Da un esame dell'albo d'oro recente della Champions League, sorge spontanea una domanda: per vincere la Champions è necessario andare all'inseguimento di un grande allenatore affermato?

Nel 2019 ha vinto il Liverpool allenato da Klopp, che è sì allenatore di gran nome, ma che prima della vittoria di Madrid non era certo stato un vincente, al punto che per lui era appropriata la qualifica di "perdente si successo"; fra l'altro in finale ha battuto un altro allenatore, Pochettino, di cui si fa un gran parlare, ma il cui palmares non è certo infarcito di vittorie; e non si venga a dire che non abbia a disposizione una buona squadra, ricordo che i suoi giocatori sono quelli che hanno disputato più minuti ai recenti Mondiali di Russia, qualcosa vorrà pur dire.... Da sottolineare il fatto, piuttosto, che entrambe le finaliste hanno continuato a puntare sul proprio allenatore, senza avere la fregola di canbiare tecnico ad ogni sospir di vento (riferimenti e critiche alla vicenda Juventus/Allegri sono puramente voluti).

Negli anni precedenti la Champions è stata vinta per tre volte dal Real Madrid allenato da Zidane che, nonostatnte la sua grande carriera da calciatore, non era stato assunto come grande allenatore affermato; infatti proveniva dalla squadra B del Real per sostituire, a stagione in coso, Rafa Benitez, lui sì assunto come allenatore affermato, ma protagonista di risultati deludenti (fra l'altro, dopo l'esonero dal Real, Benitez concludeva la stagione con la retrocessione in serie B del suo Newcastle, mentre il Real del subentrato Zidane alzava la Champions.....). Il precedente vincitore della Champions era stato il Barcellona, guidato da Luis Enrique che all'epoca della sua assunzione era reduce dall'esonero da parte della Roma e non aveva certo la nomea dell'allenatore di grido.

L'allenatore di grido era Guardiola, che aveva lasciato il Barcellona per approdare al Bayern Monaco e successivamente al Manchester City, due squadroni con l'obiettivo dichiararto di vincere la Champions: obiettivo che nessuna delle due squadre ha centrato. Il Bayern aveva vinto la Champions l'anno precedente l'arrivo di Guardiola, allenato da Heynckes, che non era certo considerato all'epoca un allenatore di grido; già a stagione in corso gli era stato comunicato il non rinnovo del contratto per l'anno successivo, a seguito dell'assunzione del "grande (?)" Guardiola. Questi aveva precedentemente vinto la Champions allenando il Barcellona, ma lì, quando era  stato nominato allenatore della prima squadra azulgrana, non era ancora un tecnico affermato, ma solo un ex calciatore dal grande passato.

Scorrendo l'albo d'oro degli ultimi dieci anni, possiamo constatare che le uniche Champions vinte da squadre che avevano assunto un allenatore già affermato, sono quelle vinte dall'Inter di Mourinho, che era già lo "Special One" al suo arrivo a Milano. e dal Real Madrid della "decima" di Carlo Ancellotti, già vincitore di Champions col Milan. Nelle loro successive esperienze, sia Mourinho che Ancellotti, pur alla guida di squadre prestigiose e infarcite di campioni, hanno sempre fallito l'assalto Champions. Anche se il calcio non è scienza esatta e i risultati sono sempre pronti  a smentire anche le migiori teorie, si può forse concludere che è più facile vincere la Champions lasciando che crescano assieme squadra e allenatore, senza grande fretta e senza fregole di cambiamenti; anche qui il riferimento all'assurdo esonero di Allegri è chiaro, d'altronde "la lingua batte dove il dente duole"