Vi sembra un titolo un po’ esagerato? Sì, può essere che mi sia lasciato prendere la mano, ma il paradosso rende, a parere mio, plastico lo stato d’animo dello juventino doc, diciamo del “buon padre di famiglia” bianconero

Da juventino vero, provo – come forse qualche lettore avrà già intuito in passato – una certa avversione nei confronti della società nerazzurra, che risale esattamente dall’estate del 2006 (…chissà perché) e che nel corso degli anni a seguire ha assunto sfumature diverse, senza mai essere però smorzata in termini di intensità …anzi.

Ciò che infastidisce è quel senso di supponenza perpetrato da Massimo Moratti in poi in esito alle vicende della cd Calciopoli (di seguito Farsopoli) e che, ahimè, ha aperto la strada ai nerazzurri per cogliere successi in ambito nazionale ed internazionale. Tali successi sarebbero stati impossibili da raggiungere ove la Juve fosse rimasta al livello di vertice del Calcio Italiano di quel periodo (tanto per fare un esempio, non avremmo mai svenduto Ibra all’Inter e quindi avremmo poi reso impossibile il successivo scambio dello svedese con quel fenomeno di Eto’o nella trattativa Inter/Barcellona).

A partire dal 2006 e sino ad oggi, alcuni ex dirigenti e calciatori interisti hanno posto in essere un unico teorema atto a giustificare le (clamorose) sconfitte del passato, condite da campagne di calciomercato dispendiose e ai limiti del ridicolo (un po’ come quelle della Juve attuale da un paio di stagioni). Il teorema era rappresentato dal fatto che la Juve vinceva perché rubava e l’Inter perdeva perché era onesta, arrogandosi peraltro l’esclusività di tale aggettivo.

Se già l’assegnazione dello scudetto di cartone all’Inter nell’estate del 2006 fu difficile da metabolizzare per uno juventino, divenne addirittura indigesto dopo la pubblicazione nel 2010 della famosa Relazione Palazzi, nell’ambito della quale sarebbe stato contestato all’Inter lo stesso illecito che aveva spedito la Juve in serie B…Ma, nel frattempo, era sopraggiunta la prescrizione..

Veniamo però ai giorni nostri.

Sono visibilmente preoccupato che si possa verificare l’evento che ho descritto nel titolo, anche perché scorgo qualche analogia con il passato. Se allora si trattò del cambio di casacca di Ibra, ora si è verificata la stessa migrazione di bianconeri (Marotta ed Antonio Conte)

Sono precedenti che non aiutano certo l’animo di uno juventino smarrito come il sottoscritto, il quale, peraltro, è già inebetito da qualche giorno - con sensazioni che variano tra l’attonito e lo sbalordito - in merito alla misura dell’ammenda comminata alla Juventus in sede di patteggiamento: Euro 718.240,00!!!????

In proposito, ho provato ad ipotizzare delle chiavi di lettura, che temo però non siano veritiere: i 18.240 Euro riguardano i rimborsi spese (vitto, alloggio, torneo di freccette, altri extra non edibili..) per i componenti dei vari organi che sono stati coinvolti nel procedimento; 240 Euro rappresentano la mancia lasciata da Ferrero, in segno di bon ton sabaudo (senza strafare però); 18.240 Euro rappresentano l’importo che sarà messo a bilancio dalla Juve in questa stagione, mentre il resto sarà spalmato nei quattro esercizi successivi. Se così fosse, però, appare scontata l’apertura di un nuovo fascicolo da parte della Procura di Torino per falso in bilancio e manipolazione del mercato.

Ma sto divagando.

Come ai tempi di Farsopoli, anche nello scenario attuale, la Juve ha offerto all’Inter i capisaldi sui quali costruire la squadra vincente dell’immediato futuro e, siccome, dall’approdo di Ibra all’Inter al successo del Triplete passarono quattro anni, ecco che dopo quattro anni dallo sbarco di Marotta e Conte all’Inter, la squadra nerazzurra si ritrova in finale di CL per un nuovo Triplete, dopo l’aggiudicazione di Supercoppa Italiana e Coppa Italia.

Sto toccando ovunque..

Siccome i corsi e i ricorsi non appartengono solo alla Storia ma anche al Calcio (vedi la Juve che non vince una finale di CL dal Mesozoico), scorgo l’addensarsi di cupe nubi neroazzurre all’orizzonte del Bosforo, per cui occorre prepararsi spiritualmente al martirio.

Si tratta solo di individuare la modalità più idonea.

In primo luogo, avrei pensato che ci si potrebbe fare esplodere nel catino di San Siro al rientro da Istanbul dei nerazzurri. Credo che l’agnello (ogni riferimento è casuale…) sacrificale bianconero verrebbe ricordato dal popolo juventino come un’icona e sicuramente il suo nome troverebbe spazio tra le stelle dello Stadium. Nel mio caso, sarei però di fronte ad un problema insormontabile: per entrare a San Siro dovrei indossare quantomeno una sciarpa nerazzurra ed è assolutamente impossibile che ciò possa avvenire, perché sarei immediatamente scoperto. Ove infatti dovessi mettere al collo il vessillo interista, comincerebbero a rotearmi gli occhi, avrei la schiuma alla bocca e finirei in preda alle convulsioni. Per liberarmi dal blasfemo Satana nerazzurro, dovrebbero chiamare l’Esorcista bianconero per eccellenza, ovvero Luciano Moggi.

Saremmo così lapidati nell’antistadio.

Una seconda possibilità potrebbe essere quella di indossare la maglia bianconera di Michel Platini e di darsi fuoco in Piazza Duomo al passaggio del bus scoperto dei neo campioni d’Europa. Sarebbe un gesto sicuramente rappresentativo, ma si presterebbe a ritorsioni nei confronti della Juventus da parte dell’UEFA. Il massimo organismo calcistico europeo accuserebbe la Juventus di responsabilità oggettiva, in quanto il bonzo bianconero indosserebbe la maglia di un reprobo cacciato dall’UEFA e dalla FIFA (a nulla rilevando la definitiva assoluzione). Credo che la squalifica dalle competizioni europee non potrebbe essere inferiore a 20 anni, contestualmente all’organizzazione dei Mondiali di Calcio ad Atlantide, secondo un innovativo progetto di Infantino: le squadre si sfiderebbero su un fondale di 100 metri con i calciatori vestiti da palombari con mute da 200 Kg. Lo spettacolo sarebbe assicurato, al netto di un gioco che inevitabilmente non sarebbe troppo veloce e di qualche calciatore sbranato dagli squali (anche se per ovviare a tale evento, la FIFA consentirebbe sino a 22 sostituzioni a partita).

Infine, avrei pensato ad un’uscita di scena più riservata. Assistere davanti alla televisione al trionfo della squadra interista equivarrebbe per uno juventino ad una condanna a morte e, dinanzi a tale sentenza, lo stesso non potrebbe reagire, né più meno di come fece Socrate, dinanzi alle accuse di empietà e corruzione. Secondo quanto riferito da Platone, Socrate si suicidò bevendo un infuso di cicuta. Per restare in tema con l’evento, io sceglierei un infuso a base di Escoazul (scorpione azzurro) di colore azzurro e di Papuan taipan (serpente australiano) di colore nero.

E se Socrate concluse il suo ultimo discorso con la frase “Ma ora è tempo di andare, io a morire, voi a vivere:chi di noi vada verso un destino migliore, è ignoto a tutti, fuorchè al Dio”, nel mio piccolo, lascerei accanto al Gufo (inutile) che ha condiviso la visione della partita con il sottoscritto il seguente messaggio Di tutto avrei pensato nella mia vita, ma non quello di assistere alla vittoria della Champions League da parte di Acerbi, Darmian, Gagliardini e D’Ambrosio. Ho visto quindi tutto e dunque è ora di andare, io a morire, voi a vivere dei successi dei cartonati prescritti. Non c‘è bisogno di un Dio per stabilire che il mio è il destino migliore”