IL BRUTTO CHE AVANZA...

Sta morendo la Serie A. Almeno all'estero sembra non esserci gloria per le italiane. Un bruco verde, orrendo e strisciante, ecco quel che siamo diventati.
Infatti le squadre italiane giocano male: catenaccio ed individualismi, tattiche e schemi, poca fantasia e molta teoria. Eppure i frutti di tale studio ragionato e continuo non sono per nulla evidenti, anzi abbiamo ottenuto la bruttezza.
La bruttezza di che? Un po' di tutto. Brutto, brutto, brutto. Brutte partite, brutti percorsi nei trofei internazionali, brutta reputazione all'estero, brutti schieramenti offensivi (che è ciò che più, per natura umana, risalta e piace nel gioco del calcio!), addirittura brutti arbitraggi, e diciamocelo! Le nostre squadre, leggendo le avversarie straniere, proprio non ci entusiasmano per l'organico che mostrano! Ed i ritmi bassissimi poi, da noi quanti "vecchietti" giocano solitamente titolari prima di chiudere o quasi la carriera con gli scarpini appesi al famoso chiodo?
Vi informo che in media in una partita di Serie A si fischia una cifra vicina ai trenta falli a partita, ma a volte si raggiunge quindi quota quaranta, allora le partite sono davvero perlopiù a gioco fermo, ma andate a vedere gli altri campionati, se accade el mismo o the same! Spagna ed Inghilterra per esempio, è molto diverso lì! E siamo costretti ad osservare le solite scarne occasioni, le rare conclusioni, le difese serratissime... il campionato vede in vetta l'Inter che sta elargendo più la cinicità tanto fondamentale che la spettacolarità piacevole della manovra. In questa è grande anche l' affidamento sulla difesa che, schiacciandosi abitualmente di fronte ad Handanović protegge la totalità o quasi degli spazi disponibili agli attacchi avversari. Il "bel gioco" in Italia pare una dolce immaginazione, quindi.

IL (POCO) BELLO D'ESSER BRUTTI

Eppure, da quando la Juventus ha sostituito Allegri, qualcosa o più di qualcosa è sembrato essersi modificato nel massimo campionato calcistico italiano. Anche a causa del calo della Juventus rispetto a qualche stagione fa, ora si possono rivedere le milanesi sopra la classifica, finalmente ai vertici, mentre lo scorso anno è stata la Lazio a trarne beneficio ai piani alti. Qualcosa si è smosso, oggi l'Inter pare aver ottenuto il campionato già con largo anticipo, ma ad inizio marzo la corsa era ancora apertissima. Tuttora la lotta qualificazione verso la Champions League vede incluse 6 squadre: il Milan è più in alto degli scorsi anni, addirittura la Juventus rischia la posizione, l'Atalanta non è più una sorpresa e forse la certezza assoluta per ottenere il suo bottino, osservando anche le recenti vittorie di un team quasi infallibile, poi chiudono Napoli e Lazio, che stanno macinando punti nella speranza di assistere al crollo di una delle tre sopra, non dimentico nemmeno la Roma che si è un po' allontanata, conta 7 punti di distacco dal quarto posto.
Ma tutto è possibile ancora, i giochi sono apertissimi, tutti possono arrivare ovunque. Essendo un campionato di "brutti" in cui i bachi rimangono bachi e nella crisalide non avviene la metamorfosi in farfalla multicolore si sono aperte parecchie soluzioni. Ovviamente la maggior causa di ciò è la Juventus che, perdendo la consueta prima e noiosa posizione, ha ristabilito le gerarchie della Serie A.

IL BELLO D'ESSER BELLI (O QUASI)

Eppure se vogliamo modificare l'impressione del nostro calcio si deve seguire qualche squadra con un progetto innovativo. Tra i brutti spuntano l'Atalanta di Gasperini ed il Sassuolo di De Zerbi, anche il Verona ha un progetto interessante ma più "italiano" con Jurić. Le prime due invece, seppur con moduli ed interpreti differenti per caratteristiche e la Dea a livelli certamente più elevati, stanno dimostrando di essere "belle". Sono più luminose delle altre.
L'Atalanta è forse sì una farfalla trasformatosi nel crisalide. Dimostra un calcio internazionale: intensità, conclusioni numerose, ritmo, trame interessanti, pressing e difesa alta, è una mentalità differente! Come alcune delle migliori grandi squadre riesce a massacrare proprio i club che tendono a chiudersi di più, a volte marcando anche quattro, cinque o più reti.
Il Sassuolo è tutt'altro che timido con la sua filosofia offensiva. Possesso palla, ritmo, coraggio negli ultimi metri, poliedricità offensiva e molta audacia per un club che in tempi non sospetti ambiva alla Serie D e che ora attua una crescita importante di talenti nella propria prima squadra, ogni calciatore ha avuto un'evoluzione ed un proprio percorso di formazione che lo ha portato ad esprimersi a livelli ben più alti.
Non dimentico nemmeno il Milan, voglio scrivere che ha saputo affrontare un avversario assolutamente favorito sulla carta, all'estero noi italiani siamo abituati infatti a fallire, deludenti. L'eliminazione però contro i Red Devils ha dimostrato un carattere da non sottovalutare per la squadra di Pioli, che non ha meritato di essere cacciata dalla competizione e non ha proprio sfigurato. Certamente ha giocato alla pari contro l'avversario più temuto di tutta la competizione. È stata una dimostrazione importante di alcuni giovincelli con la maglia rossonera che senza timore ha spaventato e non poco quella che doveva essere una corazzata infallibile e che invece si è dimostrato come un vincente e fallibile Manchester United, con debolezze da poter bersagliere.
Eppure le italiane rimangono intrappolate nel crisalide.
Esser belli non è casualità nel calcio, è il frutto di un progetto che riesce ad ottenere successo, soprattutto all'estero. Noi dello Stivale rimaniamo nell'attesa sonnolenta ed indesiderata.
Esser belli non è importante, vincere è importante. Ma chi fa la sua figura all'estero è bello e, per ottenere la grazia è necessario ottenere successi nelle coppe europee! Successo non inteso come vincere il trofeo ma come "dare un'impressione di potenza calcistica!" Quello che noi oggi non riusciamo mai a proporre.
Ad oggi rimane in gioco la Roma in Europa League. E chissà che cosa...

 

Damiano Fallerini