SCONFITTA PER FIFA e TAS, VITTORIA PER IL SERAING

A gennaio avevo proposto in questo sito un articolo riguardante i fondi d’investimento nel calcio: https://vivoperlei.calciomercato.com/articolo/la-partita-non-e-ancora-finita-forza-seraing
Tali fondi d’investimento, vengono demonizzati e proibiti dalle federazioni e tribunali sportivi (e dai mass media), ma sono pienamente legali in base all’ordinamento giuridico ordinario. L’articolo sopra citato riguardava il processo tra la squadra belga Royal Football ClubSeraing e il fondo d’investimento Doyen Sports, contro la FIFA e la UEFA.

Il Seraing è stato il primo club ad essere stato sanzionato in base alla nuova normativa FIFA che all’art. 18bis del Regulations on the Status and Transfer of Players vieta ad ogni club di cedere i diritti economici dei giocatori a terze parti, come nel caso di Doyen.  Il Seraing è un club dilettantistico della Belgian Firts Amateur Division accusato di aver chiesto un prestito a Doyen per l’acquisto di alcuni giocatori ed in cambio aver ceduto una percentuale sulla futura rivendita degli stessi.

Il Seraing, una volta sanzionato dalla FIFA, presentò ricorso alla Corte di Appello di Bruxelles contro l’arbitrato obbligatorio da svolgersi presso il TAS di Losanna, il tribunale arbitrale che ad esempio, aveva restituito l’Europa League al Milan a luglio e squalificato Sara Errani a giugno. Per il club belga, la sottoposizione obbligatoria al tribunale svizzero e stabilita nello statuto della FIFA, della UEFA e in quello delle federazioni nazionali è contraria a diritto e lesiva dell’art.6[1]della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e dell’art.47[2]della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Entrambi gli articoli riconoscono come un diritto fondamentale di ogni cittadino, quello ad un processo equo, imparziale e realizzato di fronte ad un tribunale indipendente, elementi che non si riscontrano nel TAS di Losanna, che guarda caso, si trova nello stesso paese delle Federazioni calcistiche internazionali.

Pochi giorni fa è stata pubblicata la sentenza della 18ª Aula della Corte di Appello di Bruxelles che ha inflitto un pesante colpo alle norme della FIFA e alla giurisdizione del TAS. Tale sentenza dichiara illegale l’arbitrato sportivo forzato presso il TAS di Losanna, autorizzando d’ora in avanti, il ricorso ai tribunali ordinari nazionali: la giurisdizione del TAS sarà possibile solo in caso di espresso accordo tra le parti. Quella emessa in questi giorni è una sentenza storica, non solo perché il Seraing è stato difeso dall’avvocato Dupont(lo stesso del caso Bosman), ma anche perché con questa sentenza si ribalta l’ordinamento giuridico sportivo internazionale.

La FIFA, che è un’associazione privata di diritto svizzero, ha spesso stabilito nelle sue norme obbligatorie per tutte le federazioni calcistiche del mondo, varie proibizioni che non potrebbero esistere nell’ordinamento giuridico ordinario: è il caso dei fondi d’investimento, o della proibizione del trasferimento internazionale di minorenni. La FIFA infatti vieta il trasferimento internazionale di giocatori minorenni, anche nel caso in cui i ragazzi siano accompagnati dalla famiglia: per poter cambiare paese e poter iscrivere il giovane giocatore in una nuova federazione, occorre che la famiglia si sia spostata per motivi non vincolati al calcio, per esempio, per motivi di lavoro che portano i genitori a dover cambiare la propria residenza. Tuttavia, il TAS ha emesso numerose sentenze che hanno bloccato il tesseramento di giovani giocatori in altri paesi, anche comunitari, giustificando che il trasferimento della famiglia era avvenuto solo per motivi calcistici: e la libera circolazione delle persone pietra miliare dell’UE?

L’art.45 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea stabilisce che “ogni cittadino dell’Unione ha il diritto di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri”, nonostante il citato articolo, sembra che in ambito sportivo i diritti come l’equo processo o la libera circolazione delle persone, non trovino applicazione, sempre fino a quando tale ordinamento sportivo non sarà ribaltato, come avvenuto con il Seraing.
 

Silvio Bogliari

[1]Art.6 Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo: “Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente, pubblicamente ed entro un termine ragionevole da un tribunale indipendente e imparziale, costituito per legge, il quale sia richiamato a pronunciarsi sulle controversie sui suoi diritti e doveri di carattere civile o sulla fondatezza di ogni accusa penale formulata nei suoi confronti[…]”.

[2]Art.47 Carta dei diritti fondamentali UE: “[…] Ogni individuo ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente, pubblicamente ed entro un termine ragionevole da un giudice indipendente e imparziale, precostituito per legge. Ogni individuo ha la facoltà di farsi consigliare, difendere e rappresentare […]”.