Il grande cantautore milanese Eugenio Finardi scriveva un inno alla sua città negli anni '70: "Si può vivere anche a Milano". Erano tempi completamente diversi da oggi, ma il succo resta uguale. Andare a Milano oggi significa respirare all'opposto rispetto al resto d'Italia: frenesia, moda, produttività ed il PIL più alto d'Europa! Milano è esattamente ciò che dovrebbe essere la Penisola che, al contrario, è in una delle peggiori fasi involutive della sua breve storia.

Milano ovviamente è anche la città delle 10 Champions e dei 36 scudetti divisi equamente: purtroppo oggi è la città calcisticamente dell’Inter prima in classifica. Per un casciavit come il sottoscritto è orripilante e surreale girare per la metropoli e sentire l’orrido slogan nerazzurro: Amala! Ma amala cosa? Se devi amare l'Inter che arriverà alla settima Champions coi pronipoti degli attuali tifosi di quarant'anni, cosa devi provare per il Milan? Lasciamo perdere: è il loro momento, vanno lasciati sfogare.

Resta vivo il rammarico: sei, sette anni fa costoro erano sotto terra, con la solita Champions ogni 40 anni e, se solo non fossimo stati preda di gestioni al limite della follia ed in pieno tafazzismo, oggi il Milan sarebbe ancora competitivo per tutto ed in mano ad una proprietà reale. Invece il cinese giusto è andato dai bauscia ed è iniziato il nostro inferno col mandarino sbagliato. Oggi si sprecano le ironie e i sorrisetti di compassione nei riguardi del Milan perché se li è andati a cercare tutti, dal primo all'ultimo, e risalire passerà soprattutto dalla capacità di chi sarà in grado di riportare ordine e rispetto.

Milano, nel suo ennesimo, ciclico ritorno allo splendore, oggi saluta l'Inter come regina incontrastata della città. Noi torneremo al primato metropolitano solo quando un proprietario tangibile sarà stato in grado di ridare sicurezza e basi solide, rispetto e timore da parte degli avversari, prima che manciate di milioni. Non possiamo sbagliare: sarà quello, e non altri, il chiaro segnale che per il Milan sono tornati i fasti che la sua storia esige. Si può vivere anche a Milano... con un'Inter tristemente padrona della scena.