Non sono un folle. Comprendo le ragioni sanitarie. Ci mancherebbe. E’ da inizio pandemia, però, che difendo una linea e continuo a pensare che quella sarebbe la strategia migliore. Ho udito il Ministro Speranza sostenere che occorra raccontare la verità alle persone. Sono convinto che sia la strada giusta. Senza dubbio. Proprio per questo non vorrei che ci si illudesse tanto riguardo alla brevità della battaglia. Pare, purtroppo, che la via non sarà molto corta. I vaccini condurranno fuori dal guado, ma si necessita di tempo. Per tale motivo, bisogna sapere convivere con il problema. Come? Con il lockdown totale e generalizzato? No! Quella sarebbe la soluzione se, in un breve lasso, si riuscisse a creare una sorta d’immunità. Non si è, però, in queste condizioni. Un confinamento potrebbe abbassare la curva del contagio, ma difficilmente la condurrebbe all’azzeramento. A quel punto, il rischio sarebbe di una ripresa non appena vi fosse una nuova apertura. E’ vero che l’estate potrebbe aiutare, ma non è la panacea e i numeri sono troppo lontani dall’ipotizzare che gli anticorpi farebbero la loro parte. Ciò senza vagliare il dilemma delle frontiere che, se anche chiuse per un lungo periodo, alla riapertura riproporrebbero l’importazione del virus. Insomma, non sono uno scienziato. Ma mi sembra che la detta ipotesi sia utopistica. Occorre riaprire senza regole? No! Neanche da pensarci! In tal modo si rischierebbe di assistere a un’ecatombe. In medio stat virtus. Per l’ennesima volta, questo aforisma latino pare essere la salvezza. Abituiamoci a stare insieme al mostro che sarà debellato e vinto. Il metodo corretto è quello degli stop and go? Non direi. Piuttosto, sosterrei un “go slowly and don’t come back”. Lentamente cercherei di dare respiro alle attività economiche prendendomi rischi minimi tanto da provare a non fare mai un passo indietro.

Vi domanderete cosa c’entri questo incipit con la serie A! La risposta è presto detta. Come ho sempre sostenuto, il nostro massimo campionato vive nella realtà. Non può isolarsi da essa. Non è in una bolla asettica. Tutt’altro. E’ all’interno del mondo ed è per questo motivo che è fantastico. Il calcio si sposa alla perfezione con la gente comune ed è lo sport più amato d’Italia. Lo stesso vale, a grandi linee, per l’Europa. Anche qui occorre trovare una via media. L’andazzo è chiaro. I decreti si susseguono e i professionisti non rischiano un nuovo blocco, ma le novità sono sempre dietro l’angolo. Innanzitutto, sono cambiati i protagonisti. Questa era la prassi del vecchio Governo. Cosa deciderà il nuovo? Le varianti stanno assumendo costantemente maggiore importanza e la curva del contagio non è gradevole. L’attuale protocollo non le considera perché è stato elaborato precedentemente alla loro comparsa. Il caso del Torino fa scuola. L’Ats sabauda ha fermato i piemontesi in particolare perché il virus derivava dalla specie definita volgarmente “inglese” del ceppo. Urge porre massima attenzione. All’estero, poi, esistono “travel ban” che hanno costretto l’Uefa a rivedere alcune location di Champions ed Europa League. La situazione non è delle più tranquille e non avrebbe potuto essere altrimenti. Quindi? Osservando il comportamento straniero, si nota che nessuno ha fermato i rispettivi tornei. Lo stesso vale per gli altri sport. Non ci sono i presupposti perché ciò accada proprio qui, anche in quanto le misure di sicurezza del mondo del pallone stanno funzionando. Nella massima categoria, i casi eclatanti sono tutto sommato limitati. Proprio questo mi conduce a pensare che si tratti di sfortuna, ma si dice: “aiutati che il ciel ti aiuta”. Non consideratemi troppo freddo o insensibile. Non è questo il punto. Credo, però, che, per una maggiore regolarità del torneo, sarebbe stato corretto che chi patisce il dilemma si facesse rappresentare dalle compagini giovanili. Ci tengo a sottolineare che più o meno ogni società ha subito defezioni provocate dal covid, ma solo poche hanno beneficiato dei rinvii. Lungi dall’affermare che esista dolo o colpa, ma è chiaro che si tratti di un vantaggio rispetto alla concorrenza. Non lo trovo appropriato.

Mi scuso per la premessa che mi pareva doverosa. Se non si tengono in considerazione i concetti esposti, diventa davvero difficile riuscire a trattare di questo campionato. Ora, però, parlerò di pallone. Si è ormai giunti al mese di marzo. Con questi 31 giorni, inizia la primavera metereologica. La speranza è che il clima sia clemente e non riporti a bruschi cambi di temperatura rispetto a un andamento ormai piuttosto mite. La storia della serie A insegna che parte il momento decisivo. Come per gli studenti a scuola, è ora di raccogliere i frutti delle fatiche precedenti. Non è sicuramente semplice perché all’impegno psicofisico si aggiungeranno gli sbalzi termici. Un match disputato a Napoli alle 12.30 non sarà paragonabile a uno giocato a Torino alle 20.45. Sembrano dettagli, ma non lo sono. Questa fase dell’anno, solitamente, è accompagnata da integratori che i medici consigliano proprio per far fronte al cambiamento atmosferico. La Natura è alquanto chiara e gli animali, per esempio, cominceranno presto a uscire un po’ assonnati dal letargo. L’uomo non può paragonarsi a loro, ma vive lo stesso habitat. Non va, inoltre, dimenticato che si osserverà un’importante novità. Tra pochi giorni, per la precisione l’11 marzo, sarà trascorso un anno dal dpcm che barricò in casa gli italiani. Dodici mesi fa non abbiamo vissuto l’attuale periodo già di per sé più pesante. Pare una sciocchezza, ma ne risentiremo e ancora di più subirà ciò chi lavora svolgendo sforzi fisici importanti, quindi, anche i calciatori. Attenzione a tale variabile impazzita che si va a unire al lungo cammino precedente. E’ praticamente dallo scorso giugno che si gioca quasi interrottamente.

LE 7 SORELLE
Per svolgere meglio l’analisi opterei per una divisione della graduatoria in più parti. Nella fetta superiore di classifica si trovano le 7 sorelle del calcio italiano. Ricordate qualche anno fa? Juventus, Inter, Milan, Lazio, Roma, Parma e Fiorentina. Molto bene, levate le ultime 2 aggiungendo, poi, Atalanta e Napoli. Eccovi serviti. Sembra di essere tornati a quell’epoca. E’ un male? Non direi! Anzi, è puro spettacolo. Il gruppo è appaiato in cima al campionato in uno spazio di 13 punti. Davvero pochi. Tanta roba. E’ tutto molto aperto e in 15 turni può accadere ogni ben di Dio. Vi sono ancora a disposizione 45 lunghezza. Un’infinità.

L’Inter La Beneamata funge da locomotiva con ben 53 punti. La media è di 2,3 a gara. La prospettiva, quindi, è di circa 87 lunghezze. Non si tratta della più elevata della storia, ma non è niente male ed è comunque specchio del grande equilibrio vigente. Bando agli astratti e freddi dati matematici. Il pallone non è uno sport perfetto e le variabili intervengono in continuazione. I nerazzurri sono la favorita per il titolo? Ni. Propenderei per il sì quando penso che dispongono di una compagine forte, ma soprattutto sono guidati da Antonio Conte. Si tratta della persona più accreditata per sfilare lo scettro dalle mani bianconere. Il Demiurgo ha creato la magnifica creatura e potrebbe essere pure il più quotato per scardinarla. E’ inutile girarci intorno. Insieme a Gasperini, mi pare l’allenatore più preparato della serie A e molti tifosi della Beneamata dovrebbe cospargersi il capo di cenere per averlo criticato a lungo. O meglio… Ci sta. E’ il gioco delle parti. Il suo trascorso alla Vecchia Signora, poi, non lo ha certamente aiutato come qualche uscita molto dura nei confronti del club per cui lavora. Ma tutto è risultato utile. Il pugliese è l’uomo giusto per trasformare l’Inter da principessa bella e capricciosamente vulnerabile a regina solida e concreta. Non si può dimenticare che i lombardi “gioveranno” dell’assenza delle Coppe. Per una squadra abituata a vincere i tornei, questa potrebbe essere un’arma a doppio taglio perché rischierebbe di abbassare adrenalina e pressione. I nerazzurri, però, non centrano un titolo dal 2011. E’ chiaro che l’idea di scansare la Juve è troppo ghiotta. Qual è, allora, il problema? Proprio i sabaudi. La squadra di Pirlo è forte e, soprattutto se sarà eliminata dalla Champions, non vorrà farsi sfuggire l’occasione del decimo Scudetto consecutivo che sarebbe anche tra i più libidinosi. In troppi, infatti, la danno ormai per spacciata. Con una gara da recuperare, penso resti la favorita. Occorrerà, inoltre, verificare le conseguenze dei casi di covid sull’armata ambrosiana. Ci si augura che il piccolo focolaio nella dirigenza non si amplifichi ulteriormente e non intacchi il gruppo-squadra.

Il Milan – Noto in tanti una prassi che non amo troppo. Mi riferisco al cambiamento repentino d’idea in base all’avvenimento istantaneo. Dopo alcuni risultati non totalmente brillanti e, soprattutto il 3-0 patito nel derby, il Diavolo è stato praticamente declassato. Credo si debba agire con maggiore parsimonia. Non ho mai immaginato che i rossoneri fossero la favorita per il titolo, ma possono lottare. Penso, però, che Inter e Juve partano con un vantaggio piuttosto ampio fornito dalla qualità della rosa. E’ vero che la squadra di Pioli si è rinforzata durante il calciomercato invernale, ma il gap non sembra colmo. L’obiettivo di inizio stagione era quello di rientrare in Champions dopo 7 stagioni di astinenza e sarebbe già un enorme successo. Questo target dev’essere assolutamente conquistato. Ogni ulteriore traguardo rappresenterebbe qualcosa di inaspettato e assolutamente favoloso. Tra le righe dei continui discorsi del mister milanista, mi pare di leggere proprio un simile concetto. Non posso che concordare. Ricordo, inoltre, che la qualificazione alla massima competizione continentale per club si può raggiungere pure tramite l’EL.

La JuventusCosa accadrà contro il Porto? Questa è una domanda interessante che potrebbe fornire risposte concrete anche in relazione allo Scudetto. E’ chiaro che un’eventuale passaggio del turno conquistato nel match di ritorno con i lusitani aprirebbe scenari diversi rispetto all’eliminazione. E’ tutta una questione di forze ed energie. I bianconeri hanno una rosa lunga, ma da anni subiscono troppi infortuni. Al momento, Pirlo deve rinunciare a Bonucci, Chiellini, Cuadrado, Arthur, Dybala e Morata è a mezzo servizio. Nella sfida all’Atalanta, il Real ha mostrato come si possano fronteggiare le avversità e lo stesso sta facendo il Bayern Monaco. Per quanto concerne gli spagnoli, però, abbiamo visto che un episodio ha indirizzato la gara. Nella Liga, invece, i Blancos soffrono. I tedeschi paiono di un altro pianeta. Nonostante tutto, credo che quella bianconerazzurra sarà una lotta molto equilibrata. Ma alla fine la spunteranno ancora i sabaudi. Il resto potrebbe farlo, però, il caso Suarez? Al momento, non penso che si giunga a tanto. Ma si lasci lavorare la Giustizia.

La Roma – I giallorossi hanno un punto in meno dei piemontesi e distano 9 lunghezze dalla vetta. Avvantaggiata dal ritmo non troppo spinto, la squadra di Fonseca sta disputando un buon torneo. Ha passato il turno di EL contro il Braga e ora giocherà gli ottavi con la speranza di giungere il più lontano possibile anche in questa manifestazione che, oltre a essere un prestigioso trofeo, è un pass per la Champions. Viste le rivali, in serie A non so se i capitolini avranno la chance di chiudere tra le prime 4. Non ci sono solo Inter, Milan e Juve. L’Atalanta, infatti, non ha enormi opportunità di proseguire il suo cammino continentale e potrebbe in futuro concentrarsi parecchio sul campionato che concede la ghiotta idea di lottare anche per traguardi più ambiziosi rispetto a un posto nell’Europa che conta.

Atalanta Che peccato! Se Stieler non avesse preso un enorme abbaglio espellendo Freuler contro il Real, ho la forte sensazione che la Dea avrebbe potuto ottenere un risultato ben diverso dalla sconfitta maturata in Champions. Il ritorno a Valdebebas può regalare gioie. La partita è ancora aperta, ma vincere sul campo dei Blancos, anche se è il centro sportivo e non il Bernabeu, ha sempre il sapore dell’impresa. Occorrerà comprendere pure quali saranno gli eventuali recuperi dei tanti infortunati tra le fila delle Merengues. A fronte di ciò, vi sarà la sicura assenza di Casemiro per squalifica. E’ chiaro che l’ipotetica eliminazione potrebbe essere sfruttata da Gasperini in serie A. I lombardi sono la squadra più “europea” del lotto italiano in Coppa, ma hanno tutte le carte in regola per centrare perfino lo Scudetto. Lo affermo ormai senza remore. E’ inutile nascondersi. Insieme alla Juventus, all’Inter e al Milan mi paiono tra le regine del pallone nostrano.

Lazio – Se il cammino dell’Atalanta in Champions appare complicato, quello della Lazio è compromesso. I biancocelesti dovrebbero vincere con 3 gol di scarto sul campo del Bayern Monaco. Quasi impossibile. Non basterebbe un’impresa, servirebbe qualcosa di epico. Mi sembra che i biancocelesti non abbiano nemmeno tutte le carte in regola per centrare una nuova qualificazione al massimo torneo continentale per club. Gli undici titolari sono molto forti, ma la rosa è un tantino corta. La squadra, poi, sembra sciogliersi leggermente quando giungono i momenti topici. Questa compagine resterà nella storia per i traguardi che sta raggiungendo, ma alcune rivali paiono esserle al momento superiori.

NapoliPer vedere i campani qualificati alla prossima Champions, servirebbe un cambiamento epocale. Per carità, tutto è possibile. Il distacco dal quarto posto è di sole 4 lunghezze e gli azzurri devono pure recuperare il match di Torino contro la Juve. Il problema è che gli ingranaggi non girano a dovere. La rosa non è eccezionale, soprattutto per via di una mediana che dispone di buoni calciatori, ma non di veri campioni. L’attacco è stato più volte privato dell’indispensabile Osimhen. A ciò si è aggiunta anche la stagione difficile di Mertens che è spesso out a causa degli infortuni. Pure Manolas e Koulibaly sono sovente ai box. E’ inutile negare che le assenze marchino la differenza. Gattuso pare non riuscire a trovare la quadra per uscire dalle sabbie mobili. E’ una specie di incubo mostrato pure in EL e in Coppa Italia. I partenopei rischiano di doversi guardare le spalle più che di poter sognare.

I FALCHI
Sì, perché la coppia composta da Sassuolo e Verona è lì. Questo duetto è pronto ad approfittare degli svarioni di chi li precede. Emiliani e veneti stanno disputando un magnifico torneo e sembra parecchio complicato chiedere loro di più. Così non hanno nulla da perdere. Anzi, possono trasformare una grande stagione in qualcosa di magico. Attenzione perché i neroverdi centrarono l’impresa della qualificazione europea già nel 2016 quando approfittarono della caduta del Milan. Il settimo posto è a portata di mano e, considerando che la finale di Coppa Italia sarà Juve-Atalanta, sono praticamente certi che quella posizione varrebbe un posto nella nuova Conference League. Giocatori come Berardi o Caputo, poi, si stanno giocando una convocazione all’Europeo estivo. E’ logico che il tentativo di convincere Mancini diventi un ulteriore stimolo a quelli già enormi che vantano con il loro club. Pay attention!

LA TERRA DI NESSUNO
La Sampdoria è l’unica compagine che può considerarsi realmente nella Terra di Nessuno. Con i suoi 30 punti e una rosa piuttosto superiore alle rivali per la lotta salvezza, i blucerchiati appaiono destinati a un finale di stagione senza infamia e senza lode. Un tranquillo passaggio. Non vorrei che i tifosi liguri prendessero queste mie parole come una sorta di presagio di sventura. Possono effettuare ogni scongiuro possibile. So che nel calcio in tanti sono scaramantici e poco avvezzi a certi pronostici. Detto questo, sarebbe davvero strano assistere a un’ecatombe finale. Ranieri è un mister navigato e ha vissuto situazioni simili in miriadi di occasioni. Alla sua corte vanta giocatori come Candreva, Ekdal, Quagliarella, Ramirez, Keita Balde… Insomma, una garanzia. A loro si aggiungono giovani molto interessanti: Damsgaard e Thorsby. Non vedo enormi problemi.

MUCCHIO SELVAGGIO
Un po’ più salde - Prendo a prestito questo noto modo di dire del grande Sandro Piccinini per indicare il gruppone in lotta al fine di raggiungere la salvezza. L’equilibrio regna sovrano anche in questa parte della classifica guidata dal Genoa. Il Grifone ha 26 punti. Quattro in meno rispetto ai cugini. All’inizio della stagione lo indicavo tra le papabili retrocesse. Ammetto che mi sbagliavo. Concedetemi un attimo di vanagloria. Per il resto, mi pare che i pronostici non fossero perfetti, ma piuttosto in linea. E’ chiaro che il campionato non è finito, ma la squadra di Ballardini sembra in grande ascesa. D’altronde la rosa è importante. L’inizio dell’annata è stato nettamente falcidiato dal covid-19 che pare aver lasciato qualche lungo strascico. Maran è stato esonerato ed è giunto il “Normalizzatore”. Non c’è nulla da fare… Alcuni matrimoni sono perfetti. Tra i rossoblù e il suo mister esiste una sorta di amore-odio che lo riconduce sempre lì e con ottimi risultati. Vorrei, poi, celebrare Mihajilovic. Senza nulla levare a Bologna, che è una grande piazza, gradirei che il serbo avesse un’altra chance sulla panchina di una big. Ha allenato il Milan ma, da allora, è un tecnico diverso. Non lo conosco personalmente quindi non voglio parlare della sua malattia. E’ logico, però, che un simile accadimento modifichi l’individuo anche nel rapporto con la professione. Con i felsinei, Sinisa sta compiendo un percorso favoloso. Il suo carattere forte lo può portare a qualche scontro, ma pare uscirne sempre con dignità e sensatezza. I complimenti vanno anche all’Udinese di Gotti. L’ex vice di Sarri, che sembrava non volesse allenare, si sta costruendo un buon curriculum. I friulani hanno 25 punti. Hanno perso Lasagna, ma inserito nel motore un pezzo pregiato come Llorente. Assieme a Deulofeu, Pereyra e, soprattutto, De Paul, la salvezza è assolutamente alla portata. La Fiorentina si trova appaiata al duo bianconero-rossoblù. La stagione viola si deve definire ancora una volta deludente. Se si pensa che era tra le 7 sorelle… La storia non scende in campo, ma la squadra del Presidente Commisso ha le carte in regola per occupare diverse posizioni di classifica. Diventa difficile riuscire a spiegare questo costante andamento negativo che ha imprigionato i toscani come un anaconda con le sue prede. E’ davvero strano. La speranza è che riesca a scattare quella scintilla in grado di riportare in alto la compagine e di fornire le meritate soddisfazioni alla sua dirigenza.

In bilico - Complimenti a Pippo Inzaghi. Dopo anni di dura gavetta, il mister avrà finalmente trovato la sua consacrazione ai massimi livelli? L’esperienza negativa con il Milan era assolutamente prematura. L’avventura veneziana è stata, invece, felice e ha condotto alla promozione in serie B. Male a Bologna e ora questo favoloso percorso campano. La Strega vanta una compagine in grado di mantenere la categoria. E’ chiaro, però, che, soprattutto per una questione di blasone e abitudine a certe pressioni, diventa difficile, nonostante i giallorossi abbiano 25 punti come Bologna, Udinese e Fiorentina, non inserirli ancora tra le possibili pericolanti. Lo Spezia ha 24 lunghezze. E’ una compagine brillante con un tecnico rampante e profili interessanti. Penso, per esempio, a Pobega, Maggiore e N’Zola. L’italiano sta gestendo la situazione nel miglior modo possibile e regalando un sogno alla Città Ligure. Il patron Volpi ha da poco ceduto la società a un gruppo americano. E’ chiaro che la lotta per la salvezza potrebbe diventare molto dura anche per una questione di lunghezza della rosa, di esperienza e di valori. Ma questa squadra parte con un margine di vantaggio impegnativo: 9 punti sulla terz’ultima. Si giunge, quindi, al Torino ed è necessario ritrattare di covid. Dopo l’addio di Giampaolo e l’arrivo di Nicola, il gruppo stava riprendendo quota. Ha centrato successi importanti come quello nello scontro diretto con il Cagliari ed è allora che il malefico virus si è attanagliato nello spogliatoio. E’ chiaro che occorrerà osservare come reagirà l’ambiente, con la grande speranza che non vi siano ripercussioni. In primis ci si augura che nessuno debba patire troppo questo problema, in secondo luogo l’auspicio è che i granata riavviino presto la marcia. Di fronte a situazioni simili, però, ogni pronostico è vano. I citati sardi, invece, partono con 5 lunghezze di svantaggio rispetto ai piemontesi e la prima piazza che varrebbe una discesa in serie B. Semplici ha sostituito un Di Francesco davvero deludente. Dopo la semifinale di Champions centrata sulla panchina della Roma, la carriera dell’abruzzese ha subito un blocco quasi inspiegabile. Che abbia fatto come Icaro? No dai… Passerà la nottata, ma non so se i rossoblù riusciranno a recuperare lo svantaggio accumulato. Certo, quanto accaduto al Toro potrebbe avvantaggiarli. E’ chiaro che si tratti solo di un discorso sportivo perché penso che anche nel Sud dell’Isola si preferirebbe una sana retrocessione a una sofferenza simile di un avversario. In ogni caso, sulla carta, il gruppo a disposizione dell’allenatore toscano non merita certo la cadetteria. Se Sparta piange, Atene non ride. Ricordate le 7 sorelle iniziali? Una di queste era il Parma! Beh… E’ penultimo. Incredibile. La stagione dei ducali è da cestinare il prima possibile e forse già si potrebbe pensare al paracadute economico della retrocessione perché l’andazzo è molto negativo. Per carità, nessuno cadrebbe di categoria apposta e gli emiliani faranno di tutto per raggiungere l’obiettivo salvezza che resta tutt’ora possibile. Bisogna credere nelle imprese e, in termini di rosa, la situazione sarebbe anche appianabile. Discorso ormai quasi definitivamente chiuso pare, ahimè, quello del Crotone. Ma non si possono porre limiti alla Provvidenza.