La stagione deve ancora partire, che già si registrano una quarantina di infortuni tra tutte le rose della SerieA. Cioè forse non c'è una sola squadra che non abbia un problema minimo o serio in rosa. Certo, alcuni sono ereditati dal passato, uno su tutto, Ibra, ma ogni giorno si registrano problemi.
E non è un dato che interessa solo la SerieA. Anche in Premier League si registrano in questo momento una trentina di giocatori KO per infortuni. Il caso Liverpool ne è la prova di quello che sta accadendo. E siamo alle primissime giornate. Con una stagione iniziata a metà agosto, a causa di uno scellerato mondiale che si giocherà in un Paese che criminalizza i diritti umani a partire dalle persone LGBT+, come il Qatar. Ci si è piegati ai soldi, e queste sono anche le conseguenze. Calciatori sotto stress, stagione intensa, spezzata, frammentata e sotto il segno degli infortuni che falseranno o meglio comprometteranno certamente la stagione con esiti forse imprevedibili. Se prima le favorite erano in assoluto Juve, Inter, Milan e Roma, adesso, visto come le cose stanno evolvendo, e siamo solo all'inizio, anche Napoli e Lazio potrebbero rientrare nella lotta scudetto. Sei squadre che in Premier League forse lotterebbero al massimo per un piazzamento in Champions non certamente per conquistar il campionato. Ma questo lo sappiamo già.

Uno sguardo al contratto collettivo per i calciatori
Il contratto collettivo vigente prevede in materia di tutela sanitaria che il Calciatore deve curare la propria integrità psico-fisica in funzione delle prestazioni sportive che è tenuto a fornire e deve astenersi da qualsiasi attività che possa mettere a rischio la sua incolumità e la sua migliore condizione psico-fisica. Le Società e i Calciatori sono tenuti alla stretta osservanza delle disposizioni di legge, del CONI e della FIGC in materia di tutela della salute e di lotta al doping. Il Calciatore deve sottoporsi ai prelievi e controlli medici, anche periodici e/o preventivi, ivi compresi i prelievi e i controlli sangue-urina, predisposti dalla Società, dal CONI e dalla FIGC per l'implementazione dei controlli antidoping e per la migliore tutela della sua salute.

Il calciatore ha diritto anche al riposo
Il Calciatore ha diritto ad un giorno di riposo settimanale, normalmente entro i primi 2 (due) giorni della settimana.Il Calciatore ha anche diritto ad un periodo di riposo annuale della durata di 4 (quattro) settimane, comprensive dei giorni festivi e di riposo settimanale. La scelta del periodo di godimento del riposo annuale spetta alla Società, che decide in relazione alle esigenze dell’attività sportiva. Il riposo annuale ha normalmente carattere continuativo. Qualora il Calciatore venga richiamato in sede durante il periodo di riposo annuale, la Società è tenuta a rimborsargli le spese di viaggio sia per il rientro in sede sia per il ritorno alla località ove trascorreva detto riposo. Il Calciatore ha diritto di usufruire, in altro periodo dell’anno, dei giorni di riposo annuale non goduti a causa del richiamo in sede .

Ma la società in qualità di datrice di lavoro è responsabile della sicurezza e dell'integrità psicofisica dei propri calciatori e devono adoperarsi , ai sensi dell'articolo 2087 del codice civile, perchè gli infortuni si possano ridurre al minimo. Nessuno è l'eterno immortale o una sorta di Conte Dracula. Ci si rompe, siamo umani, siamo fragili, non siamo d'acciaio. E l'intensità verso cui si sta andando incontro è pericolosa. Quando si pensa ai giocatori, si pensa più che a delle persone, a degli oggetti, visto che guadagnano un botto di milioni di euro, tutto è consentito. Quando si parla dell'infortunio di un giocatore, dopo tre secondi di compassione, il restante tempo della preoccupazione è per il vuoto che avrà la squadra, il problema tecnico, come coprirà quel ruolo, chi lo sostituirà. Questo è, così funziona il mondo del calcio e dello sport a livello agonistico dove i professionisti vengono spremuti fino all'ultima goccia. Fino a quando le società non rimarranno con il cero in mano. E non manca tanto.