E ora? Se na va anche Kessie? Ovviamente anche Romagnoli. E tra un po' cosa farà Hernandez? E Leao? E Saelemaekers? E dopo Tonali, Tomori, Calabria, Bennacer? Perfino Kjaer e Pioli possono partire. 
Riuscirà mai il Milan a porre un argine a questa deriva?
Non sempre sarà possible un'operazione Magnan, che non fa rimpiangere Donnarumma né un'operazione Diaz, che oggi appare superiore a Chalanoglu. Anzi, proprio Diaz potrà forse diventare il rimpianto più grosso, perché difficilmente il Real Madrid lo lascerà al Milan, e lui stesso non ci vorrà restare. 
Premesso che chi scrive approva la politica dei rinnovi della attuale società, forse non è impossibile fermare questo esodo infinito, questo circolo vizioso che distrugge le ambizioni di una squadra gloriosa di tornare nel grande giro.

Per il Milan ci sono tre vie maestre che non gli facciano fare la fine dell'Inter, della Juve, del Barcellona... Con i loro debiti immensi:
A) Vincere qualcosa, costruire uno stadio di proprietà, aumentare il fatturato del merchandising e degli sponsor  del 100%. 
B) Cambiare proprietà, e trovarne una che non consideri il Milan solo un investimento. Niente sceicchi senza vergogna o magnati russi, solo una bella proprietà forte e sana, che possa investire molto senza arroganza. Stile Bayern.
C) Sperare che l'Uefa cambi le regole in tre direzioni: niente uscite a zero, indennizzi importanti, esempio: l'ultimo ingaggio lordo; vietare commissioni ai procuratori; Salary cap., attraverso tassazione raddoppiata sopra i 5 milioni.

Oggi sarebbe davvero un trauma per i milanisti vedere la squadra tornare giù, annaspare per un posto in Europa League, perdere ogni talento che fa sognare.
E sarebbe un disastro per il calcio se tifoserie così imponenti fossero umiliate ogni anno dai Raiola di turno.