Il sabato ha regalato gioie e dolori ai tifosi: dal derby di Milano, alla sfida Crotone-Juventus, passando per Genova e Napoli, le grandi di Serie A hanno iniziato a vedere cosa sanno (o non sanno) fare.

Partiamo da Napoli-Atalanta.
Si preannunciava una partita ricca di gol e così è stato, ma forse nessuno si aspettava il soliloquio del primo tempo dei partenopei. Lozano è finalmente non più oggetto misterioso; dopo averlo punzecchiato durante lo scorso campionato, Gattuso trova nel messicano un giocatore capace di portare punti pesanti. Ottima la prova degli azzurri, mentre gli uomini di Gasperini sembrano i fantasmi di se stessi. La Dea che abbiamo ammirato fino alla scorsa giornata si è sbriciolata sotto i colpi di un Napoli bello e cinico. Con la Champions League ai nastri di partenza, l’Atalanta deve lasciarsi subito alle spalle questo passo falso e tornare a macinare gioco e gol come sa fare. Un plauso doveroso a Ilicic: lo sloveno non brilla, ma vederlo di nuovo in campo è veramente bello.

Inter-Milan.
Ibra vince il derby in una manciata di minuti, complice un’Inter dalla difesa inguardabile anche per le serie minori. La direzione arbitrale non all’altezza della partita non può assolutamente essere un alibi per la truppa di Conte. Giusto non assegnare il rigore (fuorigioco o no), ma troppi interventi non fischiati o non sanzionati, ma da una squadra che deve lottare per il vertice della classifica finale, ci si aspetta molto di più. Sulla fascia sinistra, Perisic e Kolarov si dimostrano il disastro che molti temevano. Il croato non torna mai e l’ex giallorosso non ha decisamente i tempi per fare il centrale di difesa (il rigore provocato ne è la dimostrazione più lampante). Brozovic torna ad essere il giocatore evanescente del pre-Spalletti (perché ostinarsi a preferirlo a Eriksen?) e Conte resta fedele al suo amato 3-5-2 nonostante le evidenze siano sotto gli occhi di tutti. Il Milan invece regge a centrocampo e in difesa, capitalizzando le occasioni e resistendo agli assalti. Chapeau alla squadra, al tecnico e alla dirigenza (leggi Maldini). Speriamo che per il Diavolo il peggio sia passato.

Alla stessa ora, la Sampdoria di Mister Ranieri spiegava alla Lazio come si gioca a calcio. Il 3 a 0 dei blucerchiati è meritatissimo.
La Lazio paga le troppe assenze difensive e il mercato non adatto. Inzaghi è un ottimo allenatore in ascesa, ma non può fare miracoli. L’errore sul disimpegno che porta al terzo gol doriano deve essere molto più di un campanello d’allarme. Serve invertire il trend; giocando ogni tre giorni, si corre il rischio di perdere troppo terreno prima ancora che l campionato entri nel vivo.

Chiudiamo con la Juventus. Orfani di Ronaldo e Dybala, i bianconeri sembrano una squadra modesta e senza idee. Pirlo sembra ancora alla ricerca della quadratura giusta tra modulo e interpreti: dal numero dei difensori alla posizione di Kulusevski, fino all’uomo cui consegnare le chiavi del centrocampo, per il Maestro la strada sembra più in salita del previsto.
L’essere esordiente porta ad essere tollerante nei giudizi, ma per quanto? Onore al Crotone: affronti così il campionato e diventerà squadra rognosa per tutti.
Piccola nota su Allegri: è ancora libero, ma lo sarà anche il prossimo sabato?