L'offerta. Chi offre di più? Le operazioni di mercato che riguardano giocatori come Perisic, Dybala, per citarne quelle di cui ora si sta più dibattendo, lasciano l'amaro, l'ennesimo, in bocca. Perchè dipende da quanti soldi si mettono sul tavolo per arrivare alla scelta finale della squadra nella quale giocare. Il valore della maglia, della storia di una società, oramai è cosa da nostalgici, da album delle vecchie figurine chiuse in qualche cassetto d'epoca. Quanto sarebbe bello poter sentire un giocatore dire di voler rinunciare ad un pacco di soldi perchè preferisce la maglia, continuare a lavorare in un progetto o fare parte di un progetto che va oltre la questione del semplice interesse individuale? Il calcio è uno sport di squadra, certo, ma l'individualismo è la regola, la morale, i valori, che non siano quelli del Dio o non Dio danaro, l'eccezione. Le società sono indebitate all'inverosimile, le società di SerieA non possono permettersi di spendere e spandere come le inglesi o alcune blasonate a cui tutto sembra essere concesso perchè hanno i santi in ogni angolo del Paradiso. Il calcio è malato, che va avanti con cure palliative, il calcio vive con i sogni dei tifosi, vive con la passione, ma senza soldi, non va da nessuna parte.
Sarebbe fantastico se ci fosse una strada di controtendenza rispetto a quella che sembra inesorabilmente essere oramai la normalità. I giocatori di certi livelli hanno così tanti soldi che potrebbero vivere diverse vite senza fare nulla per campare dignitosamente. Più soldi hai, più ne vuoi avere, accontentarsi non è facile.
Non è più il tempo di Maldini, di Zanetti, di Totti, di Del Piero, di icone recenti, senza dover scomodare le glorie di un passato che non tornerà, mai più.

Insomma, il calciomercato d'altronde funziona così, domanda e offerta, ma se per una volta si mettesse come parametro non solo quello del danaro, ma dei valori, della morale, dell'etica, della maglia, ne uscirebbero tutti più ricchi, e farebbero un regalo a questo mondo del calcio che oramai pare essere rassegnato a dover mercanteggiare, alle svendite al ribasso, al rialzo, alle entrate, alle uscite, mettendo in ultimissimo piano il senso di rispetto per la storia di una società e della maglia.