Mi perdoneranno le compagini lombarde se dico che in questo girone d’andata che ormai volge alla conclusione la vera sorpresa è stata l’Empoli.
La squadra di Andreazzoli si trova all’ottavo posto con 26 punti, 14 da quella quota salvezza che ad agosto era indicata come obiettivo stagionale. A stupire non sono solo gioco, organizzazione e risultati, ma anche l’ondata di freschezza ed entusiasmo portata dai numerosi giovani talenti cui la società toscana ha dato modo di mettersi in mostra. Tra la rinascita di “vecchie” promesse nel ruolo di centravanti come Pinamonti e Cutrone, la classe ancora intermittente, ma accecante di Bajrami e Zurkowski e la conferma anche al livello più alto di Samuele Ricci, a prendersi la scena nelle ultime settimane è stato Fabiano Parisi. Costretto a saltare i primi due mesi per un brutto infortunio al perone occorso nel finale della scorsa annata, il terzino sinistro classe 2000 si è affacciato alla Serie A senza i riflettori puntati addosso, ma a far parlare di sé ci ha messo davvero poco. Una volta recuperato è bastato il tempo di una manciata di partite per togliersi la ruggine di dosso e scalzare dalla corsia sinistra Marchizza, come se adattarsi al maggiore campionato italiano fosse per lui una sciocchezza. 
Del resto Parisi è uno abituato a stupire e andare oltre i pronostici, è partito dal basso e ha fatto la gavetta vera. Anche troppa, probabilmente. 
Originario di Serino, in provincia di Avellino, nel 2017 si accasò al Benevento, iniziando a giocare con la primavera. Dopo soltanto un anno fu ceduto in prestito proprio all'Avellino, nel frattempo retrocesso in Serie D in seguito al fallimento societario.
La sua scalata alla massima serie è partita quindi tra i dilettanti. In Irpinia, nonostante la giovanissima età, Parisi mostrò subito di essere di un’altra categoria. 36 partite da titolare e assist in semifinale playoff nella prima stagione.
L’anno dopo in Lega Pro le presenze furono 28 e i gol 4, tutti splendidi. In particolare una discesa sulla fascia sinistra contro il Monopoli portandosi avanti il pallone partendo da poco oltre la linea di centrocampo, sombrero sul primo difensore, tocco di testa per superare il secondo e poi sinistro secco sotto la traversa. Una marcatura degna del suo soprannome: “il pendolino di Serino”. Ancor più bella la rete segnata a Picerno, un pallonetto di prima intenzione da posizione molto esterna, a punire l’uscita maldestra del portiere lucano. Il suo allenatore Eziolino Capuano, uno che di peli sulla lingua ne ha pochi, lo definì extraterrestre. Il premio di miglior under 19 del girone C di Lega Pro sembrò confermarlo. In Irpinia Parisi sarebbe rimasto volentieri, adorato dai tifosi e protagonista a casa sua, ma la società biancoverde ne aveva probabilmente fiutato l’appetibilità sul mercato oltre che il destino appartenente a palcoscenici ben più invitanti. Dopo qualche screzio con la dirigenza il calciomercato lo portò quindi ad Empoli, piazza particolarmente favorevole ai giovani. Soprattutto uno step ulteriore verso la Serie A, non ancora raggiunta, ma non più utopia. In Toscana il terzino campano si adattò facilmente al miglior livello tecnico e alla fisicità più marcata. La competizione con Terzic, altro ragazzo molto talentoso, ne stimolò la crescita senza intimorirlo, e il bottino a fine stagione fu di 20 presenze, 1 gol, 2 assist e una promozione raggiunta dominando il campionato sotto la guida di Fabio Dionisi. A soli 21 anni Parisi si è guadagnato sul campo la Serie A. Ha realizzato il sogno di avere come colleghi e dirimpettai calciatori del calibro di Theo Hernandez, Perisic e Spinazzola, il tutto partendo da quel contratto di addestramento da 800 euro al mese dell’Avellino. 

La storia però, è tutt’altro che conclusa.
Questa estate per il ragazzo sono arrivati apprezzamenti importanti e le insistenti voci di un interessamento del Napoli che non può che essere aumentato dopo che nell’ultima gara di campionato contro i partenopei Parisi ha fatto sfigurare il rivale Mario Rui. Curiosamente anche quest’ultimo ha esordito in Serie A con la maglia dell’Empoli, chissà che non sia un segnale. Nella stagione in corso, come detto iniziata per lui con un po’ di ritardo a causa dei problemi fisici, Parisi ha già messo a segno un assist, ha statistiche offensive superiori alla media nel suo ruolo, mentre può leggermente migliorare quelle difensive. Il fisico minuto, probabilmente il motivo che lo ha costretto a ripartire dalle serie inferiori senza che club di A o B si facessero avanti, in questo senso non lo ho aiuta, ma il talento serinese è comunque in grado di compensare con determinazione, corsa e aggressività. Solo contro il Napoli è proprio nella sua area di rigore che ha messo a segno le sue azioni più importanti, con due salvataggi che hanno evitato il peggio al portiere Vicario. Chi lo ha visto in questi anni era curioso di valutarne l’impatto con un campionato in cui lo sforzo e l’atletismo richiesto sono elevatissimi, e la prova per ora è stata superata senza riserve. A tutto ciò vanno aggiunte ottime capacità di dribbling nello stretto e un piede educatissimo quando va al cross. Caratteristiche che, a lungo andare, potrebbero renderlo interessante non solo, come già detto, per squadre di livello superiore all’Empoli, ma anche per la nazionale di Roberto Mancini. A sinistra, oltre all'insostituibile Spinazzola, in questi mesi si sono visti Emerson Palmieri e Biraghi. Il primo è un fedelissimo del tecnico marchigiano e al Lione sta ritrovando continuità, ma non ha mai davvero riconfermato quanto di buono mostrato alla Roma. Il secondo è in ripresa ed è uno dei maggiori beneficiari della cura Italiano, ma il prossimo dicembre avrà già 30 anni. In attesa c’è anche Dimarco, su buoni livelli da un paio di stagioni. Per Parisi, che intanto si è guadagnato l’under 21, però nulla è impossibile.
Ci sono abbastanza indizi per fare una prova.