Anche stasera come sempre siamo al nostro posto.
Papà ed io insieme davanti la tv per accompagnare la Juventus in questo finale di stagione così particolare e per certi versi complicato. Che dall’altra parte ci sia il Lecce oppure il Real Madrid, per noi cambia poco. Undici maglie bianconere e quell’emozione che ogni volta rivive e si rinnova. Siamo juventini perchè alla Juventus apparteniamo. Un sentimento radicato e profondo che va oltre una semplice questione di vittorie. Ci siamo sempre stati, che si trattasse della Champions League oppure del debutto in serie b contro il Rimini. L'appartenenza non è mai venuta meno e mai ha vacillato. Anzi, l’abbiamo sempre ostentata con orgoglio anche e soprattutto quando le cose non sono andate così bene come negli ultimi anni.
Questo insolito orario estivo prolunga un’attesa che sembra quasi infinita. I recenti passi falsi di Inter e Lazio ci concedono un po’ di respiro. Stasera, in casa nostra contro il Lecce, è importantissimo prendere i tre punti per aumentare sulle spalle delle inseguitrici il peso della pressione.

Come previsto Matuidi prende il posto dell’infortunato Sandro e agirà da terzino sinistro. In attacco, con Dybala e Ronaldo, c’è ancora Bernardeschi, chiamato a trovare continuità dopo la prova molto buona di Bologna. Continuità che finora è stata la nota dolente dei suoi tre anni in bianconero. In mezzo al campo, con Bentancur e Pjanic, viene confermato Rabiot, anche lui chiamato a dare seguito ai buoni segnali arrivati, soprattutto nel primo tempo, nella partita precedente. I dubbi che accompagnano l’approssimarsi del calcio di inizio sono due. La tenuta fisica e il tipo di partita da cui siamo attesi. Affronteremo un Lecce che immagino difficilmente concederà qualche spazio. Almeno nel primo tempo mi aspetto i nostri avversari molto chiusi e attenti a non concedere varchi. Certo, la differenza di valori in campo è importante e netta. La speranza è che venga fuori prima possibile. 

L’inizio di partita evidenzia diversi errori da parte di Cuadrado, che mi creano preoccupazione per il prosieguo dell’incontro. Il colombiano è stato probabilmente il più brillante in questo nuovo avvio di stagione e, in una partita che sarà complicata da sbloccare, i suoi spunti in velocità potrebbero risultare determinanti. Il Lecce si chiude bene con i suoi cinque difensori e i centrocampisti che si abbassano ma quando ha la palla viene fuori e prova a giocare con coraggio. La Juventus mostra tutti i suoi limiti di sempre quando affronta squadre di questo tipo. La preoccupazione è alta. In questa strana stagione mi colpisce un aspetto in particolare. Non iniziamo “tranquilli” nessuna partita. In alcuni momenti qualunque avversario mi pare insormontabile. Da qualche anno la sensazione che potremmo anche non segnare accompagna la mia partita. Il primo tiro in porta della Juventus arriva attorno al ventesimo minuto. E’ Rabiot ad impegnare Gabriel con un sinistro da fuori area. Pjanic sembra sempre il solito passaggetto in più nella manovra, nullo in interdizione e ininfluente nel pressing. Tachtsidis quasi incide nella partita più di lui. Il nostro gioco ristagna ai limiti dell’area avversaria, si cerca troppo poco e senza convinzione la conclusione da fuori ed anche in fase di recupero palla lasciamo piuttosto a desiderare. L’unico a portare con una certa insistenza ed efficacia il pressing sui portatori di palla avversari è, come al solito in questa stagione, Rodrigo Bentancur. Alla mezzora la sua pressione solitaria manda in affanno il difensore del Lecce Lucioni. Bentancur strappa la palla all’avversario e tenta di involarsi verso la porta. Lucioni, da ultimo uomo, lo ferma irregolarmente. Il Lecce rimane in dieci. Siamo ad una svolta importante anche se, nonostante l’inferiorità numerica, il Lecce fino all’intervallo riesce a proseguire nella sua partita ordinata ed efficace. Colleziona anche diversi angoli, che dall’inizio della stagione non manchiamo mai generosamente di concedere, e qualche tiro da fuori non troppo pericoloso. La Juventus viene finalmente fuori nel finale del primo tempo, quando forse le energie dell’avversario iniziano a venir meno. Ronaldo di testa da calcio d’angolo e Bernardeschi da pochi passi, su cross teso dalla sinistra di Ronaldo sprecano due occasioni clamorose, con tutta la porta spalancata a loro disposizione. Errori pesanti che privano la Juventus di un vantaggio che sarebbe stato fondamentale.
Il primo tempo si esaurisce.
Durante l’intervallo mi ritrovo a pensare con grande rimpianto e rammarico alle due occasioni sciupate. La preoccupazione mi porta a rispolverare qualche antica scaramanzia. Cambio maglia. Seguirò il secondo tempo con un’anonima t-shirt nera.

La Juventus ricomincia il secondo tempo come aveva finito il primo, ritmo sempre basso ma una migliore gestione del pallone in fase offensiva. Il Lecce probabilmente ha speso tutto quello che aveva nei primi 45 minuti di gioco, nel tentativo fin lì riuscito di tenere l’incontro in equilibrio. L'inferiorità numerica inizia a pesare sui salentini in maniera forse insopportabile. I tentativi di ripartire si risolvono spesso con errori abbastanza banali. Sarri effettua dopo pochi minuti il primo cambio. Dentro Douglas Costa al posto di Rabiot, che a mio avviso non aveva demeritato. Scelta che si giustifica con la necessità di dare cambio di passo alla manovra e aumentare il numero di giocatori potenzialmente pericolosi a ridosso dell’area avversaria. La partita si sblocca subito dopo. Un disimpegno difensivo dei salentini si risolve con un assist involontario a Ronaldo appostato in area, il portoghese è rapido nel servire Dybala proprio al limite dell’area in posizione centrale. L’argentino accarezza il pallone che termina la sua corsa esattamente all’incrocio più lontano. Il sinistro di Dybala è magia pura. Ho un debole per questo giocatore. Ogni volta che lo vedo in campo penso che da un momento all’altro possa accadere qualcosa di bello. Sbloccata la partita,  la Juve continua a giocare tutta negli ultimi trenta metri avversari. Bonucci e De Ligt sono spesso a ridosso dell’area leccese. Douglas Costa tenta qualche cambio di passo e accelerazione. Bernardeschi, scalato a centrocampo dopo l’ingresso dell’ala brasiliana, trova quello spazio che per tutto il primo tempo gli è mancato. Il Lecce, subito il gol, non cambia atteggiamento e nemmeno riparte più come faceva nel primo tempo. Probabilmente le energie sono esaurite. Hanno retto molto bene fino allo svantaggio ma forse, per tenersi a quel livello, hanno portato in campo tutto quello che avevano. Dopo il gol di Dybala crollano. Il secondo tempo è interamente di marca bianconera. Da una bella combinazione offensiva nasce il raddoppio. Ronaldo servito da Cuadrado viene steso in area da Rossettini. Rigore, indiscutibile. Non riesco a stare seduto. Questo rigore potrebbe regalare a noi tifosi una mezz’ora finale di assoluta tranquillità e alla squadra la possibilità di risparmiare energie importanti in vista del prosieguo di questo campionato così compresso. Ronaldo va sul dischetto e dentro di me va in scena il solito dialogo immaginario con lui che accompagna ogni calcio di rigore in nostro favore. Una cosa del tipo “due anni fa a Madrid, all’ultimo secondo, hai tirato un missile sotto l’incrocio qualificando il Real. Questo gol me lo devi…”. Con l’età inizio a cogliere evidenti segni di peggioramento nel mio equilibrio mentale. Ronaldo comunque assolve al suo compito, esecuzione simile a quella di martedì scorso a Bologna, forte e centrale.
La partita diventa poco più di un allenamento. Il Lecce sembra non averne più. La Juventus continua a gestire il gioco negli ultimi trenta metri avversari, come chiede Sarri. Alcune accelerazioni di Douglas Costa, un’occasione per Ronaldo di testa parata da Gabriel, ci prova anche De Ligt con un tiro da fuori. Arrivano anche gli ultimi cambi. Prima Ramsey per Bentancur. Qualche minuto più tardi a lasciare il campo sono Dybala e Bernardeschi, rimpiazzati da Higuain e Muratore che debutta così in serie A dopo aver giocato i minuti finali a Leverkusen, nell’ultima partita del girone di Champions League. Muratore è un ragazzo che seguo con interesse e simpatia dai tempi della Primavera. Ritengo abbia i mezzi fisici e tecnici per ritagliarsi un suo spazio in Serie A. Leggo di un interessamento, forse qualcosa di più, dell’Atalanta per lui. Sinceramente mi piacerebbe che si dimostrasse all’altezza di far parte della rosa della Juve. Da troppi anni mancano all’appello giovani provenienti dal vivaio.
Higuain con un sinistro sotto la traversa e De Ligt di testa fissano il risultato sul 4-0 finale.

Si conclude così una buona partita, soprattutto nel secondo tempo.
Una partita che probabilmente non passerà alla storia, ma che comunque ha offerto alcune indicazioni confortanti. Al primo posto i quattro gol segnati, finalmente, le tante occasioni prodotte e nessuna rete subita per la quarta volta dalla ripresa della stagione. Cinque partite consecutive contando anche la gara contro l’Inter prima della sosta. Importante recuperare e portare in condizione più giocatori possibile. Mi riferisco principalmente ad Higuain, Ramsey e Douglas Costa che potranno rivelarsi fondamentali in queste dieci partite che restano per concludere il campionato e soprattutto per le fasi finali della Champions League ad Agosto. Contrariamente alle critiche, alcune pesanti e sgradevoli, che ho avuto modo di leggere sui vari forum dedicati alla nostra squadra, traggo elementi di conforto e buone indicazioni dalle prove di Bernardeschi ed anche Rabiot. A mio parere non hanno demeritato, ma offerto una prestazione in linea con quella della squadra, abbastanza confortante per quanto riguarda la crescita della condizione atletica. Fatto salvo il diritto di tutti di esprimere la propria opinione (possibilmente in maniera educata e civile), eventuali valutazioni negative della loro partita mi sembrano dettate da un pregiudizio ormai radicato e inscalfibile di molti tifosi nei loro confronti. La sensazione certe volte è che si guardi più al tabellino che al campo. 
Molto bravo Matuidi che ha occupato in maniera seria ed ordinata una posizione per lui insolita, trovando anche un bel cross non sfruttato da Ronaldo. Sicuramente, con tutti questi impegni ravvicinati, può rivelarsi un’ulteriore risorsa in questa posizione, favorendo ulteriormente un turn over che sarà fondamentale da qui in avanti. Andrebbe magari rivisto in partite più equilibrate. 

Questa vittoria, infine, in attesa degli altri incontri di giornata, porta la Juventus temporaneamente a sette punti di vantaggio sulla Lazio, che stasera, contro la Fiorentina, scenderà in campo con addosso tutta la pressione di dover fare risultato.
Vedremo come Inzaghi e la squadra risponderanno a quello che per loro è il primo vero banco di prova nella lotta per lo scudetto.