“Tutto ciò che mi circonda a Venezia è pieno di nobiltà, è l’opera grande e rispettabile d’una forza umana concorde, il monumento magnifico non già d’un sovrano, ma d’un popolo”. Così recita uno dei passi più incantevoli, magnifici, profondi e descrittivi dell’opera “Viaggio in Italia” del filosofo tedesco Johann Wolfgang Goethe. Lo scrittore nativo di Francoforte scrisse questa splendida opera negli anni a cavallo tra il 1813 e il 1817 e lo fece strutturandolo quasi come fosse un vero e proprio diario nel quale descrisse in maniera minuziosa ed intima il suo viaggio in Italia.

Tra le varie mete visitate dall’autore non poteva mancare Venezia, la città sull’acqua, la città dei ponti, delle maschere, delle gondole, dei signori, del popolo, dei Dogi… la città dei Veneziani. Goethe decise di descriverla così e mai descrizione fu più azzeccata, perché la Serenissima è quello che è grazie al suo popolo, grazie alla sua gente a chi ha sempre creduto nelle sue potenzialità, a chi non ha mai mollato davanti alle difficoltà sempre più pressanti cha una società moderna e meccanizzata come quella di oggi impone, a chi ama Venezia perché è unica al mondo, unica e irripetibile.

Irripetibile come quanto accaduto ieri, 27 Maggio 2021, una data che rimarrà impressa nella mente di chiunque provi qualcosa nei confronti della città lagunare!
Finalmente, “I Fioi”, così si chiamano i ragazzi tra le calli, sono tornati tra i grandi! Anche Venezia, una delle città più importanti del Bel Paese finalmente dopo un’attesa snervante durata quasi 20 anni e costellata più di delusioni e rancori che gioie, dalla stagione 2021-2022 avrà la sua squadra di calcio cittadina in Serie A. Venezia, una realtà consolidata in altre discipline sportive ormai da anni, il basket la fa da padroni tra Umana Reyer maschile e femminile (queste ultime campionesse in carica), potrà finalmente tornare a godersi lo spettacolo del calcio che conta!

La cavalcata dei lagunari è la più classica delle favole sportive, si parte da un fallimento negli anni 2015-2016 che porta la società a dover riorganizzare l’assetto e ad iscriversi al campionato di Serie D conquistando la promozione in Lega Pro; nella stagione 2016-2017, una volta insediatosi quale presidente della società l’Avvocato americano Joe Tacopina, uscito dalla compagine del Bologna FC, affida la panchina a Filippo Inzaghi. “SuperPippo” imbecca l’annata giusta e riesce a portare gli arancioneroverdi alla seconda promozione di fila, questa volta in Serie B. Gli anni successivi furono contraddistinti da stagioni altalenanti, una serie di avvicendamenti in panchina (e sulle scrivanie della dirigenza), prima Vecchi, poi Walter Zenga e infine Serse Cosmi, senza trascurare anche un certo Giorgio Perinetti nella carica di direttore sportivo, che naturalmente non fece sfigurare la società apportando alla squadra una serie di innesti tecnici che nella serie cadetta fecero la differenza. Fino ad arrivare a ieri sera, finale play off di Serie B, una promozione nella massima serie da conquistare con i denti per i ragazzi di Zanetti. La vittoria per 1 a 0 dell’andata aiuta, ma i giocatori veneziani sapevano di non poter stare troppo tranquilli, infatti i “Fioi” partono male, hanno una terribile paura di commettere errori, e come tutti sanno, la paura di sbagliare fa sbagliare e zac…si fanno infilare da un solido e concreto Cittadella nei primi minuti di gara. E’ un assedio continuo per tutto il primo tempo, al 37° minuto i lagunari rimangono in 10 per l’incosciente espulsione di Mazzocchi e di li al termine sarà un patema.

Ma se ha ragione Goethe, cioè che Venezia è frutto del suo popolo, non poteva che accadere nulla di diverso da quanto si è verificato!
Minuto 93', il Cittadella è tutto sbilanciato in avanti alla ricerca del gol che significherebbe Serie A, ma il Venezia recupera un pallone d’oro, uno dei giocatori simbolo della squadra, l’Under 21 Maleh, prende palla, inizia a corre a spron battuto con la palla incollata al piede, si defila sull’out di sinistra e pennella un assist al bacio nel centro dell’area di rigore degli amaranto e lì, pronto a ribadire in rete senza indugio sbuca lui, l’anima di questo Venezia, colui che a Venezia deve tutto fin dalla nascita: Riccardo Bocalon, classe 1983, una carriera fatta di gavetta tra Serie C e Serie B, ma soprattutto un cuore Veneziano come nessun altro! E’ lui, il “Doge”, neanche a dirlo, a segnare il gol che leva l’urlo di gioia di un popolo, di una città, di un ecosistema intero quale è quello Veneziano! E così la favola si è conclusa, con un lieto fine che ha dimostrato come Venezia sia unica e come solo i Veneziani siano in grado di valorizzarla per quello che vale.

Onore a tutti, a mister Paolo Zanetti in primis, che come ha più volte ribadito nelle interviste dopo le partite di questi play off è riuscito a tirare fuori tutto quello che avevano dentro questi ragazzi; voglia, determinazione, ambizione, rabbia (sana e sportiva), cattiveria agonistica e soprattutto CUORE, un cuore da LEONI!
Onore alla società, solida e determinata, che ha saputo investire il giusto in termini economici e nei ruoli azzeccati! Onore ai Fioi che, forse inconsciamente o forse consapevoli dei propri valori sono arrivati dove nessuno avrebbe scommesso ad inizio stagione se avesse dovuto paragonare la rosa arancioneroverde con altre nel campionato cadetto.
Onore ai tifosi che nonostante le restrizioni e il divieto di andare allo stadio hanno sempre sostenuto la squadra senza perdersi d’animo! Come dicono a Venezia “no sarà miga massa desso?”, no, non è troppo è quello che si merita chi non molla mai e “tien botta finchè no a xefinia!”
“Daghe Fioi che a storia a xe n’cora tutta da scrivAr!”