La Juventus ha vinto il derby contro il Torino con gol di rapina di Dusan Vlahovic al settantaquattresimo minuto quando la gara sembrava destinata ad un pareggio dopo i quattro miracoli di Vania Milinkovic-Savic.
La gara dei bianconeri sembra leggermente sopra gli standard visti fino alla scorsa settimana e dopo il deludente inabissamento a Tel Aviv in Champions, tutto però sembra non alterare di tanto quel che in passato si è visto; gioco insufficiente, riserve non all'altezza, giocatori importanti o infortunati di lungo corso o infortunati fino al prossimo Mondiale dove certamente saranno tra i protagonisti meno infortunati...
La favola Juventus è terminata nel 2020 con l'ultimo scudetto targato Maurizio Sarri, ma qualcosa di buono è rimasto dopo il passaggio di Andrea Pirlo, poi ci sono stati gli addii dolorosi come quello di De Ligt, e gli arrivi ancora oggi che non hanno fatto una luce importante; Pogba è out da sempre, mentre Di Maria gioca a sprazzi tra una buona giocata, una espulsione non capita, e un continuo infortunarsi, sarà davvero che non vuole mancare al Mondiale in Qatar dove è certo della convocazione anche non giocando con il club?
Tirando le somme i 16 punti in classifica sono davvero troppo pochi, anche perchè si deve spesso far riferimento a quanti punti ci sono di differenza da chi comanda la classifica, che oggi recita Atalanta con 24 punti davanti in attesa della partita del Napoli oggi di scena al San Paolo contro il Bologna.

Cosa allora non quadra in questa Juventus? Il tecnico. Max Allegri è un allenatore che in questo momento preciso della storia della Juventus è davvero un pesce fuor d'acqua; oramai il calcio è in continua evoluzione e il suo gioco è divenuto troppo stantio e quindi inguardabile sotto tutti i punti di vista, ma soprattutto facile da leggere per l'avversario di turno che sia il Milan o che sia il Monza alla fine il risultato non cambia.
La gara di ieri sera contro il Torino non ha spostato l'asticella verso l'alto, anche perchè se da una parte quei tre punti aiutano almeno per ora i bianconeri a non prendere altro distacco dalle posizioni dei primi quattro, dall'altra relegano una squadra che con un tecnico adatto sarebbe stata in alto in classifica, forse a battagliarsi fin dall'inizio il campionato italiano, oltre ad aver già superato il turno in Champions, dove i bianconeri sono ad un passo dall'eliminazione a girone, fatto che non accade dalla stagione 2013-14 con Antonio Conte allenatore al suo ultimo anno in bianconero.
Il cambio tecnico cosa comporterebbe? Certamente si avrebbe una verve diversa, anche perchè a quanto pare, e potrebbe anche non trasparire più di tanto, sembra che in alcuni frangenti il 'giocare contro l'allenatore di turno per portarlo all'esonero' possa essere inserito di diritto nella lunga lista del cosa non va tra squadra e allenatore (e ce ne sarebbero tantissime); ne racchiudiamo soltanto alcune:
1. Allegri non è un tecnico amato nello spogliatoio
L'allenatore livornese vuol sembrare agli occhi dei telespettatori un simpatico guascone, ma dentro le quattro mura dello spogliatoio sembra che di quel birbante e sorridente personaggio davanti alle telecamere ci sia ben altro. Alcune voci raccontano che molti giocatori della rosa non siano stati per nulla contenti del suo ritorno in bianconero, contando anche alcuni che al suo nome di rientro hanno fatto le valigie (Cristiano Ronaldo e De Ligt).
2. Allegri punta su giocatori non adatti a questa squadra
Il mercato bianconero non ha certamente l'impronta del tecnico, anche perchè aziendalista com'è accetta quel che la dirigenza gli ha dato, ma proprio questo lo porta sul banco degli imputati, perchè proprio il suo non chiedere quei giocatori adatti al suo gioco lo ha portato sotto la critica generale, soprattutto quando in campo scendono giocatori come Moise Kean, Daniele Rugani e Mattia De Sciglio, che con tutto il rispetto sono giocatori di media squadra e non per chi vuole puntare in alto.
3. Allegri ha una mentalità di gioco vecchia
Il tecnico seguace di Arrigo Sacchi sapeva ben gestire gli squadroni della Juventus, ma non sa controllare una squadra che di nomi altisonanti ha soltanto Bonucci disponibile, e Pogba, Di Maria e Chiesa fuori per infortunio, per il resto la squadra conta alcuni giocatori sul viale del tramonto come Alex Sandro e centrocampisti che sono stati portati nella rosa per migliorare, Leandro Paredes, ma che sono seduti in panchina per dare spazio a chi continua a giocare titolare anche senza dare buoni risultati, Manuel Locatelli.
E il gioco? Inguardabile... Forse e si ripete spesso, il suo gioco non è più adatto a questo calcio evoluto fatto di passaggi veloci, al non tenere la palla più di tre-quattro secondi, a servire l'attaccante che la deve buttare dentro, no, oggi quel calcio stravecchio del tecnico livornese è divenuto di facile lettura per qualsiasi avversario che sia uno squadrone rodato o che sia l'ultima della classe, tutti si sono accorti o si accorgono quando la squadra bianconera va in difficoltà e proprio in quel momento gli fanno male.

4. La squadra potrebbe giocare contro il tecnico, ma Andrea Agnelli e i dirigenti non sembrano preoccuparsene
Qui si potrebbe entrare nel surreale, ma tutto è possibile, no? E' possibile che questo tecnico non sia visto di buon occhio dai senatori bianconeri che 'potrebbero' addirittura 'giocargli contro'. Cosa significa? Che invece di dare il 100% si esprimono al 20-30% facendo anche qualche strafalcione; passaggi sbagliati, difese bucate, e perchè no fermarsi a camminare con l'avversario in fuga.
Chi potrebbe non aver dubbi? Andrea Agnelli, il presidente, che vede lo scempio e non fa letteralmente nulla, anzi continua ad andare a vedere questa squadra surclassata dagli avversari, sconfitta, ma all'indomani potrebbe solamente dire "Bisogna pensare alla prossima gara". E Arrivabene e Cherubini? Loro pendono dalle labbra del presidente, quindi cosa possono fare che annuire e ripetere quel che il presidente pensa?
E così si giunge al termine...
La Juventus non è più quella Juventus, ma potrebbe pensare da Juventus soltanto se vuole tornare la Juventus.
E cosa bisogna fare per tornare?
Cambiare tecnico e riaprire quelle speranze scudetto e Champions che oggi sono recluse dietro a giornate uggiose.