Uno dei campionati meno appassionanti che si ricordi, almeno per quanto riguarda la lotta al vertice, è andato in archivio.
Uno sprazzo di adrenalina è stato regalato dall’ultimo turno, con molte squadre in lizza per i piazzamenti Champions e in corsa per la salvezza, che hanno regalato 90 minuti finali di passione pura.
In attesa di entrare nel vivo del calciomercato estivo, a partire da quello degli allenatori che fungerà da grosso antipasto, ecco i miei voti su ciò che ha caratterizzato la stagione 2018/19, che, per le squadre della nostra Serie A, è ormai giunta al termine, lasciando le finali europee al dominio British.

-L’ARRIVO DEL MARZIANO: il 10 luglio 2018 si è compiuto ciò che nessuno avrebbe mai potuto predire fino a qualche settimana prima.
Le voci di mercato dei giorni precedenti lasciavano increduli i più, quasi snobbando ciò che invece si rivelerà il colpo di mercato più costoso di tutti i tempi. Uno dei più forti calciatori di sempre, il più forte del decennio insieme a Messi, è arrivato sotto la Mole Antonelliana e la copertina di questo torneo è tutta sua. L’arrivo del lusitano ha cambiato le carte in tavola: il campionato italiano è tornato alla ribalta internazionale, le attenzioni mediatiche si sono ovviamente moltiplicate e l’entusiasmo dei tifosi (anche avversari) è chiaramente salito alle stelle. Ancora è presto, ma l’estate 2018, tra qualche anno, la ricorderemo come quella del 1984, quando a Napoli sbarcò Maradona.
Voto: 10

-LA STAGIONE “UMANA” DEL MARZIANO: se il suo arrivo da extraterrestre ha avuto un impatto devastante, la sua stagione è stata “nella norma”. L’obiettivo prioritario, ciò per cui è stato ingaggiato il 5 volte Pallone d’Oro, è vincere la Champions League. Quest’anno, l’autentica sorpresa della competizione, l’Ajax, ha dato una lezione di calcio ai bianconeri, estromettendo CR7 dalle semifinali della Coppa dalle grandi orecchie, cosa mai accadutagli negli ultimi 8 anni. Il tempo per riprovare a portare il titolo che manca dal 1996 c'è, però è indubbio che l'epilogo della massima competizione continentale ha lasciato l'amaro in bocca, ed ogni tifoso bianconero non può negarlo.
Anche a livello di numeri, è stata la stagione con meno realizzazioni del decennio, nonostante le sue 28 reti totali con la casacca della Vecchia Signora siano un bottino di tutto rispetto.
Ha comunque portato a casa la Supercoppa (con rete decisiva) e lo Scudetto, a cui lui, in fondo, non è stato così abituato negli anni del Real (2 vittorie nella Liga nei suoi 8 anni madrileni).
Voto: 7.5
Voto considerando la Champions League: 6

-LA DEA NELL’OLIMPO
Questa stagione sarà ricordata per sempre dal popolo orobico. La squadra di Gasperini disputerà per la prima volta nella sua storia la Champions League, grazie al 3° posto finale e a coronamento di un periodo storico fenomenale, il migliore di sempre per la Dea. La finale di Coppa Italia rimane un traguardo importante, nonostante la sconfitta patita contro la Lazio, non senza qualche scoria polemica. Un team coeso, determinato, e che, soprattutto, ha giocato il calcio migliore in Italia, fatto di divertimento e di calcio offensivo, che abbina estetica a ottenimento di risultati.
Adesso, arriva il compito più difficile: cercare di trattenere più elementi possibili e sostituire le partenze inevitabili con elementi di spessore, con alle spalle magari qualche match europeo di livello, in modo da garantire quel tasso di esperienza necessario per disputare un’edizione dignitosa, non snaturando la mentalità fresca e spensierata che ha caratterizzato l’Atalanta di Gomez&Co.
Voto: 9,5

-LA FINE DELL’ERA ALLEGRI: arrivato tra i mugugni generali, se ne è andato tra la commozione e il riconoscimento di un popolo intero.
Certo, il suo gioco non ha entusiasmato e convinto (me compreso) ma la continuità di risultati in patria e le campagne europee brillanti hanno un peso non indifferente e, sicuramente, in molti lo rimpiangeranno appena le cose non dovessero andare secondo lo standard a cui Max aveva abituato. La scelta di cambiare è giusta e anche lui ha forse bisogno di un’altra sfida.
Voto all’era Allegri: 8
Voto alla scelta di cambiare: 9 (a prescindere da cosa si vincerà in futuro)

-IL CASO ICARDI: ne potevamo fare tranquillamente a meno. La “decapitanizzazione” ha dato il via ad un mese infernale per lui, per la moglie, per Spalletti, per la squadra, per la società e, soprattutto, per i tifosi. Un ambiente spaccato, un calciatore svalutato e una tifoseria imbufalita per l’atteggiamento di Mauro: tutti hanno avuto un effetto negativo da questa situazione, che ha rischiato di escludere l’Inter dalla Champions, ottenuta per il rotto della cuffia contro l’Empoli all’ultima giornata. Per il calciatore sembra ormai necessario accasarsi altrove, a patto che tutto ciò che gli ruota attorno sia consapevole che alcuni atteggiamenti possono solo danneggiare (vedasi mancata convocazione alla Coppa America) il talento di uno dei centravanti più prolifici del panorama internazionale.
Voto: 2

-SINISA DECISIVO: a fine girone d’andata alzi la mano chi avrebbe scommesso sulla salvezza del Bologna. L’arrivo del tecnico serbo ha sconvolto in positivo la stagione emiliana, regalando un 10° posto miracoloso vista la situazione al momento del suo insediamento, che lo hanno portato addirittura a finire nella rosa dei papabili per raccogliere l’eredità di Allegri. Probabilmente non succederà ma il pubblico di Bologna ha ritrovato l’entusiasmo grazie alle idee di Sinisa.
Voto: 8

-VA(R) O NON VA(R)?: dopo l’anno di rodaggio doveva essere quello della consacrazione dello strumento tecnologico tanto atteso, ma, ancora una volta, le polemiche non si sono arginate.
Il caso di Fiorentina-Inter con protagonista Abisso è stato probabilmente il punto massimo, ma tantissimi sono gli episodi sotto accusa. Cosa fare? La VAR è fondamentale perché, parliamoci chiaro, riduce notevolmente gli errori umani, ma va chiaramente utilizzata con criterio. L’ideale sarebbe creare una classe arbitrale dedita solo ed esclusivamente all’assistenza video, creando una categoria di soggetti preparati solo in questo compito, e dunque “specializzando” il lavoro, permettendo un miglioramento del risultato (Adam Smith docet). Inoltre, bisognerebbe farla intervenire in ogni situazione errata: è impensabile pensare che ci possano essere violazioni del regolamento di serie A e di serie B.
Voto allo strumento: 10
Voto all’utilizzo attuale: 4

-RE FABIO: nell’anno di CR7, a vincere il titolo di bomber per la prima volta nella sua carriera è Quagliarella. La gioia nel vederlo troneggiare per chi scrive è incontenibile, apprezzando da sempre le doti balistiche e di dedizione al lavoro dell’attaccante campano. Ma guai a considerarlo una sorta di “premio alla carriera”: lui ha tantissima voglia di giocare e di godersi questa "seconda giovinezza".
Nell’anno che porta a Euro2020, lui è tra i principali candidati per la convocazione in attacco, di cui sarebbe perfetta rappresentazione dello spirito italico, un modello per tutti i suoi giovani compagni di Nazionale.
Voto: 9

-DANIELE SIMBOLO DI ROMA: sia ben chiaro, una scelta strategica di una società va rispettata. Se un profilo non rientra più nei piani, è giusto prendere direzioni diverse. Ma il modo e la riconoscenza hanno tempi e regole precise, che a Roma non sono state adottate nei confronti di un pezzo di storia del club giallorosso.
Il suo addio è stato commovente e lui si è comportato da signore, senza però farsi passare tutto, come nel suo stile. Lui ha ancora voglia di giocare e di calcare i palcoscenici che gli competono, ma la squadra della sua città sarà sempre e per sempre la sua casa e lui uno dei suoi simboli.
DDR, il Capitan Futuro, il Campione del Mondo, il leader carismatico fuori e dentro dal campo.
Voto al romanismo di De Rossi: 10
Voto alla gestione della sua situazione: 4

-LO SPEZZATINO: quando nell’ultimo turno ci sono state sei partite tutte insieme, con continui aggiornamenti, ribaltamenti, emozioni, mi è sembrato di tornare a non so quanti anni fa. Senza scadere nella banale nostalgia di quel che era, è evidente che avere 8 orari differenti per disputare una singola giornata è qualcosa di improponibile. E che non si venga a dire che negli altri Paesi si fa: ognuno deve sviluppare le proprie scelte in funzione delle proprie tradizioni e del proprio tornaconto.
E’ chiaro che avere tante fasce orarie garantisce introiti ma fino a un certo punto: fissare match il venerdì o il lunedì è davvero una mossa sensata, economicamente e non? Fatto sta che qualcosa andrebbe fatto, programmando due anticipi al sabato, un antipasto alle 12:30 e un posticipo serale. Stop. Poi, oggettivamente, chi ha la pazienza e il tempo di vedere l’equivalente di 12 ore a weekend di partite? Spero nessuno.
Voto: 1

-SAN SIRO NON SI TOCCA: le voci sulla demolizione di un simbolo della città di Milano hanno trovato un fronte abbastanza unito contro questa malsana idea. Come scrissi tempo fa, San Siro è un sentimento e non un semplice riempitivo per partite e concerti. Auguriamoci di non sentire più nulla al riguardo.
Voto all’idea di demolire il “Meazza”: 0

-GLI ADDII POCO MEDIATICI: l’addio di De Rossi alla Roma è stato (giustamente) sottolineato da stampa e TV, celebrando un campione eterno.
Ma questa stagione ha sancito l’addio di tanti altri calciatori, meritevoli di una menzione per le loro onorevolissime carriere. Inevitabile partire da Andrea Barzagli: facente parte della rosa campione del Mondo nel 2006, si è fatto notare col Palermo, per poi emigrare in Bundesliga, fino all’approdo in bianconero, che lo hanno reso una colonna portante della temibilissima BBC, blocco difensivo e fulcro dei primi successi della nuova era juventina. Un simbolo silenzioso, mai sopra le righe, ma che ha rappresentato appieno la rinascita vincente della Signora.
Un'altra colonna del calcio italiano ha chiuso quest’anno con il calcio giocato: Sergio Pellissier, idolo e bandiera del Chievo, a cui San Siro ha dedicato una passerella e un’ovazione che si porterà dietro per tutta la vita. I colori gialloblù diventati una seconda pelle per lui e gli oltre 100 goal in Serie A sono ciò per cui sarà prevalentemente ricordato, unitamente alla sua fierezza, alla sua umiltà e al suo atteggiamento composto e mai tronfio. Un bomber vero, come pochi.
Infine, due terzini: Ignazio Abate ed Emiliano Moretti.
Il primo ha lasciato il Milan, con cui ha vinto da protagonista l’ultimo scudetto rossonero stagione 2010/11. Lui avrebbe ancora voglia di dare qualcosa al calcio e sicuramente qualche occasione per chiudere al meglio la carriera si presenterà. Moretti ha invece lasciato il calcio: il suo addio col Toro lo ha emozionato in modo inaspettato. Tra i suoi ricordi più belli c’è sicuramente l’esperienza con il Valencia, con la quale ha vinto la Coppa del Re.
Voto alle emozioni: 9

-MANCINI, OCCHIO AI BOMBER: scorrendo la classifica marcatori spiccano alcuni nomi “azzurrabili” che potrebbero essere tenuti in considerazione dal Mancio, in ottica Euro2020, nel reparto che ha manifestato le maggiori lacune da quando ha preso le redini della Nazionale, nonostante un ritrovato orgoglio.
Dietro al già citato Quagliarella, tre nomi mai segnalati più di tanto ma che hanno dimostrato di essere dei finalizzatori eccellenti: Pavoletti, bomber del Cagliari, già nel giro azzurro e convocato anche in questa tornata, ha vissuto la sua miglior stagione in A e, a oltre 30 anni, si sta finalmente togliendo le sue meritate soddisfazioni, così come “Ciccio” Caputo, i cui 16 goal non sono bastati a evitare la retrocessione dell’Empoli, ma lo hanno reso tra i top stagionali, alla sua prima vera grande occasione nella massima categoria. Ne meriterebbe un’altra, chissà qualcuno non si faccia avanti.
Infine, Andrea Petagna: il classe 1995, spesso beccato per il suo scarso feeling con il goal nel biennio bergamasco, può forse aver trovato la stagione del lancio definitivo grazie alle 16 realizzazioni con la maglia della SPAL in cui è finito in prestito. L’età è dalla sua parte e, se Zapata dovesse partire, potrebbe essere lui a guidare l’attacco orobico nella prima storica Champions.
Oltre a loro, Belotti e Immobile: il primo sembra aver superato i tormenti delle ultime due stagioni ed è diventato un vero e proprio simbolo del Toro, con cui ha sfiorato l’approdo in Europa; Ciro, invece, ha dimezzato il bottino di reti rispetto alla scorsa annata ma ha vinto la Coppa Italia e sicuramente vorrà riscattarsi in vista degli Europei.
Infine, un ritrovato El Shaarawy potrebbe far comodo sugli esterni.
Voto a Pavoletti, Caputo e Petagna 8
Voto a Belotti ed El Sharaawy: 7.5
Voto a Immobile: 6.5

-MILANO/NAPOLI/ROMA: MAI COSI’ LONTANI DA TORINO: le distanze dalla Juventus in questo campionato sono state siderali. Mai nessuno ha dato neanche una piccola sensazione di poter scucire il tricolore dalla Torino bianconera.
Le milanesi hanno vissuto una stagione travagliata: l’Inter ha ottenuto a fatica l’obiettivo stagionale, facendo i conti con situazioni extracampo che non hanno aiutato; il Milan ci ha creduto fino alla fine ma Gattuso non è riuscito a regalar(si) il quarto posto; il Napoli di Ancelotti sembra aver posto le basi per un futuro radioso ma l’umore partenopeo non sembra essere dei migliori, quasi distaccato e poco coinvolto rispetto al ciclone Sarri; la Roma ha invece deluso sotto ogni aspetto e dovrà per forza ripartire da zero, guardando i cugini laziali festeggiare un’altra Coppa Italia, ottenuta al termine di una stagione non esaltante.
L’estate sarà fondamentale per provare a battagliare almeno per un po’ di tempo con i bianconeri, evitando di assegnare lo Scudetto prima di Natale. Se no, che gusto c’è per noialtri?
Voto al Napoli: 7
Voto a Inter e Lazio: 6.5
Voto al Milan: 5.5
Voto alla Roma: 4,5

-LE NUOVE LEVE: è stata una stagione in cui i giovani italiani si sono messi in mostra, altri che invece hanno confermato quanto di buono già seminato.
In quest’ultima categoria rientrano sicuramente Chiesa e Bernardeschi: il figlio di Enrico è stato l’unico brillante in una stagione disastrosa per la Viola, mentre l’esterno juventino ha trovato il suo spazio sgomitando con una concorrenza spietata e regalando prestazioni di alto livello.
Altra grande conferma per i rossoneri Donnarumma e Romagnoli: i risultati di squadra sono stati deludenti ma loro hanno dimostrato una grande maturità (merito anche di Gattuso).
In casa Cagliari, Cragno è stato uno dei portieri più forti d’Europa e promette benissimo; Barella sarà un uomo mercato ed è un profilo assolutamente di livello.
I due pezzi da novanta sono però Zaniolo e Kean: il giallorosso ha fatto innamorare già tante squadre, tanto che il suo valore di mercato è esploso, mentre Moise ha saputo sfruttare le occasioni e ha dimostrato di saper stare tra i grandi.
Voto: 8

-LA DELUSIONE E IL REDIVIVO: Dybala e Milinkovic-Savic.
Paulo ha vissuto la peggior stagione sotto tutti i punti di vista della sua carriera: l’arrivo di CR7 lo ha oscurato e non ha mai avuto un ruolo determinante (anche tatticamente è stato penalizzato). Il serbo ha vissuto una stagione sottotono, con un lampo nella finale di Coppa Italia: grazie al suo ingresso la Lazio ha vinto e solo per questo ha salvato la stagione, ma può dare molto di più.
Il mercato per entrambi sarà importante.
Voto Dybala: 5
Voto Milinkovic-Savic: 6                     

 

-VOTI FLASH
Piatek e Duvan Zapata: 8
La parentesi di Ventura al Chievo: 1,5
Il campionato di Fiorentina e Genoa: 4-
La continuità della Juventus: 8,5
Spalletti: 7
Le dichiarazioni di Spalletti sul caso Icardi: 9
Alcune dichiarazioni di Spalletti che si poteva risparmiare: 5
L'orgoglio rossonero di Gattuso: 8,5
Il gioco di Gattuso: 5,5
Handanovic: 9+
La lotta salvezza: 5 (troppo poche tre retrocessioni: troppe squadre nel limbo a marzo)
Il Toro di Mazzarri: 8,5
L'assenza di squadre del Sud oltre il Napoli: 0 (così non possiamo parlare di vero campionato italiano!)

 

Questo è quanto di meglio e peggio ci ha proposto la Serie A 2018/19. Speriamo di rivivere emozioni simili all’ultima giornata, magari con il titolo in bilico fino all’ultimo istante, e con la voglia di essere ogni lunedì a commentare quanto avvenuto.
Nel bene e nel male, per qualche mese ci mancherà tremendamente il campionato.
Ci tocca armarsi di pazienza e sognare con i colpi dell'estate.