Il 4 maggio si avvicina e probabilmente si tornerà agli allenamenti, poi ai campionati.
Presi dalla pandemia e dai suoi riverberi anche sul calcio, forse abbiamo dimenticato che la Serie A interrotta era la più avvincente degli ultimi dieci anni.
La corsa era a tre. La Lazio volava come la sua aquila nel  cielo, sulle ali dell’entusiasmo e dei gol d’Immobile. La Juve faceva il minimo   sindacale e stava lì, un passettino avanti a tutti. L’inter aveva avuto qualche  frenata, ma la distanza era colmabile, anche in considerazione della partita da recuperare con la Sampdoria. E Conte è uno che non muore mai. 
Alla ripartenza sarà ancora cosi? Gli equilibri saranno gli stessi? Io non credo. Ci sono troppe variabili e non è semplice individuare chi ne trarrà beneficio e chi nocumento.
Proviamoci.
La Juventus riprenderà con lo spinoso caso di Higuain che, se non altro, la priverà di un attaccante dalle caratteristiche uniche e in una situazione di fortissima congestione dei calendari, già densi così, senza l’incognita Champions League (perché d’incognita si tratta); vero è che stiamo parlando della rosa più completa dì tutta la Serie A, ma l’attacco di Sarri si era sostanzialmente retto su quei tre, perciò la probabile assenza del Pipita influirà non poco. Non solo, ma si dovranno altresì verificare le condizioni di Dybala, visto che nessuno può sapere fino in fondo quanto questo virus sia stato per lui debilitante; di certo in questo periodo si è allenato poco e niente, è perciò incontrovertibile che la Joya (io preferisco “u picciriddu”) non ripartirà dallo stesso livello dei suoi colleghi (compagni o avversari che siano). 
Attacco a parte, c’è un altro elemento di cui tener conto, cioè l’ipotesi che i bianconeri giochino le partite casalinghe in campo neutro e, vista l’incidenza che lo Stadium ha sempre avuto sui risultati della Signora, non mi pare proprio un elemento trascurabile. La Juve resta comunque la squadra più forte.

Stesso problema di campo neutro forse ce l’avrà l’Inter, comunque indietro in classifica rispetto alle altre due. Le partite da giocare sono tante, recuperare i punti è possibile. L’auspicio è che questa pausa sia stata utile non solo a far riprendere fiato agli spremuti della compagnia, ma anche a far sì che Eriksen possa, al rientro, mettersi al passo con gli altri e che Sensi possa presentarsi completamente ristabilito: dando per scontato che in queste settimane entrambi abbiano seguito alla lettera i dettami di preparatore e nutrizionista, pensate a cosa sarebbe l’Inter con un Eriksen in più e il Sensi d’inizio stagione. Sarebbe un crack. Al contrario, se non avrà tutti, ma proprio tutti,  al meglio, di quelle in corsa sarà la squadra che più patirà le tre partire al giorno, avendo anche in agenda il ritorno di semifinale di coppa Italia e l’Europa league. 

E poi c’è la Lazio del vulcanico Lotito e del tonante Diaconale (al quale però vorrei sommessamente ricordare che non è Zeus e che dovrebbe perciò abbassare i... tuoni).
Sulla Lazio la considerazione è semplice, quasi banale. La Lazio è un’ottima squadra da qualche anno, ma quest’anno aveva due armi in più, che nello sport pesano talvolta in modo determinante: la consapevolezza dei propri mezzi e l’entusiasmo; armi che Ciro Immobile brandiva con efficacia letale. Se, alla ripresa, non le avrà smarrite (trattasi di processi squisitamente mentali), potrà continuare ad inseguire il sogno. È innegabile comunque che per i biancocelesti giocare ogni tre gironi sarà più complicato che per le altre due, avendo la rosa più risicata. Rosa risicata, centrocampo mostruoso, bomber da record e allenatore bravissimo... e la bilancia oscilla. 
Insomma, la corsa sarà tutta da vivere e il campionato avvincente.
Avvincente e bruttissimo, il più brutto di sempre. A porte chiuse.