L'Inter ha dominato il derby, strapazzando come un uovo in padella il Milan. L'Inter decolla, lotterà insieme alla Juventus per il titolo, il Liverpool va bene, se la giocherà questa stagione, dopo una parentesi negativa, la scorsa, l'Udinese fatica, dovrà lottare fino all'ultimo secondo per la salvezza, e qui finisce il mio commento sulla giornata sportiva delle tre squadre che seguo e per cui tifo.
Già... Non ho molta voglia di parlare di calcio. Si dirà, e chi se ne frega?

Ero in macchina, direzione Udine, ascolto le partite alla Radio, come faccio spesso. La radio è una grande amica che non ti lascia mai solo, e sento quello che era inevitabile sarebbe diventato un putiferio. Non poteva passare inosservato. Il punto è come è stato detto. L'entusiasmo per un goal, anche bello, forse, compiuto da un giocatore, di cui molti se ne erano anche scordati l'esistenza, in una partita di un campionato minore, che avrebbe dovuto spegnere ogni polemica sulla sua vicenda giudiziaria. Condanna pesante in primo grado. Ci sarà l'appello, ci sarà il terzo grado.
Va sotto la curva a festeggiare con i tifosi che lo hanno sostenuto. Fin dall'inizio. Come è stato detto alla radio pubblica. Come se il resto non contasse un c***. Sì, non siamo un Paese giustizialista, esiste il principio che vuole che fino alla condanna passata in giudicato si sia tutti innocenti e ci mancherebbe. Però diamine, come può passare minimamente dalla testa la sola idea di diffondere un messaggio ascoltato da una marea di persone che saranno rimaste allibite? Un goal mette a tacere un stupro. Questa è la sostanza percepita da molti. Ok. A prescindere dal fatto che questo sia avvenuto o meno. Non interessa qui il caso nello specifico. Ma il contesto complessivo. Poi sono arrivate le scuse. Ha cercato il commentatore di correggere il tiro, non ci è riuscito, le solite cose. Arriveranno procedimenti sanzionatori, forse continuerà a lavorare per la RAI, forse anche no, non è la prima volta che sulla RAI assistiamo a commenti assurdi. Siamo tutti esseri umani, nessuno è perfetto, facciamo tutti la morale e poi siamo i primi antimoralisti. Ma la sensazione che l'euforia per il calcio, il pallone, il goal, quelle cose da campo, da maschio cavernicolo, debbano prevalere su tutto il resto, come se non contasse niente, detto o non detto con leggerezza, è stato detto, è perchè probabilmente in questa società ce lo si può permettere di dire certe cose.
Nessuna crocifissione pubblica, nessun rogo o caccia alle streghe, il commentatore ha fatto il mea culpa il giocatore continuerà a giocare, la ragazza vittima della violenza continuerà a dover fare i conti con una società di m***, perdonate il francesismo, ma questo è, e il mondo va avanti, la palla entra in porta e si fa goal.
Ma come detto non è il caso specifico che interessa. La giustizia farà il suo corso.  Il punto è che conta solo il goal. Quel goal che deve spazzare via tutto il contorno. Principi, diritti, etica, morale. Un goal che può ogni cosa.
Si spegne la radio. La vita continua, ma il perchè non avrà risposta. E quanto detto non potrà mai più essere dimenticato.


Un goal meraviglioso il primo di Manolo Portanova, l'uomo più discusso dall'inizio della stagione a Reggio Emilia, che ha spaccato la tifoseria con la sua condanna in primo grado per stupro. Non lo volevano in tanti, soprattutto le tifose della Reggiana, e invece gli ultrà, le teste quadre, lo volevano eccome, e lui è andato a festeggiare proprio sotto la curva granata il suo primo gol in campionato. Un goal  davvero meraviglioso che mette a tacere le polemiche, anche se poi ricordiamo che tra qualche mese ci sarà il processo d'appello per stupro di gruppo.