Dall'Estremo Oriente al Sud Italia il passo non è certamente breve. Ma è così che Shunsuke Nakamura decide di lanciarsi nel calcio che conta, approdando nel 2002 alla Reggina, neopromossa in Serie A, per una cifra vicina ai 3.5 milioni di dollari.
E a entrare nei cuori dei tifosi ci mette pochissimo, siglando 3 reti consecutive nelle prime 3 giornate di campionato, col peso della 10 sulle spalle. In poco tempo in città scatta una vera e propria Nakamura-mania, dal Giappone arrivano orde di fan indemoniati che smaniano per avere una foto con il loro idolo. I Bronzi di Riace stessi vengono messi in ombra da un ragazzo dal sorriso gentile con gli occhi a mandorla.

Giocatore dotato di tecnica sopraffina, le sue punizioni diventano un’istituzione per tutti gli appassionati di calcio. Le magliette vanno a ruba in breve, anche nelle grandi città, mete più ambite dai turisti nipponici. E Shunsuke ripaga le aspettative giocando alla grande e chiudendo la stagione con 7 goal in 36 partite.
Dopo Nakata, che già aveva fatto bene con la maglia di Perugia, Roma e Parma, è il secondo giapponese a riscuotere successo nel calcio italiano. E l’impegno e le buone prestazioni lo portano a rivestire la maglia della nazionale strappatagli l’anno prima, quando era stato escluso dalla rosa in occasione dei Mondiali del 2002, disputati proprio in Corea del Sud-Giappone (dispiace riaprire certe ferite, è solo dovere di cronaca). A causa di vari infortuni e prestazioni altalenanti, non riesce a confermarsi negli anni successivi in riva allo Stretto, e nell’estate 2005 Shunsuke decide che è momento di cambiare aria.
Corteggiato da grandi club in tutto il mondo (Atletico Madrid e Borussia Dortmund su tutte [fonte Wikipedia]), decide di accasarsi agli scozzesi del Celtic, militante in Scottish Premier League. Il suo impegno e la sua costanza sono visti di buon occhio da tutta la squadra e a fine anno Nakamura conquista subito due titoli nazionali: la Scottish Premier League e la Scottish League Cup. Il 13 settembre 2006 diventa il primo giocatore giapponese a segnare in Champions League, con una punizione telecomandata sotto gli occhi esterrefatti di tutto l’Old Trafford, casa storica degli inglesi del Manchester United.
Ma non è abbastanza per Shunsuke. Al Celtic Park, con un’altra meraviglia dai 28 metri, sigla la rete che permette agli Hoops di avanzare alla fase ad eliminazione per la prima volta. Nel 2007 viene inserito nella shortlist per il Pallone d’oro. Dopo 4 anni gloriosi al Celtic (conditi da 128 partite e 29 goal), si trasferisce all’Espanyol, club nel quale non troverà mai veramente spazio, per poi accasarsi nuovamente allo Yokohama Marinos nel 2010, da dove era cominciato tutto 8 anni prima. 192 presenze e 42 goal in sei anni e l’approdo allo Jubilo Iwata, club sempre giapponese nel quale milita tutt’oggi.

Una bellissima storia di calcio, di sacrificio, di passione. Kansha, Shunsuke, un grandissimo grazie da chi non può fare a meno di questo sport, del quale hai scritto sicuramente una bellissima pagina.

Vi lascio alle sue 40 punizioni più belle.