Purtroppo non bastano i colori di una maglia. Non basta chiamarsi Milan per essere oggi la squadra che tutti erano abituati a conoscere fino a qualche anno fa. Si critica tanto Gattuso che di scelte ne ha sbagliate sicuramente molte, ma a mio modo di vedere la vera delusione di questa squadra è la rosa fatta, giova ricordarlo, da giocatori scelti da tre dirigenze diverse.

In primis molto hanno pesato i giocatori che non hanno mai o quasi mai giocato e che la dirigenza non è stata in grado di mandare via (A. Donnarumma, Montolivo, Bertolacci, Strinic, Mauri): soldi usciti inutilmente da casse già semivuote e a norma di regolamento UEFA non direttamente rifornibili dalla pur ricca proprietà.

Gli altri hanno quasi tutti deluso o quanto meno hanno dimostrato sul campo un valore complessivo sicuramente inferiore rispetto a quello schierato dalle altre squadre in lotta per la Champions. L’Inter ha una rosa migliore, la Roma ha una rosa migliore. L’Atalanta era sulla carta inferiore, ma sia l’allenatore, sia i giocatori hanno avuto un rendimento straordinario e dato molto di più rispetto a quanto ci si aspettasse da loro.

Romagnoli ha fatto un ottimo campionato, ma ad Empoli il Milan ha lasciato due punti per un suo incredibile errore. Donnarumma è stato in certe occasioni straordinario, ma il Milan ha perso cinque punti tra Inter all’andata e Sampdoria a Marassi per errori che raramente si vedono sui campi di Lega Pro. E’ un campione ed è vero che ha salvato diverse altre partite, ma il suo ricco ingaggio giustifica proprio quel tipo di apporto.

Se aggiungiamo gli altri errori gravi di Castillejo nel rigore del derby di ritorno, di Borini con la Juve, ed altre sbavature dalle quali si sono presi gol decisivi, da parte di Calabria, Musacchio e Rodriguez (il cui apporto secondo me è sottovalutato: molto bloccato e quasi mai al cross, ma tatticamente molto apprezzabile e tra i migliori nel ruolo quando si tratta di chiudere la diagonale) ed infine il rigore provocato da Kessie col Torino, si può affermare che i punti importanti il Milan li abbia persi per strada più per sciocchi errori individuali che per carenze difensive tattiche di Gattuso: due gol presi da calcio d’angolo a favore e poco più.

Al contempo in attacco si è prodotto poco gioco, e questa responsabilità va certamente attribuita a Gattuso, ma le prodezze individuali che da sole hanno deciso le partite - con le quali i grandi giocatori sopperiscono alla mancanza di gioco - sono state pochine: il gol di Piatek che ha sbloccato il risultato con l’Atalanta… e poi?

E' vero che il Milan di Gattuso non è spettacolare, ma la rosa senza centrocampisti di qualità, tolto Biglia se tale lo vogliamo considerare, non l'ha costruita certo lui da solo. E comunque di squadre che fanno spettacolo e vincono qualcosa di importante in Europa se ne vedono poche.

Se il Milan quest’anno la qualificazione alla Champions League dovesse soltanto sfiorarla, le colpe non dovrebbero forse ricadere tutte sull’allenatore, cosa di cui invece sono in molti ad essere convinti: se dovesse finire quinto o sesto, Gattuso sarà il capro espiatorio più comodo per tutti e l’anno prossimo, sebbene con un nuovo allenatore, il Milan si ritroverà da capo a dodici.