"Semo tutti de 'n sentimento".
È questo il coro che unisce tutti i viterbesi, che simboleggia un momento di unione unico durante una manifestazione altrettanto unica: il trasporto della Macchina di Santa Rosa del 3 settembre, la piccola ragazza celebrata con una grande torre portata a spalla da circa 100 uomini. Tutti di un sentimento, insomma, perché il momento del trasporto è il più atteso di tutto l'anno da secoli ormai. E, da buon viterbese juventino, pensavo (anzi, mi auguravo) che anche te, Leo, saresti stato di un solo sentimento per il resto della carriera.

I tuoi cori, il tuo attaccamento, la tua grinta, il tuo sentimento, speravo realmente potesse rimanere a tinte bianconere per sempre, visto anche il tuo tifo fin da bambino. Hai realizzato il sogno di tutti i ragazzi come me che tifano Juve: essere definito bandiera e giocatore simbolo, giocatore che sarebbe potuto rimanere nella storia della Juventus (non so se mi sono spiegato, NELLA STORIA DELLA JUVENTUS) come lo sono mostri sacri quali Del Piero, Chiellini, Marchisio, Nedved, Scirea.

Ed invece no, hai scelto di seguire un'altra via, di rimanere "soltanto" un giocatore di passaggio.
Non nella leggenda, non nella storia, ma di passaggio, e questa è la cosa che più mi fa male. Avere un concittadino come bandiera della propria squadra del cuore sarebbe stato un onore, ma purtroppo non potrà essere così. Ora dimostra a tutti che sei te ad aver fatto diventare grande la Juventus, e non il contrario, perché pochi sanno i sacrifici che hai dovuto fare e l'amore che provi per questa squadra e, secondo me, è proprio questo amore ad averti allontanato.
Ti auguro un grandissimo in bocca al lupo Leo, te lo meriti, e grazie ancora di tutto. Sono sicuro che, sotto sotto, rimarremo comunque "tutti de un sentimento".