Scusate per il penoso gioco di parole, ma sono al mio primo articolo, e commentare a caldo una partita così sentita è sempre abbastanza difficile. Anche perché alcuni episodi pre-gara, così come qualcuno in partita, non aiutano a stemperare la tensione.

Il mister Conte, che per tutta la settimana ha continuato a punzecchiare società e tifoseria juventina (a dire il vero, caldamente ricambiato), ha dovuto fare i "conti" con, nell'ordine di apparizione: 

- un inizio gara in salita dopo la rete a freddo di Dybala (per inciso, giocatore che in estate la società milanese ha rifiutato);

- l'infortunio muscolare di Sensi, che ha fatto perdere il "senso" del gioco a tutta la sua squadra (altro penoso gioco di parole, lo so...), e del roccioso Godin;

- una panchina non di qualità (ma di questo era cosciente già da inizio stagione; forse per questo ha provato a innervosire gli avversari).

Ma dalla sua, mister Conte ha avuto il fattore campo, con annesso sostegno dei tifosi (e aggiungerei anche la sudditanza psicologica dei direttori di gara, i quali hanno fatto due pesi e due misure nei confronti delle due squadre). 

E la Juventus? Non dovrei commentare la partita della squadra per cui tifo? Certo, ed elenco alcuni dei temi su cui si dibatterà nella prossima settimana tra amici:

- gran diagonale in faccia a Skriniar di Dybala con annesso gol e voglia di rivalsa;

- traversa (che ancora trema) di Cristiano Ronaldo;

- Ronaldo-Bentancur-Higuain teorema del sarrismo (e ho detto tutto);

- Sarri che batte Conte... ancora.

Ma, come ho dichiarato nel titolo, i "conti" non tornano per nessuno:

- all'Inter, visto l'investimento economico per costruire una squadra che potesse vincere il campionato; 

- alla Juventus, per alcuni episodi arbitrali dubbiosi; uno fra tutti: il rigore non concesso a fine primo tempo a Dybala su spintone di Godin.

Nei prossimi giorni vi aggiorno del dibattito con gli amici su questi temi.


P.S.: la stella di Conte allo Juventus Stadium non si tocca, sia per la storia della società che per quella del giocatore, ma anche come monito allo stesso mister: alla Juventus ti abbiamo trattato come una stella, altrove sei (stato) uno dei tanti.