Il Liverpool ha vinto la partita dell'anno, volando a più 9 in Premier, contro un Manchester City formidabile, temibile fino alla fine, certamente penalizzato da una grave svista arbitrale per un rigore negato, e che fino alla fine darà del filo da torcere per evitare che i Reds dopo la Champions possano vincere per la prima volta la Premier League. Titolo che manca da 30 anni dalle parti della meravigliosa città dei Beatles. Il Liverpool di Klopp è la squadra più forte al mondo al momento, e uno dei suoi uomini immagine è certamente l'egiziano Salah. Legatissimo al suo Paese, che già in passato fece discutere quando nel 2016, a Roma, si doveva scendere in campo con lo striscione Verità per Giulio Regeni, e si parlò di imbarazzo della Roma per tutelare Salah. Roba da non credere. Eppure ciò è successo, tanto che iniziarono a girare voci che la vendita di Salah al Liverpool venne facilitata per ciò. Baggianate. Ma rimane il fatto che quel giocatore è uomo simbolo dell'Egitto di Al Sisi e non risulta che abbia mai preso le distanze da quella dittatura.
E non stiamo parlando di una democrazia, ma, si ribadisce, di una feroce dittatura. 
Il calcio è il calcio, dice Sara Gama, lasciando intendere che è per tutti e per tutte e non dovrebbe conoscere discriminazioni. Ma il calcio è anche altro. Ed il fatto che addirittura sulla pagina del governo egiziano si celebri la vittoria del Liverpool contro il City è un qualcosa che dovrebbe fare riflettere.
Da tifoso del Liverpool ciò lo trovo indecente, tenendo conto che il Liverpool coltiva valori che sono l'opposto rispetto a quelli coltivati dalla dittatura di Al Sisi.
Il Liverpool si fa promotore di diritti umani, di lotta al razzismo, di contrasto all'omofobia. L'Egitto è un Paese dove i diritti umani non sono contemplati. Ed il caso di Giulio Regeni, insegna.
E per rimanere in tema.
A parer mio sarebbe importante se per il quarto anno di verità e giustizia negata a Giulio (ricordiamo che studiava per conto di una prestigiosa Università inglese) che è stato ucciso dalla dittatura criminale egiziana che da oltre 45 mesi nega ogni forma di reale collaborazione ed ha favorito depistaggi scandalosi, a partire dall'uccisione di cinque giovani innocenti, anche il calcio italiano ed inglese scendessero in solidarietà in campo con lo striscione verità per Giulio Regeni.