La sconfitta subìta dal Napoli sul campo dell’Empoli sancisce in maniera definitiva l'uscita della squadra azzurra dalla corsa allo scudetto, ormai ridotta ad una questione tra le due società milanesi. Tagliata fuori fin da subito dalla lotta per il titolo tricolore, la Juventus concluderà in casa del Sassuolo una giornata di campionato che, grazie alle contemporanee sconfitte di Roma, Lazio e Fiorentina, quest'ultima capace addirittura di cadere a Salerno, offre ai bianconeri l'opportunità di chiudere con una vittoria ogni discorso relativo al quarto posto e alla qualificazione alla prossima Champions League, obiettivo minimo di una stagione in cui la squadra di Allegri, nonostante l'evidente modestia delle rivali, non ha mai saputo sfruttare le tante occasioni avute a disposizione per avvicinare il treno di testa, un vecchio accelerato, niente a che vedere con le moderne e veloci frecce.
I continui problemi muscolari riportati dai giocatori nel corso di partite e allenamenti continuano però a mietere vittime in casa bianconera. La lista infortunati stagionale ha ormai raggiunto dimensioni parecchio imbarazzanti per uno staff di preparatori atletici che dovrebbe rappresentare il meglio della categoria. Questa volta a fermarsi è Cuadrado, le cui condizioni verranno valutate nei prossimi giorni, costretto dunque a saltare l'importante trasferta in terra emiliana. 
Per la sfida al Sassuolo, Allegri si affida ancora una volta al suo abituale 442. Dopo la partita di Coppa Italia che ha visto protagonista Perin, Szczesny riprende il suo posto tra i pali. In difesa, assente De Ligt, anche lui in condizioni fisiche non perfette, la linea di quattro è formata da De Sciglio, Bonucci Rugani e Alex Sandro. Bernardeschi, Zakaria, Danilo e Rabiot, ultimi superstiti di un reparto falcidiato dalle assenze, agiranno a centrocampo, mentre in avanti, tenuto inizialmente a riposo Vlahovic, nonostante la settimana piena a disposizione per recuperare prima del prossimo impegno, tocca a Dybala e Morata guidare l'attacco bianconero. Dalla panchina dei padroni di casa, Dionisi risponde schierando la sua formazione con il consueto 4231. Consigli; Muldur, Ayhan, Chiriches, Kyriakopoulos; Frattesi, Lopez; Berardi, Raspadori, Traoré; Scamacca; sono gli undici uomini scelti dal tecnico neroverde per iniziare un incontro che sulla carta vede la Juventus favorita.

Per la seconda volta nel giro di poche giornate, la partita viene trasmessa da Sky. Niente rotelline di caricamento e cali di risoluzione ma ancora una volta il 4K. Dopo una stagione dal punto di vista televisivo decisamente tormentata, inizia a diventare una piacevole abitudine. Fin dall’apertura del collegamento sugli spalti spicca una netta prevalenza di tifosi della Juventus. C’è molto bianconero sulle tribune dello stadio di Reggio Emilia quando l’arbitro Maresca guida in campo le due squadre. Per l’occasione, la Juventus, senza nessun particolare motivo, torna a sfoggiare quella maglia gialla di cui nessuno sentirà la mancanza una volta concluso questo campionato. 

La partita nasce tra diverse interruzioni che impediscono al gioco di salire di ritmo. Il Sassuolo pare muoversi sul campo con maggiore disinvoltura rispetto alla Juventus che, fin dalle battute iniziali, evidenzia in diversi giocatori difficoltà di equilibrio tali da compromettere una gestione della palla efficace. Inquinata da grottesche scivolate e da numerosi errori tecnici, la manovra bianconera si snoda lenta ed approssimativa. Gli uomini vestiti di giallo trasmettono quasi la sensazione di trovarsi tutti insieme lì per caso. Passaggi troppo corti. Passaggi troppo lunghi. Passaggi fuori tempo e fuori misura. L’azione juventina nasce e muore nel giro di pochi tocchi, senza mai arrivare neppure per sbaglio ad impensierire Consigli. Come sempre la proposta di calcio di Allegri si riduce a due soli schemi. Il pallone lanciato in alto sulla sinistra verso un colpitore di testa (spesso Rabiot, che però di testa non la prende quasi mai) e il contropiede in campo lungo. Le uniche iniziative un minimo interessanti nascono dalla catena di destra formata da De Sciglio e Bernardeschi che in diverse circostanze riescono ad arrivare a proporre qualche buon cross da fondo campo.
Il Sassuolo gioca in maniera più fluida, seguendo linee di gioco ben codificate dal calcio del tecnico Dionisi. I padroni di casa portano presto la partita nella metà campo della Juventus, favoriti anche dal baricentro decisamente basso con il quale Allegri è solito schierare la sua squadra. Nella prima parte di gara i tiri più pericolosi sono tutti dei giocatori in maglia neroverde. Raspadori sfiora l’incrocio dei pali al termine di un’iniziativa individuale al limite dell’area di rigore avversaria. Frattesi di testa manca di poco la porta sugli sviluppi di un angolo calciato da Berardi. Un cambio di gioco completamente sbagliato da Dybala, apre il campo alla ripartenza di Berardi che, arrivato al limite dell’area, aggira la chiusura di Danilo portandosi il pallone sul destro e cerca una conclusione che impegna Szczesny in una difficile parata.
La Juventus si vede dalle parti di Consigli soltanto in un paio di circostanze, entrambe con Dybala. Liberato in area da un cross dal fondo di De Sciglio, l’argentino vede il suo destro spegnersi contro la schiena di Frattesi. Qualche minuto più tardi, ancora il numero dieci, con un tentativo di pallonetto dalla lunghissima distanza tenta di sorprendere, senza particolari esiti, il portiere degli emiliani. Si tratta di piccoli bagliori nel buio. L’iniziativa resta nei piedi degli uomini di Dionisi che, quando da poco è trascorsa la mezz’ora, con una rapida ripartenza rifinita da Muldur, portano Scamacca alla conclusione da posizione favorevole. Il potente destro dell’attaccante si infrange ancora una volta contro il pronto riflesso di Szczesny. 
La buona intuizione avuta dalla redazione di Sky di ridurre l’impatto della seconda voce nella telecronaca viene però in parte rovinata dalla frequenza eccessiva con cui la regia apre il collegamento con lo studio da dove Marocchi, con l'ausilio di una lavagna tattica, spiega quanto sta accadendo in campo. Staccare dalla partita, spesso anche con il pallone in gioco, per raccontare con qualche freccetta disegnata sullo schermo come la squadra di Allegri sia disposta con il 442 non pare una grande trovata. Quantomeno non sembra un servizio indispensabile.
Il Sassuolo continua a muoversi sul prato decisamente meglio rispetto alla Juventus. Al termine di un’azione insistita a ridosso dell’area di rigore bianconera, Kyriakopoulos verticalizza in favore di Berardi. L’esterno è bravissimo a premiare con un pregevole colpo di tacco la sovrapposizione di Raspadori, lanciandolo oltre le linee avversarie. L’attaccante conclude con un forte tiro di sinistro. La palla passa tra il primo palo e Szczesny, apparso forse non del tutto perfetto nella circostanza. Il Sassuolo corona un bel primo tempo con la rete di un vantaggio che tutto sommato ha meritato.
La partita riprende. La regia offre un’inquadratura del palco riservato alla dirigenza juventina. Nedved, scurissimo in volto, segue la gara seduto accanto ad Arrivabene. Nemmeno lui appare molto convinto da quello che sta vedendo. Il tifoso davanti alla tv è preoccupato. La partita si è messa male. La squadra rischia seriamente di sprecare l’ennesima occasione offerta da questo campionato così modesto. Allegri ordina a Vlahovic di iniziare il riscaldamento. Il piccolo gruppo di ascolto davanti alla tv ancora fatica a digerire l’esclusione iniziale del centravanti serbo.
“Ma come gli è venuto in mente di tenerlo fuori”.
La Juventus, colpita dalla rete di Raspadori, prova a raddrizzare il brutto primo tempo proponendosi in avanti. Poco prima dell’intervallo trova il gol del pareggio. Morata affonda deciso il contrasto su un ingenuo Kyriakopoulos, recuperando il pallone. Lo spagnolo serve Zakaria, appena dentro l’area, il quale a sua volta trova Dybala che sta entrando in area dalla destra, attraverso il lato corto. L’argentino controlla e lascia partire un sinistro violento e preciso che si infila sotto la traversa senza concedere a Consigli alcuna possibilità di intervenire. La Juventus pareggia. Per Dybala si tratta del gol che gli permette di staccare Munerati e di rimanere da solo al decimo posto tra i marcatori della storia bianconera, ad una sola segnatura da Roberto Baggio. Un traguardo importante raggiunto dal giocatore nel corso delle sue sette stagioni trascorse in maglia bianconera. I giocatori del Sassuolo protestano con l’arbitro Maresca. Nel mirino il contrasto portato con decisione da Morata su Kyriakopoulos. Il replay evidenzia il tocco dello spagnolo sul pallone. Il gol, dopo rapido consulto con il Var, viene confermato. Dybala non esulta. Parla con Bonucci. Alla discussione si aggiunge anche Morata. I tre danno l’impressione di cercare soluzioni per colmare la distanza troppo grande che separa la squadra dalla porta avversaria.
Un colpo di testa di Morata, terminato a lato, chiude dopo due minuti di recupero una prima parte di gara che ha visto sul terreno di gioco del “Mapei Stadium” una brutta Juventus. I soliti messaggi che arrivano dai gruppi di whatsapp che tengono compagnia al tifoso bianconero durante l’intervallo, raccontano di una partita impostata dal tecnico su due risultati. Raccontano di una Juventus fin troppo rinunciataria nella convinzione di avere nel pareggio un’opzione comunque valida. Senza Vlahovic si è rivista in campo la squadra della prima parte di stagione. Una squadra che difende raccogliendosi negli ultimi trenta metri ed è costretta, ogni volta che recupera il pallone, a risalire settanta metri di campo senza la possibilità di appoggiarsi direttamente sul fisico del serbo. In questo modo si arriva pochissimo e quasi mai in maniera lucida in zona gol. E’ trascorsa un’intera stagione ma i problemi offensivi esibiti dalla squadra nel corso dell’intero campionato sono ancora molto lontani dall’essere risolti.
Trovato il gol del pareggio nel finale di primo tempo, Vlahovic viene di nuovo fatto accomodare in panchina. Le due squadre si ripresentano sul terreno di gioco con le stesse formazioni con le quali hanno iniziato l’incontro. Morata, all’altezza del primo palo, corregge verso la porta un calcio d’angolo battuto da De Sciglio, chiamando Consigli ad una grande parata. Deviata dal portiere neroverde, la palla scivola fuori dallo specchio della porta sfuggendo per un soffio al tentativo di intervento in scivolata da parte di Bonucci. Il Sassuolo risponde immediatamente con Muldur, il cui destro dal limite dell’area incontra la pronta respinta da parte di Szczesny.

A ridosso del decimo minuto arriva per Allegri il momento delle prime sostituzioni. Chiellini prende il posto di Rugani che, per il tempo che è rimasto in campo, non ha mai dato una sensazione di piena affidabilità. Apparso sempre in affanno nel contenere le iniziative degli avversari, sembra ormai un giocatore che non ha più nulla da dare alla Juventus, alla quale è “imprigionato” (si fa per dire) da un contratto fuori mercato che lo rende di fatto invendibile. Quando si parla della prossima campagna acquisti in casa bianconera, non si può non considerare, con Bonucci in declino e Chiellini ormai finito, la necessità di acquistare un difensore centrale da affiancare a De Ligt. Nella stessa finestra di sostituzioni, oltre Chiellini entra anche Vlahovic che, con una certa sorpresa per il piccolo gruppo di ascolto davanti alla tv, prende il posto di Dybala. La Juventus si ridisegna adesso in campo con un 352, se possibile, ancora più difensivo. Danilo scala nel trio di difesa. Zakaria diventa il perno centrale del centrocampo, accompagnato sui due lati da Bernardeschi e da Rabiot. De Sciglio ed Alex Sandro, sulle rispettive corsie, si allargano a tutta fascia. L’intento di Allegri di blindare il punto ed eventualmente cercare in contropiede il frammento risolutivo è adesso evidente. Morata ha una buona opportunità dal limite dell’area. Raggiunto da un cross di De Sciglio deviato dalla difesa avversaria, l’attaccante spagnolo è rapido a girarsi ma la sua conclusione si spegne sul fondo, accarezzando la base del palo con Consigli battuto. Per Morata è l’ultima giocata di una partita non particolarmente brillante. Allegri lo richiama in panchina. Al suo posto il tecnico livornese inserisce Kean. Il Sassuolo torna ad impensierire Szczesny con un diagonale dalla distanza di Kyriakopoulos che si spegne a fondo campo passando molto vicino al palo.
La partita si mantiene su un binario di equilibrio, anche se sono sempre i padroni di casa a lasciarsi preferire per la maniera pulita con la quale muovono pallone e uomini sul terreno di gioco. Per gli attaccanti della Juventus il campo da coprire è tanto, spesso troppo. La squadra mostra evidenti difficoltà nel risalire settanta metri palla a terra e si affida sempre più spesso al lancio in avanti verso Vlahovic. Il serbo però fatica, tenuto sotto stretto controllo da Chiriches e Ayhan. I bianconeri si vedono di nuovo dalle parti di Consigli con l’ennesimo cross dalla destra proposto da De Sciglio, molto continuo nel trovare il fondo. Il rimpallo scaturito dal contrasto tra Kean e Chiriches obbliga Consigli ad esibire un discreto riflesso.
Il tempo scorre lentamente nonostante la squadra di Allegri dia adesso l’impressione di controllare piuttosto agevolmente gli attacchi avversari. La Juventus non offre un grande spettacolo, e forse nemmeno sarebbe lecito pretenderlo a questo punto della stagione, a non piacere è però soprattutto un atteggiamento che pare perfino troppo rinunciatario. La squadra è arroccata in difesa e lascia il pallone al Sassuolo. Ad amareggiare un minimo il tifoso davanti alla tv, che inizia ad accogliere l’imminente pareggio come un risultato tutto sommato non disprezzabile, è sempre la solita sensazione di non giocarsi le partite fino in fondo. Di non sfruttare in maniera piena le risorse della squadra per prendersi i tre punti.
Allegri interviene un’ultima volta sulla sua formazione. Richiama in panchina Bernardeschi e manda in campo il giovane Miretti, appena rientrato dalla sfortunata final four di Youth League, nella quale la Juventus si è arresa in semifinale soltanto ai rigori contro il Benfica. I portoghesi hanno poi vinto la manifestazione frantumando, nella finale per il primo posto, il Salisburgo con sei reti.

Il novantesimo è alle porte, il pareggio sembra ormai consolidato quando la Juventus, grazie allo schema preferito dal calcio di Allegri, indirizza in maniera definitiva il destino della partita. Bonucci lancia lungo verso la fascia sinistra. Alex Sandro salta più in alto anche di Rabiot e, di testa, colpisce il pallone verso Kean, appostato al limite dell’area. L’attaccante è bravo a controllare, aggirare Chiriches e calciare rasoterra con il sinistro. Il pallone passa attraverso le gambe di Consigli, non impeccabile nella circostanza e rotola in fondo alla rete.
La Juventus è in vantaggio. La squadra in campo esulta.
Il piccolo gruppo di ascolto davanti alla tv tira un sospiro di sollievo. Al tramonto di una partita sicuramente non bella inizia a prendere forma una vittoria fondamentale, se non addirittura decisiva, per il cammino dei bianconeri verso la qualificazione alla prossima Champions League.
Trovato il vantaggio la squadra si barrica in difesa dei tre punti. Il Sassuolo tenta di reagire ma i quattro minuti di recupero concessi da Maresca scorrono via senza particolari pericoli per la porta di Szczesny. Chiellini respinge di testa l’ultimo pallone. Il triplice fischio arbitrale certifica una vittoria che regala ai bianconeri un vantaggio di otto punti rispetto alla Roma, l’inseguitrice più vicina. Adesso la Juventus ha soltanto un punto di ritardo dal terzo posto occupato dal Napoli. La missione è quasi compiuta. A quattro giornate dal termine, anche considerando l’eventualità che le nostre inseguitrici riescano a vincere tutte le prossime partite, alla squadra di Allegri sarà sufficiente battere nei prossimi due incontri Venezia e Genoa, le ultime due della classifica, entrambe ormai con più di un piede in Serie B, per avere la certezza di un posto nella prossima Champions League. 

Il traguardo minimo, che in pochi si aspettavano la Juventus faticasse così tanto a raggiungere, è ormai alla portata. Una stagione non facile, modesta per risultati e gioco espresso, nella quale i problemi offensivi mostrati dalla squadra non sono mai stati risolti, è finalmente giunta ad un passo dalla conclusione. Rimangono poche partite di campionato, valide per la definitiva certificazione del quarto posto, e soprattutto la finale di Coppa Italia, rimasta a questo punto l'obiettivo principale dell’ultima parte di stagione. Strappare un trofeo all’Inter per chiudere con un sorriso. Senza dubbio, ad inizio annata, ci aspettavamo molto di più.