Come ormai noto a tutti, la Seria A è pronta a riaprire i battenti: dopo una lunga attesa, finalmente, i tifosi italiani potranno ricominciare a sognare e ad emozionarsi, compiendo cosi un notevole passo oltre la soglia del ritorno alla normalità.
Ma siamo cosi sicuri che si stia andando nella direzione giusta?

Da laziale euforico, a laziale dubbioso 
Io, da tifoso laziale, non ho potuto che accogliere con un'estasi quasi mistica (in pieno stile Bernini) la notizia della ripresa. Inutile nasconderci dietro ad un dito: che vinca o no lo Scudetto, questo è l'anno della Lazio. L'anno in cui bisogna provarci a tutti i costi. Impossibile anche solo pensare il contrario in una stagione simile, condita da vittorie all'ultimo secondo, colpi di fortuna e da dei giocatori incredibili come quelli che Simone Inzaghi si trova a disposizione.
Dopo qualche ora di euforia, però, ho cominciato a riflettere, ad analizzare in maniera più fredda e cinica le condizioni della ripartenza: quello che ne è emerso è stato un totale affievolimento di tutti quei pensieri che, poco prima, mi avevano portato a stappare quella bottiglia di champagne, che da qualche mese tenevo in cantina per l'occasione. Nonostante ciò, ad oggi, la gioia continua imperversa a sovrastare dubbi e pessimismo: già il solo sapere che torneremo a vedere i nostri beniamini in campo, è un qualcosa che ritengo molto importante a livello sociale. Cosi come, dal punto di vista economico, il sapere che migliaia di lavoratori non finiranno in cassa integrazione. Insomma, di motivi per essere felici ce ne sono, e non pochi. Ma a noi tifosi, si sa, piace sempre star lì a cavillare: e allora, dopo aver messo da parte l'ancor duratura "euforia da ripartenza", mi sono lasciato trasportare dai pensieri più pratici e maligni

Il primo dubbio
ll primo dubbio che si è palesato nella mia mente, trasformandomi in un "polemizzatore in tempo di pace", è stato quello relativo alla quarantena collettiva: sinceramente, mi sembra un totale controsenso promuovere la ripartenza del campionato, perseguendo la linea della quarantena collettiva. Pensare che un singolo contagio, tra i vari magazzinieri, medici, giocatori e via dicendo, possa portare una squadra a saltare cinque gare di campionato (vista la frequenza con cui si giocherà e i tempi della quarantena), getta grandissimi dubbi sulle possibilità che la stagione venga portata a termine regolarmente. 

Un dilemma dal nome "Play-off"
E questo ci porta direttamente al secondo, ed ultimo, punto: quello relativo ai play-off e ai play-out. Come ormai noto, in caso di un'ulteriore brusca frenata del campionato, si attingerebbe al cosidetto "piano b". Appunto ai Play-off e ai Play-Out. Quello che però ancora non sembra essere del tutto chiaro è la formula che questi presenterebbero nel caso in cui dovessero essere chiamati in causa. Negli ultimi mesi se ne sono sentite di tutti i colori: da chi voleva vedere le prime dodici coinvolte, a chi recalamava uno spareggio secco tra Juventus e Lazio. Insomma, da un estremo all'altro.
Da laziale devo ammettere, in tutta sincerità, che, dibattendo su questo argomento, mi sono ritrovato ad essere accusato di "tradimento" dai miei stessi amici biancocelesti, e di faziosità, invece, da parte di tutti gli altri. Insomma, a quanto pare non ho un pensiero particolarmente popolare. Anche se devo dire che ho notato come questo sia accaduto anche a tante altre persone. Ciò a dimostrazione di quanto sia difficile accontentare tutti e trovare una soluzione che quantomeno si avvicini al concetto di meritocrazia. Seppur anche qui il dibattito potrebbe dilungarsi a dismisura, vista la difficoltà nel trovare un senso univoco al concetto di merito. Ma questo, in fondo, è un articolo scritto prettamente da un punto di vista  personale. Ed io, di certo, non ho la pretesa o la presunzione di conoscere la verità assoluta. Sempre che questa esista.

Conclusione
Di conseguenza, mi chiedo, quale potrebbe mai essere la formula più corretta, quella più meritocratica, che possa in qualche modo rispecchiare il più fedelmente possibile i reali valori che il campionato ci ha consegnato fino a questo momento? 
Da quanto ho letto, la "soluzione perfetta", o quantomeno quella più accettabile dalla maggior parte dei tifosi, sarebbe quella di includere le prime quattro squadre nello spareggio finale: una soluzione equa. La perfetta via di mezzo tra tutto quella che abbiamo sovracitato. Non credete? Io, purtroppo, non la penso cosi. Ed ecco che divento impopolare e fazioso.

Ripeto, il mio è un punto di vista del tutto personale e ampiamente opinabile, mi viene però difficile immaginare squadre a 15 punti dal primo dal primo posto, duellare per il tanto ambito traguardo. D'altra parte è anche vero che qualcuno, questi play-off, dovrà pur giocarli. Ed è ancor più vero che, al momento, nonostante il grande distacco, nessuno impedisce alle squadre sovracitate di tornare in corsa per il tricolore prima di un ulteriore ed eventuale stop. Ed è per questo che, a mio modesto avviso, l'unica soluzione veramente meritocratica, sarebbe quella di far disputare questi fantomatici ed  ipotetici Play-off, ad un numero illimitato di squadre. Il tutto, ovviamente, nei limiti di un prestabilito numero massimo di punti di distacco rispetto alla prima classificata. Un numero realistico, che tra l'altro andrebbe a diminuire proporzionalmente con le giornate mancanti. Un numero che, al momento, difficilmente vedrebbe aggiungersi qualcuno alla lista delle pretendenti, insieme a Lazio, Juventus ed Inter.