La situazione è in piena evoluzione sul tema della ripresa o definitiva interruzione del campionato di Serie A.
Per ora si può affermare con una certa sicurezza che nessuno sa come realmente finirà questa vicenda, innescata e poi segnata dalla diffusione del Coronavirus.
Prevarrà la cautela di chi vorrebbe seguire le indicazioni della scienza e mettere la parola fine alla stagione calcistica, seguendo l'esempio di Francia e Olanda che hanno chiuso i battenti dei rispettivi campionati in anticipo, oppure sarà più forte il desiderio di ripartire e finire secondo la scansione del calendario e rispettando i tempi imposti dall'Uefa, che attende chiarimenti dalle federazioni affiliate sulla prospettiva dei tornei nazionali entro il 25 maggio, a meno di ulteriori ripensamenti.
Il sentiero per tornare in campo, tuttavia, appare sempre più stretto secondo il ministro dello sport, Spadafora, che in queste ultime ore sta lavorando intensamente per trovare una soluzione definitiva, che tenga conto della duplice esigenza di salvaguardare la salute degli atleti e degli altri operatori implicati a vario titolo nell'attività sportiva e allo stesso tempo riavviare il motore del sistema calcio.

L'idea di riprendere sembra dunque complicata, ma non irrealizzabile. Una buona base di partenza è il protocollo inviato dalla Figc al comitato tecnico-scientifico predisposto dal governo, quest'ultimo dopo averne preso visione avrebbe rilevato alcuni punti critici che, tuttavia, avrebbero già trovato il consenso da parte della Federazione a migliorarli e renderli conformi ai suggerimenti. La decisione definitiva è in arrivo nei prossimi giorni, proprio il primo maggio è in programma un confronto tra i presidenti, in videoconferenza: 18 club su 20 hanno già aderito alla linea comune, l’obiettivo è quello di far cambiare idea al Premier Conte e permettere ai calciatori di tornare ad allenarsi individualmente il più presto possibile.
Nella stessa occasione verrà inoltre trattato l'argomento rapporto con le televisioni e con i broadcaster che fruiscono dei diritti televisivi: le emittenti (Sky, Dazn, Img) sono orientate a non pagare i 220 milioni dell’ultimo bimestre, così i presidenti dovranno decidere se andare in tribunale, chiedendo un’ingiunzione di pagamento, anche se le trattative tra le parti sembrano lo scenario più plausibile.
Le prossime ore si riveleranno dunque fondamentali per capire il destino del calcio nelle prossime settimane.