In Italia serpeggia ormai un populismo opinativo che potremmo chiamare supponenza del popolo. Come diceva Eco, all'anagrafe Umberto: “Siccome il popolo in quanto tale non esiste, il populista è colui che si crea una immagine virtuale della volontà popolare.” Una volontà che cresce di bocca in bocca e fa rumore come un'eco, si divincola tra i nostalgici dell'analisi e troneggia sulle vette della superficialità. La Juventus ha vinto il nono scudetto, ma l'ha vinto per demerito degli altri. Questo il sunto dei commenti che da ieri sera scorrono sui social e ahimè su alcuni giornali.
Non ho idea del significato di una tale affermazione, visto che nello sport vinci se qualcuno fa peggio di te. Ma questo assunto nasconde un modus narrandi che solletica alcune riflessioni.

1) La Juventus ha vinto il suo nono scudetto di fila e questò è gia un dato inconfutabile. Come l'abbia vinto è un ragionamento successivo. L'impresa, il record di scudetti consecutivi è un risultato che difficilmente si ripeterà e questo va detto con tenacia. E' già una medaglia.

2) La Juventus ha vinto il campionato più difficile della storia del calcio italiano, non per i valori in campo, ma per la situazione che si è creata dopo l'invasione canaglia del Covid 19. Tre mesi in cui sono stati strappati petali e petali di margherite: si gioca, non si gioca, si gioca. Quindi è partita la preparazione e la paura di infortuni. Si è giocato in piena estate con tassi di umidità elevata e sappiamo che il caldo non aiuta gli sforzi fisici. Il populista afferma che con tutti i soldi che prende un calciatore, dovrebbe giocare e basta, senza lamentarsi. Un calciatore forse sì, ma i bioritmi fisici non sempre seguono la volontà popolare. Basterebbe aver giocato a calcio sui campetti amatoriali per capire che in questo mese o poco più si sono visti tanti errori banali nelle chiusure e nei passaggi, o interventi fallosi dettati dalla mancanza di lucidità. Anche questo è un dato oggettivo.

3) Sarri ha vinto il suo primo scudetto che conta. Contro tutti e tutto. Non ha espresso il suo gioco migliore, spesso non ha nemmeno espresso gioco, ma alla fine il risultato è arrivato. I nostalgici di Allegri, gli stessi che la scorsa estate ne hanno chiesto l'esonero, hanno supplicato di rimetterlo in panchina, dopo aver decretato a priori che con Sarri la Juve non avrebbe vinto niente, altra immagine virtuale della volontà popolare. Tra la noia dell'ultimo anno di Allegri e la noia di alcune partite dirette da Sarri il risultato è stato lo stesso. Sarri non ha la squadra ideale per fare il suo gioco, forse non l'avrà nemmeno l'hanno prossimo, ma ha capito che spesso bisogna fare di necessità virtù. Un passo avanti.

4) Dopo otto scudetti di fila, per alcuni il nono era abbastanza scontato, soprattutto per il populista doc, ma di scontato ci sono solo i saldi, e spesso nemmeno quelli. Si è creato attorno alla squadra un ambiente presuntuoso, dove tutto è dovuto, come se non esistessero gli avversari, come se non ci fossero cali di tensione o appagamento psicologico. I tifosi hanno trasformato il piacere per le vittorie in un atteggiamento normale, rassegnato, come se fosse ovvia la vittoria. Non è così, chi ha fatto sport sa che ogni conquista va festeggiata, perché il morale e l'entusiasmo non appartengono alla categoria dello scontato. 

Ora c'è da preparare la Champions, speriamo dunque che non si dia per scontato che tanto la Juve non la vince.