E' notizia odierna la consegna del patentino per allenatori di calcio di Serie A conseguito nel centro di Coverciano da parte di Gianni Rivera. Questo traguardo consentirà all'ex golden boy di sedersi su di una panchina della nostra serie maggiore o cadetta in qualità di allenatore. Una bella soddisfazione a coronamento di una luminosa carriera che iniziò nel lontano 1958 quando l'allora quindicenne centrocampista esordì con l'Alessandria allo stadio Giuseppe Moccagatta e dai suoi prelibati tocchi e le sue magie con la palla s'intuì nel giro di poche settimane che sarebbe talmente cresciuto fino a divenire quel genio calcistico che avrebbe riempito gli stadi e le prime pagine dei quotidiani sportivi per un ventennio divenendo il più famoso calciatore italiano nel nostro dopoguerra (senza offesa alcuna per Sandro Mazzola). Ma una repentina intuizione la ebbe il Milan che nel mercato estivo 1960 acquistò il sedicenne centrocampista dall'Alessandria che si legherà ai colori rossoneri per ben 19 stagioni  (sarà superato solo da Francesco Totti) conquistando: 
3 Scudetti -  5 Coppe Italia - 1 Coppa Uefa  -  2 Coppe dei Campioni - 1 Coppa Intercontinentale, vinse inoltre il Pallone d'oro nel 1969 e fu capocannoniere in serie A nel 1973 con 17 reti ed in Coppa Italia con 7 reti realizzate nel 1967 e nel 1971.
Un lungo palmares ottenuto in tempi che vedevano i grandi "top player" giocare o nel Sudamerica o comunque fuori dall'Italia, oggi è completamente improponibile un confronto di un campione del calcio odierno con uno di allora.

Sbirciando in Internet ho trovato un'intervista che Gianni Rivera ha rilasciato all'agenzia Ansa il 27.6.2017 in cui  "l'abatino" (il soprannome che gli diede il compianto Gianni Brera) paragona il suo tempo, debuttante al Milan all'età di 17 anni, con quello attuale di Gigio Donnarumma anche lui debuttante con la stessa maglia e con la stessa età.
Ai miei tempi, riferisce Gianni, non esistevano procuratori, i rapporti erano diretti con la società ed io da ragazzo senza neppure essere diplomato mi recavo in Sede per discutere ogni anno la revisione del mio contratto, ma ora tutto è cambiato!   
Alla fine degli anni 70 quando terminavo la mia carriera di calciatore il mio contratto annuo era di 70 milioni, ora li prendono in cinque minuti!  Queste le parole di Gianni Rivera, un mito del calcio italiano.
A stento cerco di poterle commentare ma, amici, credetemi è difficile, difficile perchè lo vediamo tutti che un qualsiasi calciatore se va bene per 3/4 turni di campionato, sia esso attaccante, centrocampista o difensore vede la sua quotazione di mercato alzarsi come in un cruscotto fa l'ago del contagiri ed abbassarsi per un attimo solo al cambio di marcia per poi riprendere, se il calciatore prosegue nel suo trend positivo e fino ad arrivare ad un fuori giri!!!! e ad oggi per evitare quel fuori giri con la conseguente rottura del motore è stata da alcuni anni creata la figura del procuratore (una sorta di Paraflu per il suo cliente, ma spesso per alcune società una specie di tagliando extra non previsto da effettuare, chiaramente non in garanzia!). 
Quanti brocchi sono transitati nel nostro campionato, quante bufale ci hanno rifilato... ma per colpa di chi?!?... l'ha detto Rivera nella precedente intervista, ai suoi tempi i procuratori non esistevano ma il calcio sfornava campioni del calibro appunto di Gianni e poi Riva, Mazzola, Corso, ed altri ....ed altri ancora negli anni 80 e 90 uno su tutti Totti, poi Pirlo, Baresi, Maldini, Baggio, Altobelli, Signori e ne dimentico molti di altre squadre, non me ne abbiano i tifosi, quasi ogni compagine di serie A e a volte anche di serie B aveva il suo campioncino, ora non più (si pesca con i procuratori all'estero) e si è vincenti solo con le plusvalenze, tutto il resto è alimentato solo dal tifoso con la sua passione sportiva e nulla più (soldi spesi per abbonamenti Tv a parte)!  
Assistiamo ad un surrogato di calcio che sta producendo (eccetto Ronaldo e Messi ) un forte danno allo sport perché purtroppo vengono sempre più a mancare i sani postulati su cui si fonda questa disciplina sportiva, che era nata in Gran Bretagna a Cambridge nel 1863 con il primo campionato della storia che contava solo 11 squadre ma il cui scopo principale era quello di praticare uno sport diverso, sano e di far divertire la gente.

"Le strade della vita dentro e fuori dal campo sono infinite e Gianni Rivera, con questo patentino, le ha percorse praticamente tutte" (da Alta Fedeltà 24.9.19). Vero, prima grande calciatore e poi un giorno al termine di una tournée sudamericana annunciò in sala stampa: "...non mi reggevano più le gambe e non volevo finire in ginocchio nel corso di una qualsiasi partita..." era il 20.6.1979. Aveva già giocato la sua ultima partita poco prima  il 13.5.79 in Lazio Milan (1-1) dopo di che attaccherà gli scarpini al chiodo per riprenderli  38 anni dopo! Il giorno seguente fu nominatoVicePresidente dall'allora Presidente Felice Colombo, carica che ricoprì fino al 1986 quando il Milan venne rilevato da Berlusconi, suo futuro avversario politico. Seguirono degli anni bui per il Milan con due gestioni pressochè fallimentari (Buticchi e Farina nell'82 con tanto di serie B) anni in cui regnò pressappochismo e lo portò ad ottenere risultati di molto inferiori alla sua carriera da calciatore.  E così dopo 26 anni di Milan decise di lasciare la società proprio mentre Berlusconi con il suo elicottero atterrava su Milanello dando il via a quell'epopea di successi rossoneri che rappresentarono la "Treccani" del calcio italiano.

Non vorrei essere l'uccello del malaugurio ma mi sorgono spontanee le due seguenti riflessioni: l'attuale Milan non sta andando bene, ha solo 6 punti in classifica dopo 4 giornate ed è già a 6 dalla vetta, l'obiettivo della società è arrivare al quarto posto, cioè C.L., ma l'allenatore Giampaolo non sembra un insegnante come si pensava, ma somiglia piuttosto più ad un allievo accompagnato dal padre in sala professori per firmare una nota appunto a carico di suo figlio, i giocatori sembrano un manipolo di scouts in cerca del tesoro nascosto (il pallone) ma hanno perso la mappa (modulo di gioco) ed il loro rubabandiera (Piatek) non usa più fazzoletti di stoffa, usa quelli di carta ( che siano il nuovo sponsor sulle magliette del Milan?) e se ne deduce che avremo un proseguo di campionato a dir poco tribolato. 

Seconda riflessione: scrivania di Elliott con dietro, sulla parete, affisso un grafico raffigurante l'andamento del Milan, un vuoto d'aria, una picchiata che attende un'istantanea cabrata per non sbattere il muso a terra con danni d'immagine e di economia irreparabili (altro che nuovo stadio) e allora intravedo un'idea, può essere buona, geniale, mandragata, oppure più semplicemente carta straccia! ... valutate voi: ma perchè non chiamare in panchina Gianni Rivera?... Non sarà esperto, ha la sua bella età, è stato un politico, per troppi anni si è allontanato dal Milan, non è estremamente simpatico a molti, ormai è un pesce fuor d'acqua... tutto quello che volete, io, ora così come stanno messe le cose in casa Milan non credo che ne otterremmo un peggioramento, semmai resteremmo come siamo ora, una squadra da centro classifica e niente più!  E il grande Milan che fine ha fatto?!?   
Eccolo è là in panchina con i ricordi nella mente del Paron (Nereo Rocco), con gli schemi copiati a Sacchi e Capello, con tutta l'esperienza  che quel fagotto di Coppe gli ha trasmesso.

E per finire, amici, io vivo a Roma e un paio di anni fa l'ho visto allenare in una scuola di calcio istituita da lui e Sormani al centro sportivo Tor di Quinto, beh a 74 anni ho visto come faceva lo stop di palla ed insegnava ai ragazzi a saltare l'uomo.....ho ancora i brividi solo al pensiero, sembrava avesse bloccato il tempo... per me Gianni Rivera tutta la vita!

                                                                   

Un abbraccio

Massimo 48