Dato il silenzio reiterato del fondo Elliott sulle questioni riguardanti il Milan, interpretato liberamente dai dipendenti Boban e Maldini, ma emulato da Gazidis e da Scaroni che più che di stadio non sa parlare, provo a fare un viaggio nella fantascienza.

Lo faccio ignorando totalmente quali siano i reali progetti della famiglia Singer, al netto della chiara volontà di vendere l’asset rossonero che, è bene ricordarlo sempre, si sono ritrovati tra le mani e non hanno cercato.

Riconosco due punti indiscutibili: il fund americano si è trovato a gestire un bene oberato di debiti e tecnicamente in ginocchio. Entrambe le pesantissime eredità vanno chiaramente ascritte alle due proprietà precedenti: ma con differenze sostanziali. Lo spettro cinese di Yonghong Lì ha sbagliato tutto in un anno (dal Ds, all’Ad, fino ad una campagna acquisti da oltre 200 milioni), la proprietà precedente è riuscita nell’impresa di cancellare 25 anni di trionfi e dominio internazionali, con 5 anni o poco più di gestione scellerata. Ho sempre ritenuto l’accoppiata Berlusconi-Galliani la vera responsabile della situazione attuale per il semplice motivo che a 12 mesi di gestione cinese fallimentare si può porre rimedio in tempi relativamente brevi, molto meno semplice e’ ripianare un lustro abbondante di errori seriali sia dal punto di vista finanziario, sia tecnico.
Prendo ad esempio solo due delle ultime gocce di tali orrori, per dare un’idea di cosa possano aver provocato anni di abominii. Montolivo e Suso sono il presente ed il passato prossimo: tecnicamente degli zeri assoluti, finanziariamente delle zavorre che non hanno ancora segnato la parola fine! Nessuno dei due è opera di Fassone o di Maldini; entrambi sono, come detto, la punta di un iceberg indecoroso cominciato nel 2006, sottolineo 2006, con l’acquisto di Ricardo Oliveira per 21 milioni complessivi  dal Betis Siviglia per rimpiazzare Sheva regalato al Chelsea. Prendetevi Wikipedia, sfogliate le formazioni del Milan dal 2006 a Bertolacci ed avrete un quadro raggelante di chi ha comprato Galliani e quanto lo ha pagato.
Molti, troppi fanno a finta di dimenticare tutto ‘sto scempio per il semplice motivo che qualcuno è ancora molto potente e refrattario alle critiche (in questo caso dovrebbero essere impietose), e, soprattutto, è molto più comodo  gettare la responsabilità alle ultime due gestioni che esistono da pochi mesi, non dal 1986.

Di tutto questo Elliott e Lì non sono minimamente responsabili, hanno semplicemente reiterato la sequela di errori con l’attenuante di non capire una mazza almeno dal punto di vista tecnico. Il vero vulnus però è da ricercare altrove, nessun giornalista, e questo ha dell’incredibile, ha mai osato chiedere ai signori Galliani e Berlusconi conto di errori così fatali da far sprofondare il Milan nella situazione attuale, accontentandosi, si fa per dire, della sequela di banalità erogate da entrambi, dai siamoapostocosi’, fino ai deliri sulla competitivita’ Rossonera quando il centravanti era Pazzini a fine carriera. Una rivoluzione parte da una stampa che fa il proprio mestiere.

E se Elliott non potesse permettersi un Milan conciato così tecnicamente? Se questo costituisse un ostacolo significativo a prescindere dal progetto stadio? Il pensiero comune oggi parla di ben altro: dal nuovo impianto, ad un monte ingaggi da tagliare significativamente: a noi piace illuderci per una sera di vedere ad agosto un Milan in grado di lottare per lo scudetto. Poi arrivi pure chiunque.