8375 km di gara, 1065 piloti, 578 veicoli tra moto, camion e automobili: questi i numeri della 44° edizione della Dakar che aprirà la stagione motoristica 2022. In questa occasione i piloti concorrenti si metteranno alla prova in una gara divisa in 14 tappe nello scenario desertico dell’Arabia Saudita. Partendo dalle origini della corsa, arriviamo a scoprire cosa è successo nel primo giorno di Dakar 2022.

E’ il 1976 quando Thierry Sabine, durante il rally Abidjan-Nizza, si perde nel pieno del deserto libico. Durante questa disavventura, il pilota francese partorisce l’idea “romantica” di creare un rally-raid alla portata di tutti con partenza da Parigi e arrivo a DakarIl 26 dicembre 1978 questo sogno si realizza e con lui anche la prima vera e propria Parigi-Dakar. Inizialmente la competizione aveva il nome “Oasis”, che derivava dal main sponsor della gara. A questa partecipavano solo piloti privati e l’assistenza loro fornita era minima. Le categorie “Auto”, “Moto” e “Camion” non erano divise e tutti i concorrenti gareggiavano in un'unica classifica. Il primo cambiamento arriva nel 1980 con l’approdo delle case ufficiali nella categoria “Moto”. Yamaha, Honda e BMW si confrontano tra le dune africane creando sfide i cui protagonisti oggi sono riconosciuti come vere e proprie leggende dell’off-road. Con il loro arrivo, almeno per la categoria “Moto”, la Dakar diventa sempre di più una gara per professionisti, perdendo quel carattere strettamente privato che aveva nel passato. Il 1982 è ricordato come uno degli anni più importanti per la storia della competizione.
Durante quella che era la quarta edizione, Mark Tatcher, concorrente e pilota inglese, figlio della Iron Lady Margaret Tatcher, si perse con la sua Peugeot 504 nel deserto del Sahara. La situazione divenne subito molto seria e ci furono costosissime spedizioni di ricerca per individuare il baronetto inglese che infine venne ritrovato dall’aviazione algerina. Questo evento ebbe grandissima risonanza mediatica, rendendo la Dakar nota in tutto il mondo
Nel 1986 arriva la prima vittoria italiana. Nella categoria “Camion” Vismara e Minelli, a bordo del loro Mercedes U 1300-L, si aggiudicano la prima posizione assoluta. Purtroppo, nello stesso anno, il fondatore Thierry Sabine muore in un drammatico incidente aereo, proprio mentre stava seguendo la “sua” competizione. Il resto degli anni ’80 e ’90 ha reso famose moto come la Honda Africa Twin e la BMW GS, mezzi che, insieme ai loro piloti, sono rimasti nella storia, vincendo complessivamente otto edizioni

Passando al nuovo millennio, gli anni 2000 sono caratterizzati dal trasferimento dell’evento oltreoceano.
Nel 2008 la competizione venne annullata in quanto il rischio di atti terroristici nel territorio africano era troppo alto. Così, dall’anno seguente, la Dakar si svolse in Sud America, tra Argentina e Cile, e curiosamente, nel 2009, la gara fu vinta, per la prima volta nella storia, da un pilota africano
Dal 2020 la competizione si aggiunge alle tante manifestazioni “acquisite” dall’Arabia Saudita e tocca anche le importanti città di Jeddah e Riyadh. Oggi la Dakar, oltre ad avere un’elevata rilevanza internazionale, è diventata uno scenario non solo sportivo ma anche un’occasione di evoluzione tecnologica. Spesso essa influenza il mondo esterno, con imprese storiche e con la creazione di leggende dello sport, mantenendo intatto il suo spirito di avventura e adattamento che da sempre la contraddistingue. Se si dovesse descrivere la Dakar in due parole, “bella” e “dannata” sarebbero quelle più adatte; l’affascinante quanto pericolosa competizione conta 31 piloti deceduti nel corso delle edizioni e, a differenza delle altre manifestazioni del motorsport, il bilancio aumenta quasi di anno in anno.

Spostandoci al 2022, troviamo subito un cambiamento rispetto alle precedenti edizioni. La prima tappa “di trasferimento”, da Jeddah a Ha’il, guadagna peso per la classifica generale e per la qualifica della griglia della tappa iniziale. Nel prologo, quindi, la strategia di gara diventa subito protagonista in quanto la decisione di partire davanti risulta essere molto rischiosa, con i piloti di testa che fanno il “lavoro sporco” della navigazione, favorendo chi li segue in termini di percorso e velocità. Nel giorno d’apertura, per la categoria “Moto”, ha stupito il primo posto dell’australiano Daniel Sanders che, con la sua Gas Gas, si è posizionato in cima alla classifica. Raggiunge la posizione numero 21 il rookie di questa stagione 2022, Danilo Petrucci, sulla Ktm Factory, per la prima volta in carriera alle prese con dune, mappe e fuoristrada. Per quanto riguarda la categoria “Auto”, i riflettori sono puntati sulle Audi RSQ e-tron. Quest’anno la casa di Ingolstadt scende in campo con i prototipi elettrici guidati dallo spagnolo Carlos Sainz (papà del ferrarista di F1) e dal francese Peterhansel, iridato di 14 edizioni della Dakar. Per il team Audi sport la prima tappa si conclude con il secondo posto di Sainz, con brevissimo distacco dal qatariota Al-Attiyah su Toyota (solo 12’’), e un più deludente 14° posto di Peterhansel, con 1’ e 12’’ di distacco dalla prima posizione. La categoria “Camion” vede il team russo Kamaz-Master monopolizzare le prime quattro posizioni, sicuramente facilitato dall’assenza dei bielorussi della Maz, esclusi ad un mese dalla partenza
Solo i prossimi giorni sapranno dirci chi avrà la meglio in questa edizione, ma già questi primi momenti hanno saputo regalare grandi emozioni. Chissà che, anche questa volta, la competizione non si arricchisca di colpi di scena tali da renderla indimenticabile nel tempo.