«Tutti coloro che hanno vissuto il calcio sono cresciuti con il mitico nome di Zarra»
(Emilio Butragueño)

Zarra sta al calcio iberico come Silvio Piola sta a quello italiano.
Storie diverse, ma entrambi icone di due dei più grandi movimenti calcistici del pianeta.
Se l’attaccante lombardo è sicuramente noto alla stragrande maggioranza degli appassionati del nostro Paese, il nome dello spagnolo potrebbe non dire molto.

Telmo Zarraonaindía Montoya (questo il suo nome di battesimo) nasce nel 1921 nei Paesi Baschi. Dove vivrà la quasi totalità della sua carriera? Naturalmente, all’Athletic Club, o Athletic Bilbao, per intenderci, lui che è divenuto un simbolo di quei luoghi. Ancora oggi, è il più grande marcatore della storia del club e il terzo più prolifico di sempre nella storia della Liga (dietro, quasi superfluo scriverlo, solamente a Messi e Cristiano Ronaldo), di cui deteneva anche il record di successi del titolo di Pichichi: 6 le volte in cui si è issato in cima alla classifica marcatori, superato solamente nella scorsa stagione dalla solita Pulce argentina. Rimane, però, ancora oggi il miglior cannoniere della storia della Coppa del Re e uno dei più grandi centravanti che la storia del calcio, iberico e non, possa ricordare. 251 reti totali in Spagna, 1 campionato vinto nel 1942/43, 5 coppe nazionali e l’immagine di un calciatore che ha dato tutto per la squadra della sua terra. Con la maglia della Nazionale giocò paradossalmente poco, ma la statistica è ugualmente mostruosa: 20 presenze, 20 reti. Un gol ogni 90 minuti, di cui ben 4 siglati nella Coppa del Mondo del 1950. Le cronache del tempo narrano di un calciatore capace di segnare sempre, con una costanza inaudita, in qualsiasi modo, in qualsiasi luogo, in qualsiasi tempo. La sua capacità nel gioco aereo era ritenuta devastante: impossibile per i difensori arginarlo quando l’attaccante usava la testa, letteralmente e non. Lasciata la squadra con cui ha ottenuto le maggiori soddisfazioni, giocherà altri due anni, prima di lasciare il calcio nel 1957.
Morirà nel 2006 e per celebrarlo il quotidiano Marca lancerà un nuovo premio: verrà assegnato un trofeo intitolato all’indimenticato attaccante che verrà conferito annualmente al più prolifico attaccante spagnolo del campionato nazionale.

-Se il Trofeo Zarra esistesse in Italia?

La regola è molto semplice: vince l'attaccante italiano che segna più reti nella stagione della nostra Serie A.
Se questo premio fosse esistito, ad esempio, già dall’istituzione del girone unico, chi avrebbe vinto più volte questo titolo? Si parte con la retrospettiva: chi sarà l’attaccante che potrà fregiarsi del numero maggiore di trofei, affiancando David Villa, al momento leader del trofeo ufficiale con 4 trionfi?

-Milano regna: tris di Meazza e Boffi (1929-1943)

Come prevedibile, fino al secondo Dopoguerra non ci sono mutamenti rispetto alla classifica marcatori ufficiale. Con tre premi a testa i grandi trionfatori sono l’indimenticabile Giuseppe Meazza, che con la maglia dell’Inter vince la prima edizione nel 1929/30, per poi accumulare successi grazie ai trionfi nel 1935/36 e nel 1937/38, e Aldo Boffi, attaccante principe dell’altra squadra del Naviglio: con i rossoneri vincerà la classifica marcatori nel 1939/40 e nel 1941/42, oltre a quella del 1938/39 vinta in coppia con Puricelli. Quest’ultimo si regalerà il bis in solitaria nel 1940/41. Con due successi troviamo anche l’icona juventina del Quinquennio d’Oro, Borel II, e il summenzionato Silvio Piola, vincitore nel 1936/37 e nel 1942/43. Un successo a testa per Volk (1930/31), Schiavio (1931/32) e Guaita (1934/35).

-La risposta di Torino (1945-1948)

Se nei primi anni è Milano a fare la voce grossa, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale è la volta della città della Mole Antonelliana. È l’epoca del compianto e mai dimenticato Grande Torino, che riuscirà a portare al vertice della classifica marcatori Gabetto nel 1945/46 e l’idolo Valentino Mazzola l’anno dopo. Non solo granata, però: nel 1947/48 vince Boniperti, leggenda juventina. Finito questo periodo, si apre una lunga parentesi in cui l’ipotetico Trofeo Zarra non sarebbe quasi mai stato assegnato al capocannoniere del torneo, soprattutto a causa del dominio di Nordahl, celeberrimo attaccante del Milan che vinse per 5 volte la graduatoria.

-Anni sorprendenti: persino un centrocampista! (1948-1959)

Nella stagione 1948/49, purtroppo tragicamente legata alla scomparsa della corazzata granata, a vincere la classifica marcatori è l’ungherese interista Nyers. Subito dopo, Amedeo Amadei, suo compagno. Ebbene sì: il calciatore, protagonista del primo scudetto della Roma, passò ai neroazzurri proprio quell’anno (la società giallorossa aveva bisogno di vendere) e con 22 reti fu il miglior marcatore italiano. Eccetto Boniperti, che si concesse il bis nella stagione 1950/51, gli altri nomi vincitori sono dei calciatori probabilmente poco noti ai più, ma che lasciano la loro impronta nell’ideale premio. Nel 1949/50 la spunta Galassi, il quale con la maglia viola fu uno dei più prolifici in quelle annate. Due anni più tardi è Renzo Burini, uno dei punti fermi del Milan vincitore del tricolore l’anno prima dopo 44 anni, a ottenere il titolo di miglior attaccante nazionale con 22 centri, seguito da Bacci, attaccante che ha vestito diverse maglie e che quell’anno con il Bologna conosce il suo momento migliore. Con la maglia dell’Udinese, nel 1954/55, sarà invece Bettini a fregiarsi del titolo, grazie alle sue 20 realizzazioni. Saranno Pivatelli nel 1955/56 e Dino Da Costa l’anno successivo a vincere classifica marcatori e premio. Sul finire degli anni ’50, tocca a Campana del L.R. Vicenza (1957/58) e Montuori della Fiorentina (1958/59). No, non ho saltato una stagione, ma il piatto forte va servito per ultimo: Adriano Bassetto conquista il premio nel 1953/54. Che ci sarà di strano, dite? Una mezzala capace di segnare 17 reti con l’Atalanta: niente male, no?

-Brighenti prima del ciclo degli oriundi (1959-1966)

Negli anni subito dopo la disfatta del mancato accesso ai Mondiali di Svezia nel 1958 si fanno largo diversi calciatori con doppia cittadinanza. I più noti, ovviamente, sono Sivori e Altafini, che vincono due titoli a testa, di cui uno persino insieme, nel 1963/64. Due anni dopo, sarà invece il rossonero Sormani a imprimere il suo nome nella lista. Gli altri vincitori sono Milani nel 1961/62 (insieme al già citato Sivori), Sandro Mazzola e Orlando, entrambi nel 1964/65. Prima di questo ciclo è Sergio Brighenti a vincere due volte consecutivamente, tra il 1959 e il 1961, con le maglie di Padova prima e Sampdoria poi.

-Rombo di Tuono e Pulici si prendono la scena (1966-1980)

Per diverso tempo, in seguito al blocco dei tesseramenti ai calciatori di altra nazionalità fino al 1980 dovuto ad un altro disastro iridato, quello del 1966 in Inghilterra, il titolo di capocannoniere coinciderà con il miglior attaccante italiano. Gigi Riva non ha rivali e vince tre titoli tra il 1966/67 e il 1969/70, anno di grazia del suo Cagliari. L’unico a interrompere l’egemonia è Pierino Prati, vincitore nel 1967/68 e grande centravanti nei cuori dei tifosi milanisti grazie soprattutto alle sue prodezze internazionali. Agli inizi degli anni ’70 c’è solo un nome a far da padrone: Boninsegna, che con la casacca neroazzurra vince il titolo nel 1970/71 e nel 1971/72. Dopo, è la volta dell’eroe granata Paolo Pulici, che mette la testa davanti a tutti per tre volte: nel 1972/73 (insieme a Savoldi e all’immenso Rivera), e poi nel 1974/75 e nel 1975/76, anno dello scudetto. La stagione successiva sarà invece la volta del suo gemello del gol, Ciccio Graziani. Non mancano gli acuti dei grandi centravanti: Chinaglia nella stagione del tricolore biancoceleste (1973/74), Paolo Rossi nel 1977/78 che sbocciò definitivamente, Bruno Giordano l’anno successivo sempre con la casacca capitolina della Lazio, e infine Bettega, che chiuse il decennio vincendo la classifica con 16 reti.

-Pruzzo e non solo (1980-1989)

Con la riapertura delle frontiere il calcio italiano conosce il periodo di massimo splendore. L’arrivo di grandi campioni dall’estero rende il nostro campionato competitivo e il più bello e ammirato al mondo. Non è un caso che nel 1982 la Nazionale vinca il suo terzo Mondiale. Il grande protagonista in attacco è, paradossalmente, uno che non ha mai avuto un grande rapporto con la maglia azzurra, per svariate vicissitudini: Roberto Pruzzo, centravanti amatissimo dal popolo giallorosso della Roma, che vince nel 1980/81, nel 1981/82 e nel 1985/86.  Nel decennio d’oro, si fanno notare anche Altobelli, vincitore due volte nel 1982/83 e nel 1984/85, e Virdis, che ottiene due successi consecutivi tra il 1986 e il 1988. Insieme a loro i veronesi Penzo (ex-aequo con Altobelli) e Iorio, che vince invece nel 1983/84: nessuno dei due farà parte della rosa vincitrice dello storico campionato 1984/85, a dimostrazione della forza della compagine scaligera del tempo. Nel 1988/89, anno dei record per l’Inter, vincerà Serena, mentre l’anno prima è Giannini (in coppia con il già citato Virdis) a trionfare: anche qui, un calciatore non attaccante in senso stretto va a prendersi il trofeo.

-I “Signori” del calcio italiano (1989-1998)

Negli anni ’90 sono due i cannonieri che riescono ad unirsi al ristretto gruppo dei trivincitori del premio: Beppe Signori, che vince tre volte anche la classifica marcatori (1992/93, 1993/94 e 1995/96 insieme al mitologico Protti) e Roberto Baggio, il miglior calciatore italiano di sempre il quale, al contrario, non ha mai vinto il titolo di re dei marcatori. Si potrà consolare con questo premio, vinto nel 1989/90 (anno delle notti magiche), nel 1991/92 e nel 1997/98 con tre maglie diverse (Fiorentina, Juventus e Bologna): record! Tra gli altri, spiccano attaccanti di razza come Vialli (1990/91, naturalmente, anno dello scudetto blucerchiato) e Filippo Inzaghi, che nel 1996/97 stravince con la maglia dell’Atalanta. Nel 1994/95 vincono in coppia Rizzitelli e Zola.

-Attaccanti da paura (1998-2009)

Analizzando questo periodo ci si può rendere conto di quanto esso sia stato florido dal punto di vista dei talenti offensivi, tanto per coloro che la mettono dentro con costanza, quanto per coloro che col pallone facevano ciò che volevano. Delvecchio (1998/99), Montella e Ferrante (1999/00), Chiesa (2000/01), Gilardino (2003/04) e Di Vaio (2008/09) sono stati micidiali pur senza vincere il titolo di miglior cannoniere del campionato: ennesima riprova del livello dell'epoca. I vari Hubner (2001/02), Vieri (2002/03), Cristiano Lucarelli (2004/05), Toni (2005/06, a cui si aggiungerà il bis nove anni dopo con la maglia del Verona), Totti (2006/07) e Del Piero (2007/08) hanno invece trionfato davanti a tutti, prendendosi di diritto il trofeo.

-And the winner is… (2009-2020)

Le ultime 11 stagioni sono state monopolizzate da due nomi. Il primo è Antonio Di Natale, che con 4 successi, addirittura consecutivi (tra il 2009 e il 2013) si issa in testa alla classifica del trofeo: il simbolo dell’Udinese sarebbe il calciatore più premiato di sempre del Trofeo Zarra se esistesse in Italia. Subito dietro, Ciro Immobile (2013/14, 2017/18 e 2019/20): mica male! Tra i due sono riusciti a inserirsi Pavoletti (2015/16), Belotti (2016/17) e Quagliarella (2018/19).

-E adesso?

Nel momento in cui scrivo, al vertice della classifica del premio troviamo Lorenzo Insigne. Il partenopeo potrebbe vincere per la prima volta l’ambito titolo, ma ad una lunghezza c’è il solito Ciro Immobile, desideroso di raggiungere Di Natale in testa con 4 successi. Dietro il sempre pericoloso Belotti, mentre sono leggermente più defilati Berardi, Caputo e Quagliarella.
Di seguito il palmares del premio, in attesa di aggiornarlo…

4 Di Natale (2009/10, 2010/11, 2011/12, 2012/13)
3 Meazza (1929/30, 1935/36, 1937/38)
3 Boffi (1938/39, 1939/40, 1941/42)
3 Riva (1966/67, 1968/69, 1969/70)
3 Pulici (1972/73, 1974/75, 1975/76)
3 Pruzzo (1980/81, 1981/82, 1985/86)
3 Signori (1992/93, 1993/94, 1995/96)
3 Baggio R. (1989/90, 1991/92, 1997/98)
3 Immobile (2013/14, 2017/18, 2019/20)

2 Borel (1932/33, 1933/34)
2 Piola (1936/37, 1942/43)
2 Puricelli (1938/39, 1940/41)
2 Brighenti (1959/60, 1960/61)
2 Altafini (1961/62, 1963/64)
2 Sivori (1962/63, 1963/64)
2 Boninsegna (1970/71, 1971/72)
2 Altobelli (1982/83, 1984/85)
2 Virdis (1986/87, 1987/88)
2 Toni (2005/06, 2014/15)
1 Volk (1930/31)
1 Schiavio (1931/32)
1 Guaita (1934/35)
1 Gabetto (1945/46)
1 Mazzola V. (1946/47)
1 Boniperti (1947/48, 1950/51)
1 Amadei (1948/49)
1 Galassi (1949/50)
1 Burini (1951/52)
1 Bacci (1952/53)
1 Bassetto (1953/54)
1 Bettini (1954/55)
1 Pivatelli (1955/56)
1 Dino Da Costa (1956/57)
1 Campana (1957/58)
1 Montuori (1958/59)
1 Milani (1961/62)
1 Mazzola S. (1964/65)
1 Orlando (1964/65)
1 Sormani (1965/66)
1 Prati (1967/68)
1 Savoldi (1972/73)
1 Rivera (1972/73)
1 Chinaglia (1973/74)
1 Graziani (1976/77)
1 Rossi P. (1977/78)
1 Giordano (1978/79)
1 Bettega (1979/80)
1 Penzo (1982/83)
1 Iorio (1983/84)
1 Giannini (1987/88)
1 Serena (1988/89)
1 Vialli (1990/91)
1 Rizzitelli (1994/95)
1 Zola (1994/95)
1 Protti (1995/96)
1 Inzaghi F. (1996/97)
1 Delvecchio (1998/99)
1 Montella (1999/00)
1 Ferrante (1999/00)
1 Chiesa (2000/01)
1 Hubner (2001/02)
1 Vieri (2002/03)
1 Gilardino (2003/04)
1 Lucarelli (2004/05)
1 Totti (2006/07)
1 Del Piero (2007/08)
1 Di Vaio (2008/09)
1 Pavoletti (2015/16)
1 Belotti (2016/17)
1 Quagliarella (2018/19)

 

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