Dopo il derby, solo macerie e rammarichi. Le macerie cadute sulle illusioni del Milan e i rammarichi dell’Inter su ciò che poteva essere e non è stato. E intanto la capolista se ne va.
Dalla ripresa del campionato, con il mondiale alle spalle, la squadra di Pioli è caduta in un vortice di risultati negativi. Dopo il pareggio subito in casa con la Roma a pochi minuti dalla fine, la squadra rossonera non è più stata capace di riprendersi, inanellando una serie di risultati negativi, culminati con la sconfitta nel derby. Pioli, cambiando l’assetto di gioco, ha consegnato la squadra nelle mani dell’Inter, soprattutto nel primo tempo. É sembrato un remake del derby dello scorso anno, dove nei primi settanta minuti il Milan era stato in balìa dell’Inter.
Poi però avvenne qualcosa di diverso, di inaspettato. L’Inter si mise a controllare, arrogante, come se tutto fosse già stabilito e avesse la vittoria in pugno. Invece il Milan si tiró su le maniche e ci mise cuore. Un episodio fortunato, una palla recuperata a centrocampo da Giroud su Sanchez (forse fallosamente) e da lì la rimonta ai danni dell’Inter che, nel contempo, faceva di tutto per farsi rimontare. La fame e la determinazione avevano vinto, contro la sufficienza e l’incapacità di chiudere le partite. Da meno 10 punti dall’Inter a 20 minuti dalla fine, il Milan si ritrovò a meno 4.
Da lì in poi l’Inter sperperò il vantaggio, inseguendo improbabili sogni di gloria in una Champions compromessa, sprecando preziose energie con una rosa inadeguata per poter sostenere due impegni importanti. Mentre il Milan, umile e sul pezzo, guadagnava fiducia e, partita dopo partita, sopravanzava i nerazzurri che andavano a fare una figuraccia nel recupero col Bologna chiudendo lì, di fatto, il discorso scudetto. A fine stagione, molti critici e addetti ai lavori dissero che l’Inter aveva la squadra migliore, ma il Milan era stato più bravo vincendo lo scudetto.
Alla luce di ciò che accade oggi, sembra che questo successo, inaspettato per il Milan, abbia un po’ annebbiato e confuso i progetti di crescita della società. La scorsa stagione non era in programma la vittoria in campionato, si parlava diffusamente di zona Champions, si puntava su una crescita graduale dei tanti giovani di talento, per avere una rosa forte nel giro di qualche anno.
Maldini e Massara hanno fatto degli errori di valutazione sui nuovi acquisti. Giovani di qualità, indubbiamente. Probabilmente adatti ad un percorso di crescita nel medio termine, così come programmato, ma non indicati per una squadra che, bruciando le tappe, era già campione. Una scelta coraggiosa sarebbe stata quella di cambiare i programmi e puntare su elementi di maggiore esperienza, per consolidare la formazione giovane, che aveva vinto stupendo loro stessi. Nel campionato in corso i nuovi acquisti non si sono rivelati efficaci, troppe aspettative e qualche errore di valutazione della società. In aggiunta il venir meno della pazienza, doverosa nei confronti dei giovani. Quindi dopo il derby, dove l’ormai spaesato Pioli ha rinnegato il suo gioco, c’è l’impressione che quello scudetto abbia creato delle illusioni su una rosa sì in crescita, ma che ha vissuto un momento magico al di sopra dei propri mezzi.
L’Inter, uscita vincente nel derby di domenica sera, non sta molto meglio. Tutt’altro.
Alla luce di quanto successo nell’ultimo anno è la squadra che dovrebbe dolersi maggiormente di quanto raccolto rispetto alle potenzialità. Vive una crisi societaria senza fine a causa della quale ha perso nel tempo: Conte, Hakimi, Lukaku (quello vero), Perisic (migliore giocatore della squadra nello scorso torneo), Sanchez (che a metà stagione a Marsiglia ha già fatto 11 gol e che Inzaghi, se non fosse stato per l’ingaggio, avrebbe tenuto).
Nessuno di questi è stato sostituito, almeno con un pari valore. A breve perderà anche Skriniar (a zero). L’ammirevole lavoro dei dirigenti è stato continuamente svilito da una proprietà instabile e debole. Eppure, nonostante tutto, è lì. È l’unica squadra italiana ancora in corsa in tutte le competizioni. Seconda a distanza siderale dal Napoli ma, comunque, seconda e con buone prospettive di qualificazione in Champions. Ha vinto più di tutte le altre squadre in Italia, nell’ultimo anno: una Coppa Italia, due Supercoppe italiane. Con una semifinale di Coppa Italia e un ottavo di Champions da disputare. Nonostante tutto.
Il rammarico dell’Inter e dei propri tifosi dovrebbe essere enorme. Se solo fosse rimasto Conte, con una società forte alla spalle, il presente della squadra nerazzurra sarebbe stato probabilmente migliore.
Zhang, se avesse veramente a cuore l’Inter, non potendo ripianare e investire, dovrebbe vendere la società ad un gruppo economicamente forte, come la storia della società merita, evitando richieste economiche irreali. Un atto d’amore.
Credo che il Milan recupererà presto, soprattutto se prenderà atto dell’occasionalità della vincita di uno scudetto non programmato, valutandolo come un punto di partenza per una crescita ulteriore e riprendendo il lavoro sui giovani, così ben avviato.
Mentre l’Inter, finché non avrà una nuova proprietà stabile e solida, dovrà confidare solo sulla qualità e creatività assoluta dei propri dirigenti, che hanno fatto miracoli per tenerla a galla.
Sul piano sportivo, invece, dovrà continuare a leccarsi le ferite, perdendo giocatori di qualità e rammaricandosi per ciò che poteva essere e non è stato.
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