“Come non c'è stoltezza maggiore di una saggezza inopportuna, così non c'è maggiore imprudenza di una prudenza distruttrice”.

Non me ne voglia Erasmo da Rotterdam se scomodo lui e il suo Elogio alla Follia per descrivere la situazione in cui vessa oggi il nostro Paese. Purtroppo, non si sa da dove iniziare nel descrivere quanto sta accadendo in queste settimane, se da una parte siamo in balia delle circostanze, dall’altra invece siamo alla mercé di una classe dirigenziale che si sta dimostrando, ancora una volta, inadeguata e impreparata nel gestire una situazione critica.

Per classe dirigenziale non si intende solo quella presente all’interno della Lega Calcio, organo al quanto discutibile oramai, bensì ci si riferisce anche alla classe politica che ci governa, o almeno credevamo ci stesse governando. Sì, credevamo che ci stesse governando all’interno di questa crisi, ma in realtà stiamo navigando a vista come fece il Titanic lungo la sua tratta che lo porto ad affondare a causa di un Iceberg non visto per tempo, ed i morti che si portò con sé in fondo l’oceano perché non era previsto che potesse affondare.

Sappiamo tutti che il Governo ha decretato con urgenza alcune misure restrittive per contenere l’epidemia che ci ha colpito. Quanto sottoscritto nella notte dal Premier Conte prevede la divisione dell’Italia in 3 fasce di sicurezza: la rossa, vede interessati i comuni più colpiti e ritenuti i punti di origine della trasmissione del virus; la gialla, vede interessate le regioni più colpite; la verde, ossia tutto il resto dell’Italia. La novità del decreto è che le misure restrittive sono estese anche al resto dell’Italia e non solo alle prime due zone. Quindi sospensione di tutte le manifestazioni sportive se NON con la modalità delle “PORTE CHIUSE”.

Le “porte chiuse”, una valida alternativa se non fosse che poi interviene la Lega a poche ore dall’inizio di una partita e decide di rimandare tutte le partite che fino a sabato alle ore 12:30 dovevano regolarmente disputarsi con le limitazioni del caso. Qui siamo di fronte alla prima e vera follia di questa vicenda, ossia la Lega Calcio che scavalca in un qualche modo l’operato del Governo e impone una scelta iniqua per molti. Sia chiaro, prima di tutto viene la salute, peccato che questa volta la salute dei cittadini ha poco a che vedere con questa decisione last minute, ed infatti ben presto arrivano le prime indiscrezioni che confermano i sospetti iniziali, ossia che siccome non si voleva dare l’immagine di un paese in ginocchio, mostrando in mondovisione gli spalti vuoti di Juventus – Inter, si è voluto dare al mondo l’immagine di un paese incapace di adottare tempestivamente delle soluzioni eque per tutti.

E’ infatti indubbio che questa decisione presa all’ultimo secondo abbia in un qualche modo danneggiato l’immagine e la credibilità stessa del campionato, così come è indubbio che qualche pressione il Presidente della Lega Calcio Dal Pino l’ha subita, da chi facciamo finta di non saperlo, qui quello che conta non è come fa un organo collegiale a decidere arbitrariamente cosa sia giusto per tutte le società di calcio o meno, ma perché una decisione che poteva sembrare giusta se presa per tempo, oggi risulta così sbagliata. D'altronde nessuna società aveva avanzato richiesta di posticipare la partita di domenica, anzi erano disposte tutte a giocare sebbene a porte chiuse. Ma come detto prima, l’immagine prima di tutto, ed allora per mascherare questa goffa ingerenza della Lega, si è esteso il rinvio alle altre partite che tutti sappiamo.

La cosa che rende ancor più goffa questa scelta è soprattutto il contorno. Facciamo chiarezza su alcuni punti sui quali poi proverò a fare delle riflessioni (si me la sto suonando e me la sto cantando da solo come si dice a Roma):

  • Punto primo: questo virus non ha una durata, quindi non stiamo lottando contro qualcosa che sai quando è iniziato e puoi prevedere quando finirà;
  • Punto secondo: fra due giorni si giocherà il ritorno di Coppa Italia Juventus – Milan, a porte semi aperte, e il decreto del Governo?;
  • Punto terzo: fra 6 giorni ci sarà un’altra giornata di campionato e la situazione è analoga a questo week end, e allora perché la prossima settimana si potrà giocare a porte chiuse e questa invece no?

Ovviamente tutti ci siamo fatti una nostra personale idea, che sicuramente sfugge alla logica. Riprendendo il punto primo, risulta veramente insensata questa decisione. Come già detto prima, stiamo navigando a vista e i nostri governanti stanno facendo più danni di una grandine a primavera. Innanzitutto, non potendo stabilire la fine di questa emergenza non ha senso decretare ogni 3 giorni qualcosa, ma soprattutto la Lega doveva attenersi alle prime linee guida che aveva tracciato visto che ad oggi ha solo dimostrato di aver creato un precedente solo ed esclusivamente per la partita di spicco.

In merito al punto secondo, la questione è ancor più imbarazzante e questo perché non ha veramente senso aver deciso di rinviare metà delle partite di questa domenica se poi, per una partita che avrà luogo fra soli due giorni si è concesso non solo di essere disputata regolarmente ma a porte “semi-aperte”. Già perché nemmeno il tempo di “ufficializzare” il nuovo decreto, che la Juventus con un comunicato stampa conferma quanto sopra scritto, forte di questo piccolo cavillo/vuoto ad hoc:

DPCM 1 marzo 2020, recita: Sospensione degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, sino all’8 marzo 2020, in luoghi pubblici o privati. Resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, nei comuni diversi da quelli di cui all’allegato 1 del presente decreto. È fatto divieto di trasferta dei tifosi residenti nelle regioni e nelle province di cui all’allegato 2 per la partecipazione ad eventi e competizioni sportive che si svolgono nelle restanti regioni e province.

Torino non è presente nell’allegato 1, così come la Regione Piemonte non è presente nell’allegato 2, e quindi la partita sarà svolta regolarmente con il solo accesso ai tifosi che non provengono dalle Regioni e dai Comuni degli allegati 1 e 2.

Infine, una riflessione sul punto terzo che inevitabilmente è strettamente collegato al primo. Come sarà possibile motivare oggi la scelta di un possibile turno a porte chiuse a distanza di soli 7 giorni sapendo perfettamente che questa situazione di emergenza non sarà terminata? Come potrà la Lega Calcio tutelare l’immagine di un campionato che fino a due settimane fa si diceva bello e avvincente ed oggi invece corre sul filo di lana con tecnici e dirigenti di Serie A che gettano ombre sulla regolarità della stessa!

Il controsenso assoluto è la suddivisione del rischio in seria A e serie B, già perché a vedere il campionato cadetto, sembra che questo virus non possa essere contratto dai giocatori cadetti, o dai loro addetti ai lavori visto il regolare svolgimento dello stesso, seppur con porte chiuse.

E quindi che connotazione dare a questo rinvio se non quello meramente economico e di immagine di una società come la Juventus?

La situazione non solo è grottesca ma molto ambigua, e sicuramente oggi non ci troveremmo qui a discutere se questi interventi fossero stati presi per un vero interesse della salute del cittadino, con modi e tempi che non inducessero il maligno sospetto che sotto ci sia ben altro.

 


E.D.M.