Sebastiano Nela per tutti Sebino. Nato a Rapallo in Liguria ( di sangue mezzo Ligure e mezzo Sardo ) nel 1961 il giovane Nela cresce nelle giovanili del Genoa, da sempre centrocampista di ottime potenzialità fisiche. Il Genoa nella stagione 1978 lo porta in prima squadra, la società rossoblu gioca in Serie B. Il tecnico Pietro Maroso vede in quel giovane sedicenne una scommessa da sfruttare fin da subito. Sebino cresce e si dimostra un vera e propria intuizione del tecnico che però nel dicembre 1978 lascia il club. Il suo sostituto Gianni Di Marzio però non abbandona la crescita di Nela, anzi continua a dargli spazio puntando sempre di più su quel giovane che avrà davanti a se un grande futuro. Ma anche Gianni Di Marzio dopo un nono posto viene sostituito da Luigi Simoni nella stagione 1979 - 1980 con Nela che ormai è un punto fisso nell'undici titolare. Dopo un'ottima stagione con il Genoa al terzo posto nella serie cadetta e la conseguente promozione, Nela ( 70 presenze e 6 gol nel Genoa ) attira le mire della Roma di Niels Liedhom che lo porta nel 1981 a soli 20 anni a giocare al fianco Falcao, Bruno Conti, Chierico e il bomber Pruzzo, il giovane Nela non costa poco alla Roma, infatti il suo arrivo è per tre miliardi e mezzo in contanti più la comproprietà di Iachini, Romano e Capezzuoli. Sebino non sembra aver paura di questa nuova avventura anzi, entra subito negli schemi del mister svedese. Il ruolo di Nela però cambia da centrocampista viene spostato a fare il terzino destro, lui non gradisce ma ingoia il rospo e risponde sempre con grandissima professionalità. Liedhom in una intervista dice " Sebo è un grandissimo giocatore, può giocare a destra, sinistra, centro, ovunque: può andare anche in tribuna " ebbe ragione. Come tutti sanno il tecnico svedese ne sapeva una più del diavolo, infatti Nela abbina la sua potenza fisica ad un ottima velocità che lo porta nel giro di pochi mesi a diventare un dei più forti giovani nella massima serie. I tifosi cominciano a osannarlo, con il coro " Picchia Sebino " lui oltre ad offendere era molto bravo nel difendere la sua fascia, con entrate al limite, delle volte in ritardo faceva anche molto male all'avversario. Nela aveva una particolarità nelle sue gambe, infatti i suoi polpacci erano più grandi del normale, come se avesse avuto due foratini al posto dei muscoli. Arrivano le prime gioie, la Roma vince la sua quarta Coppa Italia il 17 giugno 1981 battendo il Torino in finale al Comunale ai rigori, dopo due 1-1 nei novanta minuti sia nella partita di andata all'Olimpico di Roma che al ritorno, Nela non è però tra i rigoristi. Ormai Sebino è un idolo della Curva Sud, questo lui lo sa e continua a sfornare prestazioni su prestazioni da grande giocatore, anche se ha soltanto 22 anni. Nela è un jolly all'occorenza, infatti nelle sue capacità può giocare a destra e sinistra sulle fasce, più il suo ruolo che lo ha lanciato da centrocampista centrale. Nel 1983 la Roma vince lo scudetto e Sebino entra nell'elite della storia gioallorossa, questo infatti lo porta ad essere votato da una giuria nella stagione 1983 - 1984 il miglior terzino della Serie A che gli vale anche la prima convocazione in Nazionale nell'incontro amichevole Italia - Germania Ovest del 22 Maggio 1984. La Roma cresce e Sebino conosce per la prima volta la Coppa Campioni ( Champions League ) da calciatore, il grande palcoscenico non può far altro che portarlo nell'olimpo del calcio europeo. La Roma 1983 - 1984 è una vera macchina da guerra in Europa, grazie ai nuovi acquisti Cerezo e Francesco Graziani accanto al confermatissimo Pruzzo con Falcao e il giovane Nela. La Roma si sbarazza di tutte le sue avversarie; IFK Göteborg ai sedicesimi, CSKA Sofia agli ottavi, Dinamo Berlino ai quarti, Dundee Utd in semifinale, dove Nela esce fuori dalle righe facendo il dito medio al tecnico della squadra inglese Jim McLean. La fortuna vuole che la Roma giochi allo Stadio Olimpico la finale contro il temibile Liverpool di Ian Rush attaccante dal gol facile. Sebino Nela viene spostato al centro della difesa accanto a Ubaldo Righetti per scelta tecnica, la partita è infuocata, ci sono molte ripartenze dall'una e dall'altra parte, Sebino insegue e si fa sentire sulle gambe avversarie. Il fuori ruolo sembra non pesare, ma la partita si fa sempre più tosta e Sebino comincia ad avere un leggero calo. La Roma alla fine perde ai calcio di rigore, dove Nela la vede cadere sotto i gol inglesi e i rigori sbagliati da Graziani e Bruno Conti. Sebino si sente addosso molto di quella finale, che non lascia libera la mente del ligure, ma gli da la consapevolezza che un'altra finale sarebbe quasi impossibile da raggiungere con i colori giallorossi. Nella stagione 1985 - 1986 dopo l'addio di Falcao e la fascia di capitano che arriva sul braccio di Giuseppe Giannini, Sebino ritrova la sua fascia sinistra anche grazie alla partenza di Maldera che fino a quell'anno lo aveva obbligato a giocare a destra. La Roma sembra quotata alla vittoria del campionato ma la caduta inaspettata in casa contro il Lecce retrocesso porta lo scudetto alla Juventus a due giornate dal termine. Sebino resta allibito come tutta la squadra giallorossa, che però si porta a casa la seconda Coppa Italia ( quinta per la Roma ) battendo nella doppia finale la Sampdoria per quoziente reti, 2-1 per la Samp a Marassi, 2-0 per la Roma allo stadio Olimpico. Nela entra nella lista del CT Enzo Bearzot della Nazionale per il Mondiale in Messico, non verrà mai utilizzato. La stagione 1987 - 1988 è ottima, ma il Il 10 maggio 1987 Nela subisce un gravissimo infortuni nella gara contro la Sampdoria in campionato, in uno scatto per contendere il pallone a un doriano si accascia a terra, il dolore lancinate e le urla " Il ginocchio " tra le lacrime del giocatore che si contorce dal dolore, fanno presagire a qualcosa di molto grave. Il referto non da scampo al difensore; rottura dei legamenti crociati posteriori del ginocchio destro. Stagione finita per il forte terzino giallorosso. Nela segue i suoi compagni in Trentino dove la squadra farà il ritiro, lui è seduto nel pullman a guardarli, nella speranza di tornare il prima possibile in campo, i tifosi sventolano le bandiere e cantano " Roma ! Roma ! " mentre lui li guarda ed ammicca un sorriso, tra il dolore del ginocchio che lo ha abbandonato a fine stagione. Lui si smuove, vorrebbe alzarsi e correre, ma non può. Gli vengono in mente tanti ricordi, come quella eliminazione in Coppa Delle Coppe contro il Bayern Monaco quando Tancredi che intuito un rigore a Matthaus non riusci ad evitare la rete, con il portiere disteso atterra e lui che si avvicina e lo consola, a quei due rigori sbagliati da Graziani e Conti nella finale persa contro il Liverpool, per poi tornare al giorno del suo infortunio. Nela ritorna in campo nella stagione 1989 - 1990. Ma quello che pesò e non poco al giocatore, fu l'assenza di supporto morale da parte dei suoi compagni di squadra, infatti dopo essere dimesso da Villa Bianca, il solo Carlo Ancellotti, che subì lo stesso infortunio qualche anno prima, gli regalo le sue stampelle, tanto che Nela gli disse " Carlo ma non le avevi buttate nel Tevere ? " e il buon Ancellotti gli rispose " Queste ti porteranno fortuna anche a te ". Ma questo non fermò Sebino. Cosi Nela andò nello spogliatoio di Trigoria ( sede dove si allena la Roma tutt'oggi) scrivendo il suo numero di telefono sul muro, per far capire che l'essere lasciato solo stava logorando un ragazzo di 26 anni, che nessuno lo chiamava per sapere come stesse realmente nell'animo. Brutta pagina questa, visto che già l'infortunio è pesante, poi il non essere cercato è una mannaia che taglia le gambe. Dopo undici mesi di calvario, dubbi, fisioterapia, di nuovo il campo e una carriera che sarebbe continuata tranquillamente. La carriera di Nela però cambia radicamente, non sarà più quel Sebino lasciato prima dell'infortunio. Certo lo stampo resta lo stesso, ma forse un po' più restio, alcuni risentimenti limitano e non poco, ma quello che non gli manca è l'apporto del pubblico che non lo lascia mai sono, cosi fino alla stagione 1990 - 1991 ultima in giallorosso per Nela, che lascia il club giallorosso con una Coppa Italia vinta in finale contro la Sampdoria di Vialli e Mancini per un totale di 4 - 2 con la Roma vincente in casa doriana per 3 - 1 e con un 1 - 1 nella gara di ritorno, perdendo la finale di Coppa Uefa contro L'Inter, con la squadra nerazzurra che vince 2 - 0 al Meazza, con un ritorno allo stadio Olimpico che non va oltre 1-0 per i giallorossi. Sebino Nela per i tifosi " Hulk " lascia la Roma nel 1992 con 281 presenze e 16 gol, ben consapevole di non poter più reggere il peso di quella maglia da titolare. Ferlaino lo porta a Napoli, dove però trova Marcello Lippi con cui non ha un ottimo rapporto, in due stagioni 34 presenze per Sebino Nela, che all'età di 31 anni decide di ritirarsi dal calcio. Dopo il ritiro dal calcio a 11, si cimenta nella stagione 1994 - 1995 nel calcio a 5 insieme al suo amico Odoacre Chierico ( ex giocatore e compagno di squadra nella Roma ) nel Marino in Serie A, per poi lasciare poco dopo. Dopo il ritiro dal calcio in generale, viene inserito prima nella Hall Fame del Genoa, poi nella Hall Fame della Roma. Rilasciò un'itervista per ringraziare l'inserimento nella Hall Fame giallorossa;

“Sono onorato e inorgoglito, personalmente questa elezione nella Hall of Fame rappresenta una vittoria. Non sono romano di nascita ma lo sono di adozione, dal momento che con questa maglia ho giocato 12 stagioni. In questo lunghissimo periodo della mia vita i momenti più affascinanti hanno sempre coinciso con le sconfitte. Abbiamo vinto poco e potevamo ottenere di più, ma proprio nei momenti più difficili ho assistito a delle manifestazioni di affetto introvabili al di fuori di questa città e di questa squadra. La grandezza del tifo giallorosso si scopre in questi momenti, quelli in cui ho capito cosa vuol dire essere della Roma”.

In seguito è entrato a far farte di Mediaset Premium e Premium Calcio.dal Febbraio 2016 e' tornato a far parte della societa' della Roma nella struttura del Supporter Liaison Officer (SLO), che opererà da oggi sotto il coordinamento dello stesso Nela. Ha rivelato nel tempo di aver sconfitto un tumore al colon nel 2013. Lui stesso è stato testimonial della campagna “La lotta al cancro non ha colore” organizzata dalla Fondazione “Insieme per il cancro”. Dove Nela intervistato racconta tutto il percorso della malattia poi da lui combattuta e vinta, dicendo a chi come lui aveva sofferto e soffriva in quel momento " Niente vergogna, la mia storia può servire a tanti che hanno avuto la stessa malattia. A quelli che stanno lottando come ho fatto io».

Delle volte essere umani non ha ne portafoglio ne ricchezze, l'essere umani è una cosa che non deve essere mai dimenticato, visto che tra esseri umani non deve esserci tutta questa distanza, delle volte bastano solo alcune parole, un abbraccio, per essere vicini a chi soffre. Forse questo non servirà a salvare vite, ma sicuramente darà un sorriso a chi di sorrisi non vive.