Qualcuno ha detto: “poteva fare meglio su quella palla”. Forse sì, forse no.
La palla in questione è quella crossata dalla destra da Siligardi e che Simone Scuffet dopo essersi allungato non è riuscito a bloccare, dando la possibilità a Barillà di avventarsi sulla sfera, aggirare il portiere bianconero e depositarla in fondo alla rete.

Altri lo hanno crocefisso senza termini, sottolineando che ad ogni errore del portierone friulano il gol è certo.
Eppure rivedendo quell'azione la sensazione è che ancora una volta gli astri gli abbiano voluto voltare le spalle, che la fatalità gli sia di nuovo stata avversa, nonostante una partita giocata all'altezza della situazione, con attenzione e personalità.
In realtà su quel pallone ci è arrivato al limite, la fortuna caso mai ha voluto baciare Barillà che si è trovato al posto giusto nel momento giusto, e comunque nessuno dei difensori bianconeri era lì a proteggerlo in caso di respinta.

Nemmeno i giornali si sono particolarmente accaniti su di lui, il voto medio si è assestato appena sotto la sufficienza, vuoi perché la partita è stata comunque recuperata dai ragazzi di Velazquez, vuoi perché la sua prestazione è stata giudicata nel suo complesso.
Scuffet si è dimostrato sicuro e concentrato tutte le volte che è stato utilizzato nelle partite amichevole in pre campionato ed è giusto che si giochi la maglia da titolare alla pari del suo nuovo collega argentino Musso, il quale sembra comunque avere il gradimento di mister e società.

Invece Simone merita fiducia, nonostante quel gol, perché è un patrimonio dell'Udinese e del calcio italiano e va sostenuto, aiutato e confermato anche nei momenti di difficoltà, perché le qualità per imporsi le ha e sono le stesse che gli osservatori dell'Atletico Madrid gli avevano riconosciuto qualche anno fa.
Quindi per favore, basta colpevolizzare sempre Scuffet.