Per alcuni di noi questo calciomercato di riparazione segna un svolta.
Ho apprezzato e sostenuto la linea della proprietà fin quando era ragionevole farlo. Conti in ordine, niente follie, scouting di giovani di talento... però giochiamo a pallone, non a Monopoly.
Così, mentre possiamo vantarci di avere un debito di "soli" 90 milioni, affronteremo buona parte degli scontri diretti senza un centrale che sostituisca Kjaer, senza ricambi di qualità a centrocampo e con un 18enne in attacco. Inoltre abbiamo anche la certezza di perdere Kessie e Romagnoli a fine stagione che con tutta probabilità andranno a rinfoltire le rose delle avversarie. Certo arriveranno altri al loro posto (Bootman? Renato?) ma come sempre ci vorrà tempo per inserirsi e a questo punto è lecito chiedersi se ha senso continuare a costruire senza puntellare le certezze.

Con tutto il rispetto, Singer e il suo fondo hanno comprato il Milan non l'Empoli o la Salernitana. Questo implica sicuramente vantaggi in termini di marketing, ricavi commerciali e visibilità a patto di rispettare le aspettative. Sta passando troppo tempo senza vincere niente e sopratutto la strada sembra ancora lunghissima. Basta leggere l'ultima fatica letteraria di Ibra per capire come la mancanza di leader, di esperienza alla fine comprometta il talento dei più giovani.
In altre parole non capisco perché non si è approfittato della finestra di mercato per provare a dare un segnale importante anche all'interno: proviamo a vincere. 
La Serie A non è l'NBA dove di fatto vince uno ma non perde mai nessuno. Se questo business fatto di commissioni, dispetti, sottorfugi non gli piace, venda ora senza e ci levi dal limbo dell'eterna incompiuta.