Tutto come un anno fa per l’Inter che contro lo Shakhtar non va oltre lo zero a zero e complica così (ancora una volta) la strada verso la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League. Qualificazione, poi, resa ancora più difficile dalla clamorosa vittoria dello Sheriff sul Real Madrid che ora obbliga i nerazzurri a dover inanellare solo una serie di vittorie per poter accedere alla fase ad eliminazione diretta. Eppure le premesse per un risultato diverso rispetto a quello ottenuto l’anno scorso c’erano tutte viste soprattutto le ultime prestazioni fornite dai nerazzurri e la vocazione più offensiva maturata dagli ucraini con l’arrivo di De Zerbi in panchina. Proprio la prestazione,però,è mancata in casa nerazzurra con la squadra apparsa spenta e poco lucida (forse si iniziano a far sentire i tanti impegni ravvicinati) e che per larghi tratti della partita ha lasciato la manovra in mano agli avversari.

Proprio per la ricerca della freschezza (e per una giusta logica di turnover), Inzaghi ha provato fin dall’inizio a mischiare le carte con Dumfries e Dimarco titolari sugli esterni e Vecino al posto di Calhanoglu. Nonostante le novità, però, l’inizio di partita è di marca Shakhtar con gli uomini di De Zerbi che gestiscono palla e spazi e che provano a sfondare soprattutto sulla corsia mancina dove Dumfries mostra più di una lacuna in fase difensiva. L’ottimo inizio dei padroni di casa, però, si traduce solo in un tiro di Solomon che sfiora il palo con la difesa nerazzurra brava nel chiudere tempestivamente le azioni avversarie. Dal canto suo, l’Inter si affida prevalentemente ai lanci lunghi per ovviare ad una manovra troppo lenta e poco fluida (merito degli avversari che chiudono bene gli spazi centrali) sfruttando però poco le corsie laterali dove spesso gli esterni godono di fin troppa libertà. Se lo Shakhtar sembra avere il dominio del palleggio, è l’Inter, invece, ad avere le occasioni migliori con Barella che colpisce la traversa con un bellissimo tiro a giro dalla distanza e Dzeko che spara alto da buonissima posizione sugli sviluppi di un calcio d’angolo.

Nella ripresa sarebbe lecito aspettarsi una reazione da parte dell’Inter che invece rientra in campo ancora con la prima inserita, a differenza degli avversari che partono con il piede sull’acceleratore e che hanno subito l’occasione del vantaggio con Skriniar che salva alla grande e spedisce in corner il pallone dell’uno a zero. Nemmeno l’occasione avversaria sveglia l’Inter, che lascia sempre più l’iniziativa in mano agli avversari e che non riesce più a rientrare in partita (nemmeno con i cambi). Solo negli ultimi cinque minuti i nerazzurri cambieranno marcia con Correa che esalta Pyatov che a sua volta si supera anche sul colpo di testa di De Vrij.

Finisce così zero a zero con gli ucraini contenti per aver strappato un punto ad una compagine più forte,e con i nerazzurri che tornano a casa con l’ennesima delusione europea. Un passo indietro, quindi, per l’Inter sia nel risultato che nel gioco dove gli errori commessi sono stati troppi e sono avvenuti sia in fase d’impostazione che in fase difensiva.
Come detto, nel primo tempo (ma in alcuni casi anche nel secondo) l’Inter si è spesso affidata ai lanci lunghi, anche perché Brozovic (mente della manovra nerazzurra) era spesso in difficoltà con la palla tra i piedi, con risultati però poco entusiasmanti e con tanti palloni regalati agli avversari. Manovra, poi, complicata anche dalla poca reattività sugli esterni e dalla poca partecipazione degli attaccanti con Lautaro e Dzeko quasi mai in partita. Nella ripresa, con un’Inter ancora più stanca rispetto ai primi quarantacinque minuti, Inzaghi ha provato ad apportare qualche modifica con i cambi ma sia Correa (nonostante l’occasione finale) che Sanchez sono apparsi ancora fuori forma mentre Calhanoglu si è adeguato fin troppo ai ritmi della partita incidendo così poco e male nella manovra.
Nota positiva è senza dubbio Skriniar, che giganteggia in difesa disinnescando qualsiasi pericolo arrivi nell’area di rigore nerazzurra. Lo slovacco, inoltre, ha dovuto spesso mettere una pezza sugli errori di Dumfries poco presente in fase difensiva, lasciando così il compagno in inferiorità numerica. Nonostante la poca lucidità e la conseguente prestazione offerta, bisogna però ammettere che le occasioni migliori sono state di marca nerazzurra (ben quattro) e questo non fa altro che aumentare la rabbia e la delusione per il risultato finale.

Un punto in due partite (era due nella passata stagione) non è certo lo score sognato dai nerazzurri che rischiano per il quarto anno consecutivo (e con tre allenatori diversi) di non accedere agli ottavi di finale (tra l’altro obiettivo dichiarato da Inzaghi ad inizio stagione). Per tornare in corsa servono, innanzitutto, le due vittorie contro lo Sheriff. Cosa questa non poi così facile visto i sei punti in classifica e la vittoria sul campo del Real che rischia di aumentare l’autostima dei giocatori dello Sheriff che tra l’altro sono all’esordio nella massima competizione europea.

Riuscirà Inzaghi a rilanciare i nerazzurri nella massima coppa? Oppure seguirà mestamente le orme di Spalletti e Conte? Per la prima di quattro risposte bisognerà aspettare 19 di ottobre quando i nerazzurri ospiteranno a San Siro lo Sheriff primo in classifica.