Ieri sera, in quel di San Siro-Meazza e di fronte agli schermi, i tifosi del Milan si sono sottoposti a una serata di pratiche sado-maso. Del tutto consenzienti, i supporter rossoneri si sono lasciati legare e frustare per 90' più recupero, con la sola pausa ristoratrice dell'intervallo. Poi il signor Aureliano di Bologna ha posto fine al tormento, nel momento in cui ha fischiato la fine del match.
Il Torino ha tenuto il pallino del gioco fra gli scarpini per tutta la durata della partita, sottoponendo i tifosi del Diavolo a una serata di stress e tensione, culminata per fortuna nella conquista liberatoria dei 3 punti. Se non altro, il bottino pieno permette al Milan di arrivare comunque in testa alla vigilia di un trittico di partite, Roma-Porto-Inter, che si potrebbe definire un autentico giro della morte. Grazie a questo passo in avanti, se non arrivasse il bottino pieno contro le formazioni di Mourinho e Inzaghi, sarebbe un problema, però solo fino a un certo punto.

Ci sono partite dalle quali si possono trarre risposte certe, univoche, ma quella di ieri non appartiene a tale categoria. Infatti, al termine del match, si aveva l'impressione, anche se non la certezza, che il Milan fosse stato divorato dal timore, giustificato peraltro, di sprecare energie preziose in vista dei prossimi match. E' anche sembrato che i rossoneri fossero terrorizzati in maniera eccessiva dal Torino e dalla capacità di Juric di far giocare male le altre squadre. E' possibile, d'altronde, che i rossoneri non avessero timori di sorta, ma fossero le gambe a non girare. Difficile dire con certezza cosa sia avvenuto, anche se propenderei per le prime due ipotesi.
Juric è uno di quei tecnici che sanno rendere le partite delle pratiche di penitenza, a differenza di tecnici come Mihajlovic, che ti mettono in difficoltà lasciandoti la possibilità di giocare. A San Siro Juric ha difeso abbastanza in alto, perché quando i rossoneri venivano avanti, non erano i centrocampisti a scalare indietro per infoltire la difesa, ma i difensori ad avanzare a turno per rendere più denso il centrocampo.
Pioli puntava a far venire avanti gli avversari per punirli in contropiede, cosa che si deduceva dalla posizione di Leao
. Il portoghese non giocava stabilmente largo sulla sinistra per aggirare la difesa del Toro, ma se ne stava alle spalle della prima punta, nell'evidente attesa che gli avversari, manovrieri sulle fasce, si aprissero e si lasciassero bucare da una rapida incursione. Il centravanti, Giroud, avrebbe dovuto contribuire ad aprire la saracinesca granata, portandosi dietro Bremer e, forse, anche un altro difensore. Spesso Leao finiva a destra in cerca di varchi che il Torino, purtroppo, si guardava bene dal lasciare.

Nessuno dei due tecnici è riuscito nell'intento di decidere la partita in virtù delle proprie scelte strategiche e tattiche. I rossoneri non sono mai riusciti ad andare in contropiede, perché Juric, anche in vantaggio, non glielo ha mai permesso. I granata, tuttavia, pur tenendo il Milan prigioniero nella sua metà campo, sono entrati poco in area. Il Milan ha controllato bene, ma in 3 occasioni non pulitissime ha rischiato di subire il pareggio, mentre il Torino ha messo alla frusta il Diavolo (e anche i tifosi rossoneri, come già scritto, costretti a subire una serata di sofferenza da sado-masochisti), senza tuttavia pareggiare. Pioli si è reso conto, minuto dopo minuto, che le scelte tattiche iniziali non producevano i frutti sperati, ma dal momento che non gli venivano in mente mosse più convincenti, ha fatto bene a tenere buone le prime opzioni per limitarsi a contenere il Torino. Era in vantaggio e il traguardo della vittoria si avvicinava col passare dei minuti. Juric non ha preso gol in contropiede, ma alla fine il golletto subito all'inizio ha avuto lo stesso effetto di una sconfitta più larga. Il tecnico croato è uscito fra gli applausi, ma a mani vuote, Pioli ha terminato il match madido di sudore, però si è portato a casa i 3 punti, che è la cosa più importante. Il tecnico rossonero non dovrà, tuttavia, dimenticare quei 3 momenti del secondo tempo in cui gli avversari lo hanno fatto tremare. A volte, quando si tira un sospiro di sollievo per uno scampato pericolo, ci si ricorda solo che è stato scampato e non che era un autentico pericolo.

Scendendo più nel dettaglio delle faccende rossonere, diciamo subito che le sostituzioni di Kalulu e Romagnoli dopo 45' sono state da manuale, in quanto i due erano stati ammoniti. Romagnoli è un eccellente difensore, spesso incline a perdere la testa e a commettere fallo, per cui la sua presenza in campo da ammonito costituiva un rischio. Kalulu ha confermato quanto visto fin dall'incontro di un annetto fa a Praga contro lo Sparta e poi ribadito contro l'Atalanta nel match perso in casa 0-3. Il ragazzo è un talento, ma è un destro integrale, come ha fatto notare lo stesso Pioli dopo la partita. Non solo è un giocatore di piede destro, ma percepisce il campo molto meglio da destra e, quando gioca a sinistra, se viene attaccato per vie interne, rischia di essere aggirato. Era successo a Oporto, dove ha rischiato anche di causare un calcio di rigore, ed è accaduto ieri. Ciò non ha nulla a che vedere col talento, ma con le caratteristiche, che ne fanno uno specialista della metà campo destra.

Giroud è il classico attaccante che giustifica la propria presenza in campo quando segna. Ieri ha seguito l'azione ed è andato ad attaccare il secondo palo, dove si è fatto trovare al posto giusto e al momento giusto per segnare. Il gol, alla fin fine, è l'essenza del calcio, come ha dovuto constatare Juric, uscito a mani vuote, anche se carico di tanti complimenti con i quali finirà per farci la birra. Il francese, peraltro, si è impegnato molto su tutti i palloni sporchi che spiovevano avanti, ma è rimasto troppo solo e, se posso fare un appunto a Pioli, forse andava sostituito un quarto d'ora prima. Quando è subentrato Ibra la palla rimaneva più a lungo in attacco, in quanto lo svedese è un autentico centravanti arretrato, a differenza di Giroud, prima punta più tradizionale. 

Krunic è un autentico caso, che occorrerebbe studiare meglio. La partita contro il Torino ha mostrato perché Pioli stravede per il bosniaco. Krunic, infatti, si è visto pochissimo e, di fatto, era una falla aperta in copertura. Eppure ha confezionato l'assist del gol e, nel finale del primo tempo, è andato in torsione di testa nell'area affollata, quando ha deviato in porta in maniera insidiosa. Nel secondo tempo, ha recuperato in difesa rinculando dalle zone nobili del campo. Era un pallone che, senza quel recupero, avrebbe offerto una palla gol ai granata. Ha dimostrato, quindi, di essere un giocatore molto più offensivo che difensivo, laddove in copertura può distinguersi per un apporto di qualità e non tanto di quantità. E Pioli ha un'adorazione per la qualità. I problemi potrebbero sorgere, e spesso sorgono, proprio quando serve qualcuno che faccia filtro e giochi molti palloni, non limitandosi al colpo singolo, per quanto importante o decisivo. Diciamolo che la presenza di Krunic non escludeva la conferma di Pobega, essendo questi un macinatore di palloni, anche in copertura, mentre il primo è una versione della mezza ala di punta come la interpretava Chala.

Tutto è bene ciò che finisce bene, nessuno lo discute, specie quando hai vinto 9 partite su 10, pareggiandone una nella scontro diretto contro la Juventus. Se sei in testa dopo un quarto pieno di campionato, vuol dire che stai facendo benissimo. Resta, però, il dubbio che i rossoneri, al di là della gamba attuale e della birra in corpo, abbiano avuto un timore eccessivo del Torino. I granata sono una buonissima squadra, ma se sono scesi in campo con 11 punti in classifica contro i 25 dei rossoneri, forse non erano tutto questo babau da togliere il sonno.
La domanda è: ieri sera, non si poteva rischiare qualcosa in più nel primo tempo, per mettere maggiore distanza fra sé e gli avversari?
Forse il Milan ha finito per stancarsi di più a inseguire il Torino, che vedeva il pareggio a portata di mano, di quando si sarebbe stancato ad attaccare e a raddoppiare, perché se insegui gli avversari, corri di più e con più stress. Non è una domanda banale a cui rispondere, lo riconosco, ma il problema non va trascurato.
Restano la 9^ vittoria e il 10° risultato utile consecutivo, che poi sono le cose che contano ai fini della classifica, Ma non si deve lasciare nulla al caso, in quanto mancano ancora quasi 3/4 di campionato e la crisi nel girone di ritorno della scorsa stagione deve insegnare che bisogna sempre sforzarsi di guardare le cose in prospettiva futura.
Di certo, come tutti i tifosi del Milan, sottoposti a loro volta alla serata sado-maso, ho ancora idealmente sulla pelle i segni delle frustate ricevute per più di 90'. Se non altro, comunque, non è stata una sofferenza inutile, perché domenica si andrà nella tana di Mourinho stando in vetta alla classifica.
Non sarà affatto poco.