossimo.